Il taglio del cuneo fiscale continua a influenzare in modo rilevante gli stipendi NoiPA anche nel 2025. Sebbene rappresenti un vantaggio concreto per moltissimi dipendenti pubblici, non sempre risulta conveniente accettarlo. La possibilità di rinunciare al beneficio anche per la mensilità di luglio 2025 resta attiva, offrendo a molti lavoratori una soluzione preventiva per evitare spiacevoli conguagli fiscali a fine anno.
Ma perché rinunciare a un beneficio economico in busta paga? Come si rinuncia concretamente al bonus NoiPA? Quando conviene davvero farlo? E si può tornare indietro?
Scopriamolo insieme. Prima però vi lasciamo al video YouTube di Tecnica della Scuola - Notizie scuola su come rinunciare al cuneo fiscale.
Rinuncia al cuneo fiscale Stipendi NoiPA: cos'è e perché è prevista anche a luglio 2025
Il cuneo fiscale rappresenta la differenza tra il costo del lavoro per il datore e il netto in busta per il dipendente. Con la Legge di Bilancio 2025, il Governo ha confermato il taglio del cuneo per i redditi fino a 40.000 euro, riconoscendo un beneficio in busta paga a chi rispetta determinati limiti reddituali.
Chi riceve lo stipendio attraverso NoiPA ha visto già applicato lo sgravio nelle buste paga di giugno 2025. Tuttavia, la normativa prevede che ogni lavoratore possa rinunciare volontariamente al taglio, anche a luglio 2025, per evitare di incorrere in conguagli o perdite di diritto al beneficio durante la dichiarazione dei redditi.
Questa scelta è personale e revocabile. È sufficiente entrare nell’area self-service di NoiPA, accedere alla sezione “Gestione benefici fiscali” e confermare la propria volontà di rinuncia. La rinuncia non ha effetto retroattivo: i benefici già percepiti restano validi, ma non verranno più applicati dalla mensilità successiva.
Sebbene il termine consigliato per l’invio della richiesta sia il 25 giugno 2025, le domande inviate successivamente produrranno effetti da agosto in poi.
Quando conviene rinunciare al beneficio e quali rischi si evitano
Rinunciare al taglio del cuneo fiscale può sembrare una mossa controproducente, ma in alcuni casi è un’azione preventiva intelligente. Il motivo principale riguarda il rischio di superare le soglie di reddito, attualmente fissate in 20.000 euro per il bonus pieno e 40.000 euro per la detrazione aggiuntiva decrescente.
Chi lavora nel pubblico impiego e riceve anche:
- redditi da locazione;
- compensi da incarichi esterni;
- fatture come libero professionista o con partita IVA;
- collaborazioni occasionali,
potrebbe inconsapevolmente oltrepassare le soglie che danno diritto al bonus. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate provvederà al recupero delle somme percepite, sotto forma di conguaglio fiscale o compensazione in dichiarazione dei redditi.
La rinuncia, quindi, permette di evitare un’imposta imprevista a fine anno e di gestire in modo proattivo la propria posizione fiscale. È un'opzione consigliata per chi ha una struttura reddituale complessa o variabile, come docenti con incarichi extra, medici con doppio impiego o dipendenti pubblici che affittano immobili.
Per chi invece è certo di restare ben al di sotto dei limiti, la rinuncia non conviene, perché comporta un netto mensile più basso, senza nessuna contropartita.
Come effettuare (o revocare) la rinuncia dal portale NoiPA
Per rinunciare al taglio del cuneo fiscale sugli stipendi NoiPA, è sufficiente accedere all’Area riservata del portale NoiPA con SPID, CIE o CNS. Dal menù, bisogna entrare nella sezione “Stipendiali”, quindi cliccare su “Gestione benefici fiscali”. Qui è possibile visualizzare, modificare o inserire la propria richiesta di rinuncia.
La modifica sarà efficace dal mese successivo alla richiesta, in base alla data di invio. Se si interviene entro il 25 del mese, l’effetto parte dalla busta paga immediatamente successiva. Dopo tale data, la decorrenza sarà posticipata di un mese.
In qualsiasi momento dell’anno è inoltre possibile revocare la rinuncia, ripristinando il beneficio a partire dal primo mese utile. Tuttavia, il bonus non sarà riconosciuto in forma retroattiva, ma solo dal momento in cui viene riattivato.
In caso di revoca tardiva o errore, il sistema NoiPA tiene conto dell’intera annualità al momento del conguaglio IRPEF, ricalcolando l’importo spettante in base al reddito complessivo effettivo. Questo consente un margine di recupero, ma resta preferibile pianificare in anticipo per evitare complicazioni.