Occupati in crescita nel IV trimestre 2023: +144mila unità, dati Istat

13/03/2024 12:31

Occupati in crescita nel IV trimestre 2023: +144mila unità, dati Istat
Nel quarto trimestre del 2023, l'input di lavoro, misurato in ore lavorate, ha registrato un aumento dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Contestualmente, il Pil ha mostrato una crescita sia dal punto di vista congiunturale (+0,2%) che tendenziale (+0,6%).
Durante il quarto trimestre del 2023, il numero di occupati è aumentato congiunturalmente di 144 mila unità (+0,6% rispetto al terzo trimestre 2023), principalmente a causa dell'incremento dei dipendenti a tempo indeterminato (+145 mila, +0,9%), mentre i dipendenti a termine e gli indipendenti sono rimasti sostanzialmente stabili. Contestualmente si è registrata una diminuzione sia nel numero di disoccupati (-36 mila, -1,8% in tre mesi) che tra gli inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni (-102 mila, -0,8%).

I tassi di occupazione, disoccupazione e inattività hanno mostrato una tendenza simile: l'occupazione è salita al 61,9% (+0,4 punti), la disoccupazione è scesa al 7,4% (-0,2 punti) e il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni è calato al 33,1% (-0,3 punti). Nei dati provvisori di gennaio 2024, si è osservata una diminuzione degli occupati (-34 mila, -0,1%) rispetto al mese precedente, con un calo corrispondente nel tasso di occupazione (-0,1 punti), mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile e il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni è aumentato (+0,2 punti).

In termini tendenziali, nell'ultimo trimestre del 2023 l'occupazione è cresciuta di 533 mila unità (+2,3% in un anno), coinvolgendo sia i dipendenti a tempo indeterminato (+3,3%) che gli indipendenti (+1,3%), ma non i dipendenti a termine che hanno registrato una diminuzione (-1,4%); nel contempo si è registrata una diminuzione sia dei disoccupati (-65 mila in un anno, -3,2%) che degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-496 mila, -3,9%).
Questo trend ha determinato un aumento del tasso di occupazione (+1,4 punti rispetto al quarto trimestre 2022) e una diminuzione dei tassi di disoccupazione e inattività (-0,4 e -1,2 punti, rispettivamente). Dal lato delle imprese, in termini congiunturali le posizioni lavorative dipendenti sono cresciute dell'0,6%, con un incremento paritario sia nella componente a tempo pieno che in quella a tempo parziale.

Anche in termini tendenziali si è osservato un significativo aumento delle posizioni dipendenti, pari al 3% complessivo, leggermente superiore nella componente full time (+3,1%) rispetto a quella part time (+2,6%). Le ore lavorate per dipendente sono aumentate sia congiunturalmente (+0,6%) che, in modo più marcato, in termini tendenziali (+1,6%); si è inoltre registrato un aumento nell'utilizzo della cassa integrazione (8,3 ore ogni mille ore lavorate).
Il tasso di posti vacanti è aumentato di 0,1 punti nel confronto congiunturale, rimanendo stabile in quello tendenziale. Su base congiunturale, il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) è aumentato dello 0,7%, principalmente a causa della crescita delle retribuzioni (+0,6%) e, in misura più marcata, degli oneri sociali (+1,2%); in termini tendenziali, l'incremento del costo del lavoro è stato più consistente, con una crescita del 3,4%, leggermente inferiore nella componente retributiva (+3,3%) rispetto agli oneri sociali (+3,6%).

Nel corso del 2023, l'aumento del numero di occupati di 481 mila unità (+2,1%) è stato accompagnato da una riduzione del numero di disoccupati (-81 mila, -4,0%) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-468 mila, -3,6%). Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni è salito al 61,5% (+1,3 punti percentuali in un anno), mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 7,7% (-0,4 punti) e quello di inattività tra i 15 e i 64 anni al 33,3% (-1,1 punti).
Si è osservato un aumento dell'input di lavoro nelle imprese: sono cresciute le posizioni dipendenti (+2,9%) e il totale delle ore lavorate (+4,9%, al netto degli effetti di calendario), mentre è diminuito il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (Cig) (-1,6 ore ogni mille lavorate) e al lavoro straordinario nell'industria (-0,3%).

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