Il Modello 730/2025 è lo strumento utilizzato da migliaia di contribuenti italiani prossimi alla stagione della dichiarazione dei redditi. Le spese sostenute nel 2024 possono alleggerire sensibilmente il carico fiscale, a patto che siano correttamente documentate. Detrazioni e deduzioni Irpef dipendono infatti dalla disponibilità di scontrini, fatture e ricevute che attestino i costi affrontati durante l’anno.
Non sempre, però, è necessario conservare tutta la documentazione. L’introduzione del Modello 730/2025 precompilato ha rivoluzionato le modalità di presentazione della dichiarazione, alleggerendo gli obblighi a carico del contribuente. Ma come funziona realmente il sistema? Chi deve conservare i documenti? Cosa succede se si perdono gli scontrini? E quando si rischia davvero di perdere le detrazioni fiscali?
Prima di rispondere in maniera esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo al video YouTube di Informazione Fiscale sulle novità da tenere in mente e le date da segnare sul calendario circa la dichiarazione dei redditi 2025.
Chi deve conservare scontrini e fatture per il Modello 730/2025
Il Modello 730/2025 è riservato a lavoratori dipendenti e pensionati. Anche se la digitalizzazione ha semplificato molti passaggi, resta in vigore l’obbligo di conservazione dei documenti fiscali per 5 anni dalla presentazione della dichiarazione. Tale regola vale in particolare per chi integra manualmente la dichiarazione con spese non presenti nella precompilata.
Nonostante ciò, grazie alla tracciabilità di molte spese sanitarie, scolastiche e assicurative, il rischio di dover esibire ogni singolo scontrino si è drasticamente ridotto. Tuttavia, è sempre prudente mantenere una copia cartacea o digitale della documentazione per evitare complicazioni in caso di controlli.
Modello 730/2025 precompilato: vantaggi e semplificazioni
Il grande vantaggio offerto dal Modello 730/2025 precompilato è l’esenzione dai controlli formali, a patto che non vengano apportate modifiche. Accettando la versione predisposta dall’Agenzia delle Entrate, infatti, il contribuente non è tenuto a conservare la documentazione a supporto delle spese indicate, purché siano state correttamente trasmesse al sistema.
È importante ricordare che, sebbene i controlli formali vengano evitati, l’Agenzia delle Entrate può comunque verificare la sussistenza dei requisiti soggettivi per accedere alle detrazioni, ad esempio la presenza di familiari a carico.
Cosa include il Modello 730/2025 precompilato
Come anticipato in apertura di articolo, nel Modello 730/2025 precompilato sono inserite automaticamente diverse tipologie di spese:
- sanitarie;
- tasse universitarie;
- spese funebri;
- premi assicurativi;
- contributi previdenziali;
- lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica.
Queste informazioni sono acquisite tramite flussi informativi inviati da soggetti terzi, come farmacie, università, assicurazioni, enti previdenziali e amministratori condominiali.
Lo scontrino parlante e la tracciabilità delle spese sanitarie
Una voce importante nel Modello 730 è rappresentata dalle spese sanitarie. Dal 2007, lo scontrino parlante ha semplificato l’acquisizione automatica dei dati fiscali. Il documento, emesso da farmacie e strutture sanitarie, include natura, qualità e quantità dei farmaci acquistati, oltre al codice fiscale del paziente.
Il sistema invia poi automaticamente queste informazioni al cassetto fiscale del contribuente. Da lì confluiscono direttamente nella precompilata, rendendo la conservazione dello scontrino spesso superflua.
Quando non servono scontrini nel Modello 730/2025
Se tutte le spese sono correttamente registrate nel sistema dell’Agenzia delle Entrate, non è necessario conservare lo scontrino. Tuttavia, qualora ci siano discrepanze o omissioni, è fondamentale possedere la documentazione originale per modificare o integrare correttamente il modello.
La mancanza di documenti può rendere impossibile la rettifica e, di conseguenza, impedire la fruizione delle detrazioni.
Quando si rischia di perdere le detrazioni fiscali
Se una spesa non è inclusa nella precompilata e non si dispone della relativa pezza d’appoggio, il rischio è concreto: la detrazione si perde. In certi casi non basta nemmeno la sola fattura o scontrino: può essere necessario dimostrare il pagamento tracciabile (bancomat, carta o bonifico).
L’assenza di uno di questi elementi rende non detraibile la spesa, con un impatto diretto sull’importo del rimborso o sull’imposta da pagare.