Italia: cosa dicono gli ultimi dati macro?

29/11/2023 11:44

Italia: cosa dicono gli ultimi dati macro?

Indice di fiducia dei consumatori e delle imprese

A novembre, l'indice di fiducia dei consumatori risulta in aumento, mentre quello delle imprese continua a diminuire. I dati dell'Istat mostrano un aumento del clima di fiducia dei consumatori da 101,6 a 103,6, e un calo per le aziende da 103,9 a 103,4 rispetto al mese precedente. Il clima di fiducia delle aziende ha registrato una diminuzione per il quarto mese consecutivo, raggiungendo il livello più basso da aprile 2021, principalmente dovuto al peggioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni. 

Dopo quattro mesi di calo consecutivo, l'indice di fiducia dei consumatori è tornato a crescere, sebbene rimanga al di sotto della media registrata da gennaio a ottobre 2023. Si è riscontrato un miglioramento generale in tutte le nove variabili che costituiscono l'indicatore, tranne per le aspettative sulla disoccupazione, che sono peggiorate leggermente. 

Per i consumatori, il miglioramento è rappresentato dai quattro indicatori calcolati mensilmente: il clima personale e corrente registra gli incrementi più significativi. Per le aziende, le stime dell'indice di fiducia sono contrastanti tra i vari settori economici: si stima un calo significativo nei servizi e nelle costruzioni, mentre nella manifattura e nel commercio, la fiducia sembra migliorare. 

PIL stabile

Riguardo al PIL italiano, è rimasto invariato nel terzo trimestre dopo una contrazione dello 0,4% nel secondo, in parte dovuta a investimenti immobiliari deboli a causa di nuove regole più severe per i bonus ristrutturazione. Gli esperti dell'OCSE indicano una continua debolezza nel breve termine, riducendo le stime di crescita del PIL di un decimo allo 0,7% per il 2023 e 2024, con un modesto rimbalzo all'1,2% nel 2025. 

Sebbene la produzione industriale sembri essersi stabilizzata negli ultimi mesi, le vendite al dettaglio e gli indicatori di fiducia rimangono deboli. Tuttavia, nonostante il rallentamento dell'attività, il tasso di disoccupazione rimane storicamente basso e l'occupazione continua a crescere robustamente con un aumento dei salari nominali di circa il 3%, che dovrebbe sostenere i redditi delle famiglie e i consumi privati nel quarto trimestre del 2023. 

Nel 2024, i fattori contrari quali il restringimento delle condizioni finanziarie, l'alta inflazione e il ritiro delle misure di sostegno fiscale saranno solo parzialmente bilanciati dai consumi finanziati dai risparmi accumulati durante la pandemia, dai tagli mirati alle tasse sul reddito e dall'aumento previsto degli investimenti pubblici grazie ai fondi del Next Generation EU. L'OCSE prevede una graduale diminuzione dell'inflazione nel 2024-25, grazie a prezzi dell'energia più bassi e a una crescita moderata dei salari nominali.

(Redazione)

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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