Uniper: perdita record da 40 miliardi con stop gas russo

03/11/2022 16:58

Conti Uniper nell'abisso

Uniper chiude i primi nove mesi del 2022 con una perdita netta contabile di oltre 40 miliardi di euro. Si tratta del record negativo per una società tedesca, superiore al rosso da 25 miliardi accusato nel 2002 da Deutsche Telekom.
Il gruppo tra i principali al mondo nel settore della produzione di energia con un totale di 33 GW è andato in crisi a causa delle conseguenze della guerra in Ucraina, in primis lo stop delle consegne di gas da parte di Gazprom.

Vita dura senza il gas russo

Uniper ha dovuto supplire alla mancanza di gas russo rifornendosi sul mercato, esponendosi quindi al balzo dei prezzi visto negli ultimi mesi.

Ricordiamo che il Dutch TTF Future, che attualmente viene scambiato a circa 130 euro/MWh, lo scorso 26 agosto ha sfiorato i 350 euro e che un anno fa quotava poco più di 40 e due anni fa circa 15 euro/MWh. Infatti dei 40 miliardi di perdita circa 10 sono dovuti ai costi di rimpiazzo del gas russo e circa 31 a future perdite su derivati e accantonamenti per il taglio delle forniture di gas russo.
Secondo fonti vicine alla situazione sentite da Reuters, Uniper sta valutando l'ipotesi di avviare un arbitrato presso una corte svedese per chiedere a Gazprom un risarcimento multimiliardario.

Uniper: salvataggio di Stato

Intanto però la grave crisi finanziaria innescata dal taglio delle importazioni di gas dalla Russia ha spinto Uniper a un millimetro dalla bancarotta.

E quel millimetro sarebbe stato facilmente percorso se il governo tedesco non fosse intervenuto sottoscrivendo un aumento di capitale da 8 miliardi di euro (a seguito del quale deterrà il 99% del capitale del gruppo, sostanzialmente una nazionalizzazione) e fornendo linee di credito per complessivi 21 miliardi attraverso la banca statale KfW.
Uniper è la prima vittima tra le big della crisi del gas innescata dalle sanzioni contro l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, una sorte che potrebbe toccare anche ad alcuni piccoli fornitori in Italia: i quali però difficilmente potranno godere del salvagente statale.

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