La BCE taglia i tassi: cosa cambia per mutui, BTP e mercati. Ecco chi vince e chi perde

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 05/06/2025 17:29

La BCE taglia i tassi: cosa cambia per mutui, BTP e mercati. Ecco chi vince e chi perde

La Banca Centrale Europea ha dato il via a una nuova stagione di politica monetaria espansiva: come previsto dagli analisti, il Consiglio ha tagliato i tassi di riferimento di 25 punti base, portandoli dal 2,25% al 2%. È l’ottavo taglio da giugno 2024, quando l’ombra della “grande inflazione” ha iniziato a svanire. Gli operatori ora si aspettano almeno altri due tagli entro la fine del 2025, con la possibilità che il costo del denaro scenda verso l’1,5%-1,75% nei prossimi sei mesi, inflazione e crisi dei dazi permettendo.

Mutui: boccata d’ossigeno per chi ha il variabile, ma attenzione alle scelte

Il taglio della BCE ha già avuto effetto sull’Euribor, sceso sotto il 2%. Per chi ha un mutuo a tasso variabile, la rata mensile si ridurrà di circa 20 euro ogni 100mila euro di debito: un sollievo concreto dopo mesi di rialzi. Per chi ha un fisso, invece, non cambia nulla nell’immediato, ma chi paga un tasso superiore al 3,5% può valutare una surroga verso il variabile, sfruttando le nuove condizioni di mercato.

Per chi deve accendere un nuovo mutuo, la scelta tra fisso e variabile resta complessa. L’Eurirs, il parametro dei mutui fissi, è rimasto stabile attorno al 2,7%, mentre le banche offrono spesso condizioni di partenza molto simili tra fisso e variabile. Chi sceglie il variabile dovrebbe avere un margine di almeno 0,5 punti percentuali rispetto al fisso e una buona capacità di sostenere eventuali futuri rialzi dei tassi. Le previsioni vedono l’Euribor a tre mesi scendere fino all’1,7% entro fine 2025, con una fase di stabilità nel 2026 e una lenta risalita nei tre anni successivi. Il bilancio, per chi parte oggi con un vantaggio sul fisso, potrebbe restare positivo almeno fino al 2030.

BTP e bond: domanda boom e rendimenti in calo

L’effetto BCE si è fatto sentire subito anche sul mercato dei titoli di Stato. Nell’ultima asta, i BTP italiani hanno registrato una domanda record: 214 miliardi di euro di ordini contro un’offerta di 17 miliardi, grazie anche alla promozione del rating dell’Italia da parte di S&P Global Ratings (da BBB a BBB+) e all’outlook “positivo” di Moody’s. La fiducia degli investitori ha fatto scendere i rendimenti: il nuovo BTP a 5 anni è passato dal 2,95% di marzo al 2,70%, in linea con il taglio dei tassi BCE. Anche il decennale ha visto il rendimento calare dal 3,61% al 3,49% in pochi giorni.

Per chi detiene BTP già emessi, ogni punto percentuale di calo dei rendimenti di mercato equivale a un guadagno del 7% sul prezzo dei titoli a 10 anni, con effetti ancora maggiori sulle scadenze più lunghe. I bond a breve scadenza, invece, si rivalutano meno. Anche i bond societari beneficiano di questo scenario, con rendimenti in discesa e prezzi in crescita.

Borsa: rally delle utilities, bene i titoli ad alto dividendo

In Borsa, i titoli delle utilities e quelli ad alto dividendo sono i principali beneficiari del taglio dei tassi. Queste società, caratterizzate da ricavi e utili stabili, vengono percepite dagli investitori come “bond perpetui”, particolarmente appetibili quando i rendimenti delle obbligazioni scendono. Ma a beneficiare della mossa BCE è l’intero mercato azionario europeo: il taglio dei tassi stimola la crescita economica e sostiene i profitti delle imprese. Il Dax di Francoforte vola oltre il 20% da inizio anno, mentre il Ftse Mib di Milano guadagna oltre il 17%, nonostante le tensioni commerciali globali.

Prospettive: ancora tagli, ma attenzione a inflazione e dazi

Gli analisti restano ottimisti: la BCE potrebbe tagliare ancora i tassi a settembre e forse entro fine anno, portando il costo del denaro su livelli minimi storici. Tuttavia, tutto dipenderà dall’andamento dell’inflazione e dagli sviluppi della crisi dei dazi. Per ora, il clima sui mercati resta positivo, con opportunità per chi investe in bond, azioni e mutui variabili. Ma la parola d’ordine resta prudenza: il futuro dei tassi dipenderà dalle prossime mosse della BCE e dalle incognite dell’economia globale.

(Redazione)

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