L?importo dell'assegno non potrà più scendere sotto i 603 euro mensili.
A stabilirlo è la Corte costituzionale, che con la sua ultima sentenza ridefinisce le soglie minime dell'assegno per molti pensionati.
O meglio, per quei contribuenti che sono titolari di una specifica pensione. Vediamo nel dettaglio a chi spetta questa novità.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mr LUL lepaghediale.
Pensione, assegno minimo di 603 euro al mese garantito a questi pensionati
Nella sentenza 94 del 2025 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 9 luglio), la Corte Costituzionale ha stabilito che l'assegno minimo da 603,40 euro (quello previsto tramite l'integrazione al minimo) non può più essere riservato esclusivamente ai titolari di pensioni liquidate con il sistema retributivo o misto.
Anche i lavoratori assunti dopo il 1 gennaio 1996 (quindi interamente soggetti al sistema contributivo puro) devono poter accedere allo stesso trattamento economico minimo.
Si fa riferimento a quanto stabilito dalla Riforma Dini del 1995, che ancora oggi esclude i cosiddetti lavoratori "contributivi puri" dal diritto all?integrazione al minimo, limitando di fatto l?importo della loro pensione a quanto effettivamente versato in contributi.
Ora, però, grazie alla nuova pronuncia della Consulta, questo vincolo decade. Almeno per quanto riguarda la pensione di invalidità.
La novità introdotta dalla sentenza, infatti, riguarda solo i titolari di pensioni di invalidità e non tutti i pensionati italiani.

Come funziona la pensione d'invalidità, e come avere l'assegno minimo di 603 euro
Per chi non la conoscesse, la pensione di invalidità è una prestazione previdenziale che deriva dalla trasformazione automatica dell?assegno ordinario di invalidità, che scatta al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Per ottenerla, bisogna aver raggiunto l'età pensionabile (67 anni d'età, almeno entro il 2027) e aver maturato almeno "cinque anni di assicurazione e 260 contributi settimanali di cui 156 nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda", si legge sul sito dell'INPS.
Inoltre, è necessario aver già maturato i requisiti previsti per l?assegno ordinario di invalidità, ossia trovarsi in una condizione di capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo.
La domanda deve essere presentata online all'INPS, oppure tramite il Contact Center o attraverso gli enti di patronato.
Per accedere all?assegno minimo di 603 euro, cioè all?integrazione al minimo, è necessario essere titolari di una pensione diretta o indiretta il cui importo risulti inferiore alla soglia indicata.
Mentre per le pensioni ordinarie è ancora richiesto (come ulteriore requisito) aver accumulato i contributi anche nel regime retributivo, grazie a questa sentenza i titolari di pensione di invalidità potranno beneficiare dell?integrazione anche se hanno versato i contributi soltanto a partire dal 1996.
Pensione, assegno minimo di 603 euro garantito (ma non retroattivo)
Come già accennato, se fino ad oggi l?assegno minimo di 603 euro era riconosciuto solo a chi aveva maturato contributi anche nel regime retributivo, ora lo stesso trattamento potrà essere garantito anche a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1 gennaio 1996.
A patto di andare in pensione a partire dalla pubblicazione di questa sentenza nella Gazzetta Ufficiale.
Come si legge nella sentenza, l'INPS ha depositato in udienza un prospetto dal quale risulta che una decisione del genere (appunto, estendere il beneficio anche ai lavoratori contributivi puri) "sarebbe suscettibile di determinare, per l?anno in corso, un ingente e improvviso aggravio a carico della finanza pubblica".
Il motivo? Il possibile recupero degli arretrati, "che potrebbero essere richiesti dai percettori degli assegni ordinari d?invalidità liquidati esclusivamente con il sistema contributivo".
A tal riguardo, la Consulta ha precisato che il nuovo beneficio non avrà effetto retroattivo: gli effetti della decisione decorreranno a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale (cioè dal 10 luglio 2025).