Dopo un quarto di secolo di presenza nel capitale, Banca Mediolanum ha ufficialmente ceduto la sua partecipazione del 3,5% in Mediobanca, segnando la fine di un’epoca e un importante cambio di strategia per il gruppo guidato dalla famiglia Doris. L’operazione, conclusa tramite un accelerated bookbuilding rivolto a investitori istituzionali, ha fruttato circa 548,4 milioni di euro con un prezzo per azione di 18,85 euro.
Fine di un sodalizio storico e nuove strategie
La partecipazione di Mediolanum in Mediobanca, nata per sostenere un’alleanza nel private banking con Banca Esperia, era stata già riclassificata nel 2020 da strategica a finanziaria, riflettendo i mutamenti nel settore e le nuove priorità del gruppo. L’uscita dal capitale ha ridotto il patto di consultazione azionaria da cui Mediolanum era il primo socio, portandolo a circa l’8% e indebolendo la posizione dell’attuale management di Piazzetta Cuccia.
Impatti sul mercato e sul risiko bancario italiano
La vendita evita a Mediolanum un coinvolgimento diretto nell’operazione di offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da Monte dei Paschi su Mediobanca, un’operazione sostenuta dal governo ma ancora incerta nel suo esito. L’offerta di Mps è vista dagli investitori come penalizzante, con un rapporto di concambio che valorizza Mediobanca a un prezzo inferiore rispetto alla quotazione di mercato.
Tensioni e voci sul futuro azionario
Negli ultimi tempi erano circolate indiscrezioni su presunte divergenze tra i principali soci della sfida a Mediobanca, in particolare tra Delfin (guidata da Francesco Milleri) e il gruppo Caltagirone. Tuttavia, fonti vicine a Il Giornale smentiscono queste ipotesi, confermando la compattezza del gruppo Delfin, che mantiene la sua quota e si prepara a sostenere la battaglia sul capitale, in linea con le volontà testamentarie del fondatore Leonardo Del Vecchio.
Prospettive e valutazioni degli analisti
Secondo gli esperti di Intermonte, la cessione di Mediolanum riflette la volontà di concentrarsi su una crescita organica più solida e su una strategia finanziaria efficiente. L’operazione avrà un impatto negativo moderato sulle stime di utile per azione di Mediolanum nei prossimi anni, ma potrà generare un effetto positivo sul CET1 e aprire la strada a un possibile dividendo straordinario nel 2026.
Segnali di exit sul titolo
Nelle ultime sei sedute Mediobanca ha registrato cinque giornate di ribasso, delle ultime 6 consecutive, segnando una perdita complessiva superiore al -6%, a conferma di un deterioramento del quadro tecnico nel breve termine. La piattaforma VisualTrader Online ha segnalato nella seduta di ieri, 1° luglio, un segnale di uscita dalla posizione, in concomitanza con la violazione di un importante supporto dinamico. Il trend appare ora indebolito, con l’eventualità di ulteriori pressioni al ribasso.

(Redazione)
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