Carta del Docente 2025/2026 sotto i riflettori per una serie di novità che entreranno a breve in vigore. Per la prima volta, il bonus fino ad oggi riservato ai docenti di ruolo sarà esteso anche a una parte del corpo docente con contratto a termine. Un’apertura attesa da anni, che riflette una nuova visione del valore del lavoro nella scuola pubblica.
Con l’entrata in vigore della norma, a beneficiare della misura saranno anche i docenti supplenti con incarico annuale fino al 31 agosto. Si tratta di un adeguamento che recepisce orientamenti già consolidati in sede giurisprudenziale, ma che ora trova una forma strutturale, con effetti concreti a partire dal prossimo anno scolastico.
Tale estensione ha implicazioni non solo giuridiche ma anche economiche. A cambiare, infatti, sarà anche l’entità dell’importo erogato e il meccanismo di assegnazione della Carta che diventerà flessibile e legato alle risorse disponibili.
Ma chi sono i nuovi beneficiari? Come funzionerà la nuova distribuzione delle risorse? E Quali sono i punti salienti del decreto attuativo? Prima di scoprirlo, vi lasciamo al video YouTube di HomeNerd su come utilizzare la carta per gli acquisti su Amazon.
Carta del Docente 2025/2026, chi sono i nuovi beneficiari
La novità trova fondamento nella Legge n. 79/2024, che ha convertito il Decreto n. 45 PNRR-Scuola. A partire dall’anno scolastico 2025/2026, l’accesso alla Carta del Docente sarà garantito anche a quegli insegnanti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile, ossia con incarico fino al 31 agosto.
L’articolo 6-bis della normativa introduce una modifica sostanziale al precedente impianto, superando la distinzione rigida tra personale di ruolo e personale precario. Viene così riconosciuto il contributo professionale di una categoria finora esclusa dal bonus formativo, pur operando stabilmente nell’ambito scolastico.
L’inclusione dei supplenti annuali nella misura va letta anche alla luce delle numerose pronunce favorevoli della magistratura, che negli anni avevano già sancito l’illegittimità dell’esclusione. Ora il riconoscimento diventa legge, portando a una più ampia coerenza normativa e a una maggiore equità di trattamento tra i lavoratori della scuola.
Importo variabile per la Carta del Docente 2025/2026: addio ai 500 euro fissi
Fino all’anno scolastico 2024/2025, il bonus resta invariato. La Carta del Docente continua a essere erogata solo agli insegnanti di ruolo, con l’importo standard di 500 euro da utilizzare per l’aggiornamento professionale, l’acquisto di strumenti didattici, software, libri e corsi.
Il cambio di passo avverrà con la Carta del Docente 2025/2026, quando entrerà in vigore un nuovo meccanismo di calcolo dell’importo, basato sulla dotazione finanziaria complessiva e sul numero effettivo dei beneficiari.
Il valore della Carta sarà definito annualmente da un decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, in accordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il nuovo sistema, pur introducendo una componente di variabilità, mira a garantire una distribuzione proporzionata delle risorse, senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici.
Una soluzione che segna il passaggio da un modello a taglia unica a un’impostazione più flessibile e sostenibile, in linea con i principi del bilancio per obiettivi.
Cosa prevede il decreto attuativo della Carta del Docente 2025/2026
Oltre a stabilire l’importo annuale, il decreto interministeriale in fase di predisposizione chiarirà anche aspetti fondamentali per l’attuazione pratica della misura. Tra questi:
- I criteri per l’inclusione automatica dei docenti con contratto fino al 31 agosto, che saranno inseriti nei sistemi informativi senza dover presentare domanda;
- Le modalità di rendicontazione delle spese, con obbligo per i fornitori accreditati di trasmettere la documentazione fiscale entro 90 giorni dalla validazione del buono. In caso contrario, perderanno il diritto al rimborso.
Resta ancora da sciogliere il nodo relativo alle tempistiche di accredito e alla gestione degli eventuali fondi residui non utilizzati. Tuttavia, la direzione intrapresa è chiara: estendere diritti, razionalizzare la spesa, valorizzare la formazione continua come leva di qualità del sistema scolastico.