Tassi di interesse alti: è allarme debito pubblico?

09/10/2023 10:11

Tassi di interesse alti: è allarme debito pubblico?

Titoli di Stato italiani: i rendimenti salgono 

I rendimenti dei titoli di stato italiani, così come quelli di qualunque strumento finanziario obbligazionario, sono decisamente saliti negli ultimi periodi. 

La fase di politica monetaria restrittiva, infatti, orientata all’abbattimento e contenimento dell’inflazione, ha prodotto aumenti dei tassi di interesse a raffica (o quasi) sia da parte della Fed che della Bce. 

Il risultato, quindi, è stato quello di avere rendimenti in forte crescita rispetto a quelli che il mercato offriva qualche tempo fa. 

Per fare un esempio, un Btp decennale, è arrivato ad avere un rendimento intorno al 5%, livelli che non venivano toccati da diversi anni.

E, per almeno un paio di anni, non si prospettano cambi di strategia in corso, stante anche le ultime dichiarazioni degli esponenti delle banche centrali. 

Gli investitori, quindi, sono di certo felici, visto che vedono aumentare l’importo dei flussi cedolari che vengono riconosciuti loro periodicamente. 

Un po' meno contento è sicuramente lo Stato italiano.
Perché? 

Titoli di Stato: aumenta il costo del debito 

Chi non è felice di questo andamento, è la Tesoreria dello Stato italiano, costretta ad emettere titoli a tassi più elevati per rifinanziare la parte di debito via via in scadenza. 

Considerando l’atavico incremento della spesa pubblica all’interno del nostro Paese, è immediatamente chiaro come, anche un lieve incremento dei tassi da corrispondere, incida in modo sensibile sul bilancio globale. 

Occorre poi anche considerare lo spread tra il Btp Italia a 10 anni e il Bund tedesco, che attualmente si aggira intorno ai 200 punti base. 

Ora, è chiaro come, se il debito aumenta, se aumenta il tasso di interesse da riconoscere ai sottoscrittori, se peggiora il livello dello spread, lo Stato italiano si trova dinanzi ad una situazione decisamente poco rosea. 

Il rischio di un peggioramento del rating è una delle possibili evoluzioni che tale scenario potrebbe portare come conseguenza.

Certo, non bisogna fasciarsi la testa prima di essere caduti, ma è bene considerare tutte le ipotesi plausibili. 

Anche perché, un rating meno gradito al mercato, genererebbe un circolo vizioso dagli esiti potenzialmente molto preoccupanti. 

Tassi di interesse alti: un bene o un male? 

Dal punto di vista del singolo investitore, più elevato è il tasso nominale offerto dai titoli, maggiore è il flusso cedolare che riceve annualmente sul proprio conto corrente. 

Se però si amplia il ragionamento e si allunga l’orizzonte temporale dell’osservazione, passando dall’immediato/breve al lungo periodo, anche l’investitore deve fare qualche riflessione e porsi delle domande. 

Una eventuale combo negativa tra innalzamento spread e livello dei tassi potrebbe infatti portare ad un debito pubblico non più sostenibile. 

La spirale potrebbe portare a conseguenza attualmente non prevedibili né considerabili ma che, in linea di massima, non possono essere totalmente escluse.

Ergo, occorre sempre essere lungimiranti e ragionare a bocce ferme. 

Ecco perché, pur valutando con estremo favore un incremento dei tassi offerti dal mercato obbligazionario, non bisogna dimenticarsi della buona regola della diversificazione sia tra mercati, che tra settori ed emittenti. 

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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