Se per la Pensione di Vecchiaia e quella Anticipata non sono previste grandi novità per il 2026, non si può dire lo stesso per altre opzioni previdenziali.
Come quelle per andare in pensione a 64 anni, che rischiano di non essere disponibili nel prossimo anno, almeno con i requisiti di accesso di oggi.
Vediamo infatti come si potrà andare in pensione a 64 anni nel 2026, e quanti contributi saranno necessari per anticipare il ritiro. E soprattutto, come fare domanda.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Soldi e Bonus.
Pensione a 64 anni nel 2026: le soluzioni disponibili per ritirarsi prima
Andare in pensione a 64 anni (o anche prima) è ancora possibile nel 2025 grazie a misure come Quota 103, che consente il pensionamento addirittura a 61 anni.
Una soluzione che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe non essere più disponibile nel 2026, a causa del flop nelle domande di adesione registrato nell?ultimo anno.
Qualora Quota 103 dovesse andare in pensione, non rimarrebbero molte opzioni a portata di mano per la stragrande maggioranza dei lavoratori.
A meno di non appartenere alle categorie di lavoratori che possono aderire a Opzione Donna, Ape Sociale o Quota 97,6, nel 2026 sarà possibile andare in pensione solo con misure come Quota 89 o la Pensione Anticipata.
Soluzioni che consentono, sì, l?uscita anticipata, ma a condizione di rispettare dei requisiti contributivi piuttosto stringenti.

Pensione a 64 anni nel 2026: quanti contributi serviranno
Partiamo da Quota 89, ovvero dalla "Pensione Anticipata Contributiva". Fino al 2024 permetteva il pensionamento a 64 anni con soli 20 anni di contributi effettivi (ossia realmente versati).
Da gennaio 2025 (e quindi anche nel 2026), il requisito contributivo di questa misura è invece di 25 anni (da qui il nome improprio di Quota 89, ovvero 64 anni più 25 anni di contributi)
Questa soglia resterà valida fino al 2030, quando salirà a 30 anni, come previsto dalla Manovra di Bilancio 2025 all'articolo 1 comma 183.
In alternativa a Quota 89, nel 2026 sarà possibile ritirarsi anche con la Pensione Anticipata.
A patto di aver maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne), di cui almeno 35 anni con contribuzione effettiva.
A differenza di Opzione Donna, Ape Sociale e altre misure, queste soluzioni sono aperte a tutti i lavoratori, anche a coloro non rientrano in categorie specifiche come caregiver, disoccupati, invalidi o dipendenti di aziende in crisi.
L'importante è aver raggiunto la quota di contributi richiesta sia da un punto di vista "quantitativo" (25 o 42 anni che siano), sia da un punto di vista "qualitativo" (la contribuzione effettiva).
Attenzione, però: nel caso di Quota 89, anche nel 2026 bisognerà aver maturato con i propri contributi un importo pensionistico non inferiore a tre volte il trattamento minimo.
Per le donne, questa soglia si abbassa a 2,8 volte l?importo mensile dell?assegno sociale se hanno un figlio, e a 2,6 volte per due o più figli.
Pensione a 64 anni nel 2026: come fare domanda
Se si soddisfano i requisiti di Quota 89 o della Pensione Anticipata, si potrà procedere con la domanda di pensionamento.
Salvo nuove disposizioni, anche nel 2026 la domanda potrà essere presentata online sul sito dell?INPS, selezionando la voce "Utilizza il servizio".
O in alternativa attraverso il Contact center, gli enti di patronato o altri intermediari abilitati.
Una piccola precisazione: prima di presentare la domanda è fondamentale aver cessato il rapporto di lavoro dipendente.
Una volta inoltrata la domanda, come precisa l'INPS sul sito ufficiale, il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico si acquisisce dopo un periodo di tre mesi dalla maturazione dei requisiti (la cosiddetta "finestra?).