Fondi monetari: cosa sono
I fondi monetari fanno parte della grande famiglia dei fondi comuni di investimento. Ciò che li contraddistingue è la politica di investimento orientata su titoli di breve durata.
L’obiettivo fondamentale dei fondi monetari non è la ricerca di rendimenti eclatanti, bensì quello di conservare il capitale che, di norma, viene “parcheggiato” sugli stessi per periodi brevi.
O, almeno, questa sarebbe la funzione primaria di questa tipologia di fondi.
A livello di strumento finanziario, viene anche utilizzato come alternativa al conto corrente, quando le somme depositate su di esso iniziano ad essere cospicue e il tasso di rendimento corrisposto dalla banca irrisorio, se non proprio nullo.
Quindi, si può affermare che, in linea generale, le somme depositate su questi fondi, dovrebbero rimanere investite su di essi per periodi brevi, in attesa di essere destinate ad altri utilizzi sia in ambito finanziario che familiare.
Fondi monetari: il capitale è garantito?
In relazione a questa tipologia di fondi, è necessario sfatare subito un cosiddetto falso mito: i fondi monetari, infatti, non garantiscono in alcun modo il capitale investito (ovviamente se non sono espressi in euro, va considerato anche il rischio cambio).
Ergo, ciò sta a significare che è possibile ottenere delle perdite anche facendo confluire i propri soldi su questa tipologia di investimento.
Possibile? Purtroppo sì. Quali sono i fattori che incidono in tal senso?
Innanzitutto, essendo strumenti finanziari che investono in titoli (anche se sono titoli di stato, obbligazioni di breve durata) sono soggetti alla variazione delle quotazioni degli stessi.
Quindi, in un anno anomalo come il 2022, l’andamento dei fondi monetari è addirittura negativo.
Cosa significa? Che se, per esempio, avevo investito 100.000 euro ad inizio anno ad oggi, mi trovo a dover fare i conti con un controvalore inferiore.
Oltre alla dinamica del mercato, incidono anche i costi di gestione, un parametro da valutare con molta attenzione.
Tali costi, infatti, vanno ad intaccare un già ipotetico risicato rendimento per cui, più sono alti, maggiori saranno le possibilità di ottenere risultati totalmente opposti a quelli desiderati.
Da non dimenticare, come già ricordato, il rischio cambio per i fondi monetari espressi in valute diverse dall'euro.
Fondi monetari: quali alternative?
Come già evidenziato in precedenza, i fondi monetari dovrebbero essere utilizzati come forma di parcheggio per periodi brevi (di norma non oltre i dodici mesi).
Il fatto di essere liquidabili nel giro di qualche giorno senza problemi, li rende particolarmente adatti allo scopo.
Come già visto, però, è possibile trovarsi di fronte a scenari di rendimenti non solo nulli, ma addirittura in grado di minare quanto investito.
Ecco che quindi occorre interrogarsi sulla possibilità di optare per scelte alternative.
Una di queste, ad esempio, può essere quella dei conti deposito, ricordandosi che di norma, il tasso di rendimento che comunicano è sempre lordo ed è soggetto alla ritenuta del 26%.
Un'altra possibilità sarebbe offerta dalle gestioni separate delle polizze assicurative: in questo caso, però, vincoli e costi le rendono inefficaci nel breve periodo.
Non bisogna commettere l’errore di investire i propri risparmi su un fondo monetario per pigrizia, ovvero per la mancanza di volontà di attuare una corretta pianificazione finanziaria.
Una scelta del genere è penalizzante sia nell’immediato (l’inflazione erode il valore di queste somme) che nel futuro (ci si preclude la possibilità di ottenere interessanti ritorni economici).