Piazza Affari perché puntare sui titoli bancari

21/09/2022 11:10

Piazza Affari perché puntare sui titoli bancari

Risparmiatori e investitori sono a caccia di idee, in questo 2022 che pare non finire mai. Se da una parte è lecito chiedersi cosa debba ancora succedere, o, meglio, cosa possa ancora andare storto in questi dodici mesi, dall’altra è sempre valido il detto per il quale non c’è limite al peggio.

Ecco che quindi occorre cercare di sfruttare quelle occasioni che i mercati sono in grado di offrire.
A Piazza Affari, potrebbe essere una buona idea puntare sui titoli bancari.

Banche su col rialzo dei tassi

Il rialzo dei tassi di interesse ha, di fatto, stroncato le ali, ai mercati, sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, si è passati dal parlare di crescita economica alla paura di una inflazione difficilmente controllabile (da qui i rialzi corposi da parte delle Banche Centrali).

Gli aumenti abnormi dei costi energetici, delle materie prime hanno poi contribuito a far lievitare i costi per le aziende.

Più costi significa un impatto negativo sul conto economico con riduzione degli utili a meno che non si proceda all’aumento dei prezzi al consumatore finale.

Questa ipotesi, però, senz’altro attuata dalle aziende, può voler dire, in tempi di ristrettezze, minori consumi e quindi, contrazione dei profitti nel breve e medio periodo.
Utili inferiori alle attese, prospettive di vendite stagnanti o comunque ridotte, ed ecco che i mercati finanziari penalizzano i titoli azionari.

Tutti? In realtà, da questa fase di tassi in risalita, c’è qualcuno che può trarre sorrisi. Chi? Le banche. Esse, infatti, possono prestare denaro a tassi più elevati di quanto facevano fino a qualche mese fa.

Cosa significa tutto ciò? In poche parole, aumento dei margini di guadagno e benefici sul conto economico a livello di ricavi da quella che è (o dovrebbe essere) l’attività principale di un istituto bancario.

Banche: selezionare è meglio

Potrebbe quindi sorgere spontanea una domanda: si possono acquistare indifferentemente titoli di questa o quella banca oppure è opportuno selezionare?

Ovvero, il ragionamento in precedenza espresso, vale per tutti i titoli del settore bancario?

Fondamentalmente si può affermare che il principio di fondo sia lo stesso per l’intera tipologia di titoli del comparto bancario ma, come in tutte le cose, è sempre fondamentale andare ad analizzare caso per caso.

Non tutti gli istituti di credito infatti sono uguali; vanno valutati l’andamento dei dati di bilancio, l’eventuale presenza di trattative relative all’incorporazione o acquisizione, la bontà del management, la dimensione locale, nazionale o internazionale della banca e via dicendo.

Inoltre, ad esempio, considerando la quantità di somme depositate sui conti correnti del nostro Paese, si potrebbero tenere in particolare considerazione le società che operano nel risparmio gestito puntando sulla possibilità che riescano a dirottare almeno parte di queste somme su fondi di investimento o prodotti in grado di generare redditività.

Discorso che comunque vale per tutte le banche, anche se con inquadrature differenti.

Tornando a quello che dovrebbe essere il “core business” di una qualsiasi banca, la risalita dei tassi applicati su mutui e prestiti (nonché quelli applicati su affidamenti e scoperti di conto corrente) genererà in ogni caso un incremento dei profitti che potrebbe avere ripercussioni positive anche sui dividendi che verranno staccati a partire dal prossimo anno.

Ecco, quando si sceglie una banca sulla quale investire, teniamo anche in considerazione la remunerazione che offre e lo storico dei rendimenti retrocessi agli azionisti.

 

n

@Foto articolo

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

Condividi

Google News Siamo su Google News!

Rimani sempre aggiornato, clicca sul link qui sotto, e nella pagina che si apre non dimenticarti di cliccare il bottone "Segui".

Traderlink Google News »