Crollano le pensioni anticipate in tutta Italia!
A certificarlo è l?Osservatorio INPS, che nel suo ultimo report segnala per il primo semestre del 2025 un netto calo rispetto allo stesso periodo del 2024.
Ma perché sempre più lavoratori stanno evitando le pensioni anticipate? E quali opzioni restano oggi realmente percorribili?
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Prestiter.
Pensioni anticipate, calo del 17,3% rispetto al 2024: i dati dell'INPS
Secondo l?Osservatorio INPS, le pensioni anticipate liquidate tra gennaio e giugno 2025 sono state 98.356, ovvero circa 20mila in meno rispetto alle 118.550 dello stesso periodo dell?anno precedente.
Un calo che, in termini percentuali, si traduce in un -17,3%.
Si tratta di una cifra che è decisamente inferiore rispetto alle domande di pensione di vecchiaia (117.901). Ma comunque decisamente superiore rispetto a quelle di invalidità previdenziale (23.996).
Particolarmente interessanti anche i dati sugli importi medi degli assegni: le pensioni anticipate si attestano su una media mensile di 2.076 euro, mentre quelle di vecchiaia arrivano a 1.136 euro.
Le pensioni di invalidità previdenziale, infine, si fermano attorno agli 810 euro al mese.
Pensioni anticipate, perché sempre meno lavoratori le richiedono
Alla base di questo calo vi è con molta probabilità l?inasprimento dei requisiti richiesti per accedere alle pensioni anticipate.
il caso di Opzione Donna, la misura prevista per le lavoratrici con meno di 61 anni d?età.
Fino a qualche anno fa, tutte le donne con almeno 35 anni di contributi potevano accedervi. Oggi, invece, l?accesso è riservato a una cerchia ristretta di beneficiarie: caregiver, invalide, disoccupate e poche altre categorie tutelate.
Il risultato? Un crollo delle domande ancora più drastico rispetto agli anni precedenti: nel primo semestre 2025 le richieste sono state solo 1.134, quasi la metà rispetto all?intero 2024, quando si erano fermate a 3.590 (ed era già in calo rispetto al passato).
Situazione analoga anche per Quota 103, misura che oggi risulta appetibile solo per una ristretta platea di contribuenti, a causa del vincolo del calcolo interamente contributivo su tutti i 41 anni di contribuzione.

Pensioni anticipate, le alternative per ritirarsi prima
In alternativa a misure come Opzione Donna e Quota 103, i lavoratori prossimi alla pensione possono contare oggi su soluzioni decisamente più vantaggiose.
Come ad esempio la Pensione Anticipata.
A fronte di un requisito contributivo pressoché simile a quello di Quota 103 (42 anni e 10 mesi di contributi per i lavoratori, e 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici), questa misura permette di ritirarsi dal lavoro con un assegno calcolato attraverso il metodo misto-contributivo.
Il risultato è un trattamento economico nettamente superiore alla media: basti pensare che l'importo medio mensile delle pensioni anticipate è di 2.076 euro, contro i 1.136 euro delle pensioni di vecchiaia.
Un?ulteriore alternativa è rappresentata dall?Ape Sociale.
Riservata come Opzione Donna a specifiche categorie di lavoratori, (caregiver, disoccupati...), l?Ape Sociale prevede però il metodo misto-contributivo per il calcolo dell?assegno, anziché il contributivo puro di Opzione Donna.
Il che consente un trattamento economico più favorevole, e quindi una pensione più consistente.