Approvato in Commissione Finanze della Camera, riunitasi in seduta lampo, l?emendamento riformulato dal presidente Marco Osnato (FDI) al Decreto Fiscale (Dl 84/2025).
Novità principale di questo correttivo è il ritorno del cosiddetto "ravvedimento speciale" per coloro che intendono aderire al concordato preventivo biennale (CPB).
Vediamo nel dettaglio in cosa consiste questa ultima novità sul fronte fiscale.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Fiscal Focus.
In cosa consiste il ravvedimento speciale
Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, il ravvedimento speciale è una sorta di nuova sanatoria prevista nell'ambito del concordato preventivo biennale.
Per chi non lo conoscesse, il concordato preventivo biennale è una specie di "accordo" con l'Agenzia delle Entrate per pagare (per un biennio) le tasse previste non in base ai redditi effettivamente conseguiti, ma secondo le stime preventivate dal Fisco.
Così da favorire l?adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi.
In breve, grazie al ravvedimento speciale, chi accetterà la proposta dell?Agenzia potrà "mettere in regola? eventuali pendenze pregresse con il Fisco relative agli anni passati.
Già sperimentato lo scorso anno quando è stato introdotto il concordato fiscale con il D. Lgs. 13/2024, il ravvedimento speciale torna ora in una versione sostanzialmente invariata, ma con nuovi termini temporali.
Chi può richiedere il ravvedimento speciale, e quanto si paga
Come già anticipato sopra, questo ravvedimento speciale è previsto per i soggetti che possono accedere al concordato preventivo biennale.
Ovvero i "contribuenti esercenti attività d?impresa, arti o professioni che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA) di cui all?articolo 9-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50", come si legge sul sito dell'Agenzia delle Entrate.
E nemmeno tutti. Secondo quanto riportato dal Sole, solo chi aderirà per la prima volta al concordato nel biennio 2025-2026 "avrà la possibilità di "scudare? le annualità comprese tra il 2019 e il 2023".
Ovvero di chiudere i conti arretrati con il Fisco per gli anni dal 2019 al 2023.
Mentre chi ha già aderito l'anno prima "potrà sanare il 2023, considerato che gli anni precedenti sono già emersi".
Per quanto riguarda gli importi da pagare, essi variano a seconda del punteggio ISA ottenuto.
Sempre l'emendamento stabilisce che la base imponibile IRPEF è calcolata sulla differenza tra il reddito d?impresa o di lavoro autonomo già dichiarato in ciascuna annualità e il valore effettivo incrementato del:
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5% per chi ha un punteggio di affidabilità pari a 10;
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10% per chi ha un punteggio tra 8 a 10;
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20% per chi ha un punteggio tra 6 a 8;
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30% per chi ha un punteggio tra 4 a 6;
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40% per chi ha un punteggio tra 3 a 4;
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50% per chi ha un punteggio sotto il 3.
Per l?imposta sostitutiva, chi ha un punteggio pari o superiore a 8 verserà il 10% del reddito non dichiarato. Chi si colloca tra 6 e 8 pagherà il 12%, e chi non arriva al 6 dovrà pagare il 15%.
L?IRAP sarà invece uniforme per tutti, con un?aliquota del 3,9%. Tuttavia, per gli anni 2020 e 2021 (quelli segnati dall?emergenza Covid), è previsto un sconto del 30%.
"In ogni caso il valore complessivo dell?imposta da pagare non può essere inferiore a 1.000 euro", precisa il Sole.
Per concludere, il versamento potrà avvenire in un?unica soluzione tra il 1 gennaio e il 15 marzo 2026, oppure in massimo 10 rate mensili maggiorate di interessi.

Ravvedimento speciale e non solo: altre novità sul Dl Fisco
Oltre al ravvedimento speciale, si segnala tra gli altri emendamenti approvati in Commissione anche il correttivo "finalizzato a mettere dei paletti ai blitz dell'Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza in azienda".
In particolare, viene introdotto l?obbligo di motivare per iscritto e in modo adeguato le ispezioni fiscali nelle aziende. Negli atti di autorizzazione e nei verbali redatti a fine verifica dovranno essere "espressamente e adeguatamente indicate e motivate le circostanze e le condizioni che hanno giustificato l?accesso".
Dopo il via libera dalla Commissione Finanze alla Camera, il prossimo step è l'Aula, dove il testo del Dl Fisco è atteso a partire da lunedì, per poi passare al Senato per la seconda lettura.