All'orizzonte spunta una nuova soluzione targata Governo Meloni per arginare l?aumento dell?età pensionabile.
Per scongiurare lo scatto previdenziale in arrivo nel 2027, l'Esecutivo sta studiando una misura tampone che possa essere attuata il prima possibile. E che tenga conto anche dell?andamento della spesa previdenziale, ormai in crescita continua.
Vediamo più nel dettaglio tutti i dettagli finora emersi su questa misura.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mondo Pensioni.
Pensioni, dal Governo una misura per fermare l'aumento dell'età pensionabile
Come già anticipato tempo fa, nel 2027 i lavoratori rischiano di dover andare in pensione più tardi rispetto a oggi: l?accesso alla Pensione di Vecchiaia scatterà a 67 anni e 3 mesi, mentre per la Pensione Anticipata serviranno 43 anni e 1 mese di contributi (ridotti a 42 anni e 1 mese per le lavoratrici).
In pratica, 3 mesi in più rispetto alla situazione attuale. E questo a causa dell?automatismo che lega l'età della pensione alla speranza di vita: una regola che negli ultimi dieci anni ha contribuito a spostare sempre più avanti il ritiro dal mondo del lavoro.
Ora però il Governo Meloni punta a disinnescare questo meccanismo.
Stando a quanto riportato da Fanpage, l?Esecutivo vorrebbe congelare questo automatismo (evitando così l?innalzamento dei requisiti previsto nel 2027) con una misura ad hoc.
Un intervento che, secondo le stime, avrebbe un costo di circa un miliardo di euro: abbastanza per sospendere l?aumento per due anni.
Ma, appunto, si tratterebbe solo di una "sospensione": la misura eviterebbe sì lo scatto, ma non lo eliminerebbe in maniera definitiva.
Una cancellazione totale dell'automatismo richiederebbe anzi risorse ben più ingenti. E alla luce degli ultimi dati sulla spesa previdenziale, al momento lo Stato non può permettersi un impegno del genere.
Pensioni, la spesa previdenziale cresce sempre di più
Stando al Documento di Economia e Finanza 2025, nel 2027 la spesa per le pensioni dovrebbe toccare quota 365,6 miliardi di euro: quasi 100 miliardi in più rispetto al 2018.
Il motivo di questa crescita? Ad esempio le rivalutazioni automatiche degli assegni, l?invecchiamento progressivo della popolazione e l?allentamento di alcune rigidità imposte a suo tempo dalla Legge Fornero.
Tutti elementi che addirittura, secondo il report della Ragioneria generale dello Stato, porteranno entro il 2040 la spesa previdenziale al 17,1% del PIL (per intenderci, oggi è al 15,4%).
Per evitare quindi un?ulteriore crescita di questo onere, l?Esecutivo dovrà muoversi con cautela, assicurandosi che la misura in cantiere non finisca per generare nuove spese nel tempo. Tutte quante a carico delle generazioni future.

Pensioni, appuntamento alla Manovra di Bilancio 2026
In ogni caso, la misura non entrerà in vigore nell?immediato: prima dovrà passare per il Parlamento, dove sarà discussa in vista della Manovra di Bilancio 2026.
Anche per capire se davvero l'operazione costerà 1 miliardo di euro.
Sempre Fanpage precisa che il costo dell'operazione "[...] potrebbe essere ridotto o compensato se l'adozione fosse accompagnata da uno scostamento di bilancio concordato con Bruxelles".
Un?ipotesi dunque sul tavolo, ma che resterebbe comunque vincolata all?approvazione del Parlamento.
Va detto, però, che una semplice sospensione dell?aumento dell?età pensionabile non basterebbe comunque a risolvere il nodo della sostenibilità del sistema.
Senza una vera riforma strutturale che vada oltre la Legge Fornero, i prossimi anni potrebbero trasformare il tema pensioni in una vera e propria emergenza economica nazionale.