La Carta del Docente si prepara a cambiare volto nell’anno scolastico 2025/2026, e le novità sono di grande portata. Il contributo economico annuale che da anni rappresenta un punto fermo per la formazione degli insegnanti potrebbe non essere più fisso a 500 euro, come accaduto finora.
Una riforma dettata da precise sentenze nazionali ed europee punta ad ampliare la platea dei beneficiari, includendo anche i docenti precari. Ma l’aumento dei destinatari ha un prezzo: una possibile riduzione dell’importo individuale, in base ai fondi disponibili.
Che cos’è esattamente la Carta Docente? Chi potrà beneficiarne nel 2025/2026? Cosa si potrà acquistare e con quali limiti? Scopriamolo insieme.
Prima però vi lasciamo al video YouTube di Cateteaches su come cambia la carta docenti da settembre 2025.
Carta Docente 2025/2026: come cambia il bonus e perché scenderà sotto i 500 euro
Per il prossimo anno scolastico, la Carta Docente 2025/2026 non garantirà più un contributo fisso da 500 euro. A stabilirlo è il nuovo meccanismo introdotto con il Decreto Scuola (DL 45/2025), che prevede un importo variabile definito annualmente da un decreto interministeriale tra MiM e MEF.
Il motivo? L’estensione del bonus anche ai docenti a tempo determinato, una modifica necessaria dopo le sentenze che hanno giudicato discriminatoria l’esclusione dei precari. Con una platea più ampia da soddisfare, le risorse devono essere redistribuite, e questo rende concreta l’ipotesi che l’importo per ciascun docente sarà inferiore ai 500 euro storici.
Inoltre, non si applicherà il principio del “pro rata temporis”: anche chi ha lavorato per periodi brevi potrebbe avere diritto al bonus pieno, il che moltiplica ulteriormente il numero dei beneficiari.
Questa nuova configurazione mira a rendere il sistema più equo, ma pone sfide significative in termini di bilancio. Anche se sono stati stanziati 60 milioni di euro aggiuntivi, resta da capire se basteranno a evitare tagli sostanziali.
Chi avrà diritto alla Carta Docente: il grande ingresso dei docenti precari
Fino al 2024, la Carta Docente era riservata esclusivamente agli insegnanti di ruolo e, successivamente, ai supplenti annuali con contratto fino al 31 agosto. Con la riforma del 2025/2026 cambia tutto:
Il bonus viene ufficialmente esteso anche ai docenti con contratto fino al 30 giugno, ampliando enormemente la platea dei destinatari. La svolta arriva dopo la storica sentenza della Corte UE (causa C-268/24), che ha dichiarato illegittima l’esclusione dei precari, ritenendo che svolgano lo stesso lavoro dei colleghi di ruolo e che, quindi, hanno diritto agli stessi benefici.
Per i contratti ancora più brevi e discontinui, la situazione è più complessa: il diritto non è ancora automatico e rimane necessario un ricorso giudiziario per ottenere il bonus. Tuttavia, molte cause stanno andando a favore dei supplenti brevi, e si prevede che il Ministero dell’Istruzione dovrà adeguarsi gradualmente.
La vera rivoluzione è nel principio: non conta più la durata del contratto, ma il fatto di aver lavorato come insegnante nel sistema scolastico. Questo porta la Carta Docente a diventare sempre più uno strumento universale di valorizzazione professionale.
Cosa si può acquistare con la Carta Docente nel 2025/2026
Nonostante i cambiamenti strutturali nella distribuzione del bonus, le finalità della Carta Docente restano invariate. Il contributo – qualunque sia l’importo finale – potrà essere utilizzato esclusivamente per spese legate alla formazione e all’aggiornamento professionale.
I docenti potranno continuare ad acquistare:
- Libri, riviste, testi scolastici e manuali
- Dispositivi elettronici utili all’attività didattica (PC, tablet, stampanti)
- Software educativi e strumenti digitali
- Corsi di aggiornamento, formazione e master universitari
- Eventi culturali, come teatro, cinema, musei e mostre
Tuttavia, dal 2025 entra in vigore anche una nuova regola sulla rendicontazione: i fornitori dovranno inviare le fatture a Consap entro 90 giorni dalla validazione dei buoni, pena la decadenza del rimborso. Un cambiamento importante, pensato per aumentare la trasparenza e ridurre ritardi nei pagamenti.
Inoltre, restano valide le linee guida già esistenti: tutti gli acquisti devono essere coerenti con il PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) dell’istituto scolastico e con il Piano Nazionale di Formazione.