Quota 103, possibile addio dal 2026: al vaglio nuova soluzione per i giovani lavoratori

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 09/06/2025 10:15

Quota 103, possibile addio dal 2026: al vaglio nuova soluzione per i giovani lavoratori

Forse dal 1 gennaio 2026 dovremo dire addio a Quota 103, la misura previdenziale per ritirarsi a 62 anni con 41 anni di contributi versati.

Secondo alcune indiscrezioni, il Governo starebbe lavorando a una soluzione "alternativa" a Quota 103, pensata soprattutto per i lavoratori più giovani.

Vediamo meglio di cosa si tratta, e quali alternative rimarrebbero per i giovani lavoratori.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Pianeta Pensioni.

Quota 103, possibile addio a partire dal 2026

Stando a quanto riportato dal Giornale, il Governo Meloni starebbe valutando la chiusura definitiva di Quota 103.

Introdotta con la Legge di Bilancio 2023, Quota 103 ha subito diverse modifiche nel corso degli ultimi anni.

Una tra le più significative: il metodo di calcolo dell'assegno.

Se prima il calcolo di Quota 103 si basava su un sistema "misto" (retributivo per i contributi antecedenti al 1996 e contributivo per quelli successivi), dal 2024 si basa su uno completamente contributivo.

Ciò significa che, a partire dal 1 gennaio 2024, chiunque richieda Quota 103 si vedrà calcolare l'assegno della propria pensione esclusivamente con il metodo contributivo. Un cambiamento che ha reso la misura meno vantaggiosa per tutti i lavoratori.

Probabilmente è anche per questo che le richieste sono crollate: secondo Fanpage, tra gennaio e settembre 2024 ne sono arrivate appena 1.700. Per fare un confronto, Opzione Donna ha raccolto circa 3.500 adesioni nello stesso periodo.

Una flessione che ha portato l?Esecutivo a valutare l?abbandono di Quota 103. E di proporre come "sostituto" la pensione integrativa, o meglio "integrata" con il TFR.

Quota 103 addio, al suo posto la pensione integrativa con il TFR

Come "sostituto" di Quota 103 si starebbe valutando una sorta di pensione che consenta di integrare il proprio montante contributivo con il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) accumulato nel corso degli anni.

In pratica, anziché riceverlo alla fine del rapporto di lavoro come liquidazione, il TFR verrebbe utilizzato per arricchire la somma di tutti i contributi accumulati, aumentando l?importo dell'assegno pensionistico.

In questo modo, il lavoratore ha maggiori possibilità di raggiungere i requisiti di altri trattamenti previdenziali.

Come ad esempio la Pensione Anticipata Contributiva, che consente di ritirarsi a 64 anni con 25 anni di contribuzione (ma solo se l?importo dell?assegno raggiunge almeno 3 volte il trattamento minimo).

Attenzione però: secondo PMI.it, il TFR non sarebbe destinato ai fondi pensione già esistenti, "ma sarebbe utilizzato per prodotti previdenziali individuali, che permetterebbero ai lavoratori di colmare il divario tra le pensioni ordinarie e quelle anticipate".

Quota 103 addio, quali alternative rimangono

Se l?ipotesi del TFR integrato non dovesse concretizzarsi, i giovani lavoratori potranno comunque contare in futuro su soluzioni come la Pensione di Vecchiaia e la Pensione Anticipata.

Ovviamente, se raggiungono i requisiti che saranno richiesti nei prossimi anni.

A meno che non venga superata la Legge Fornero, i requisiti di accesso a queste pensioni continueranno ad adeguarsi all?aspettativa di vita.

Il che sarà un bel problema per i giovani lavoratori di oggi e domani, che potrebbero ritrovarsi tra qualche decennio con requisiti anagrafici e contributivi ben più elevati rispetto a quelli attuali.

Entro i prossimi decenni l?età per la Pensione di Vecchiaia potrebbe salire fino a 73 anni, mentre la Pensione Anticipata potrebbe richiedere più di 45 anni di contributi.

Se l?attuale Governo e quelli futuri non metteranno in campo soluzioni efficaci, l?unica strada davvero praticabile resterà quella della previdenza complementare (con tutti i pro e contro).

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