I colossi bancari statunitensi inaugurano una nuova stagione di dividendi record e buyback miliardari dopo aver superato senza difficoltà gli stress test annuali della Federal Reserve. Tutte le 22 principali banche USA hanno dimostrato una solidità patrimoniale eccezionale: il loro CET1 medio si è attestato all’11,6%, più del doppio rispetto al minimo regolamentare del 4,5%, anche nello scenario ipotetico di una recessione profonda, disoccupazione al 10% e crollo dei prezzi immobiliari del 33%.
Jp Morgan
JP Morgan guida la carica annunciando un maxi buyback da 50 miliardi di dollari e un aumento del dividendo a 1,50 dollari per azione, seguito da incrementi anche per Bank of America, Goldman Sachs, Citigroup, Morgan Stanley e Wells Fargo. In totale, il valore dei nuovi piani di remunerazione agli azionisti supera i 100 miliardi di dollari, segnando la più grande ondata di ritorni di capitale dalla crisi finanziaria.
Nuove regole dalla FED
Questa pioggia di dividendi e riacquisti di azioni è resa possibile anche dalle nuove prospettive regolamentari: la Fed, sotto la spinta della vicepresidente Michelle Bowman, sta rivedendo il calcolo dell’eSLR (enhanced Supplementary Leverage Ratio), riducendo i vincoli patrimoniali e liberando fino a 5,5 trilioni di dollari dai bilanci bancari. La riforma, parte della più ampia agenda di deregolamentazione promossa dall’amministrazione Trump, consentirà alle banche di aumentare la liquidità disponibile per investimenti e acquisti di Treasury.
Il parere degli analisti
Gli analisti sottolineano che, pur in presenza di criteri di stress test giudicati da alcuni “benevoli”, le big bank USA restano ben capitalizzate e pronte a sostenere l’economia anche in caso di shock severi. Il prossimo appuntamento chiave per gli investitori è il 15 luglio, quando JP Morgan presenterà i risultati del secondo trimestre e i dettagli sulla nuova politica di remunerazione.
Effetti positivi
- Resilienza comprovata: Gli stress test hanno confermato che le principali banche statunitensi mantengono livelli di capitale ben superiori ai requisiti minimi, anche in scenari di shock economico severo. Questo offre una solida base per sostenere distribuzioni di capitale senza mettere a rischio la stabilità immediata del sistema.
- Sostegno ai mercati: I buyback riducono il numero di azioni in circolazione, aumentando l’utile per azione e sostenendo i prezzi dei titoli bancari. Questo può rafforzare la fiducia degli investitori e la solidità percepita del settore.
- Gestione efficiente del capitale: Con capitale in eccesso e domanda di prestiti debole, la distribuzione agli azionisti tramite buyback e dividendi rappresenta una scelta razionale per evitare inefficienze e mantenere alta la redditività.
Rischi e criticità
- Dipendenza da condizioni favorevoli: La sostenibilità di questa politica dipende dal permanere di utili elevati, bassa incidenza di crediti deteriorati e condizioni regolamentari accomodanti. Un peggioramento del ciclo economico, un aumento dei tassi di insolvenza o un cambio di rotta nella regolamentazione potrebbero rapidamente ridurre la capacità delle banche di continuare a remunerare gli azionisti senza intaccare la solidità patrimoniale.
- Possibile eccesso di ottimismo: Alcuni osservatori sottolineano che gli stress test Fed sono stati meno severi rispetto agli standard BCE e che alcune esposizioni rischiose, come il private credit, non sono state pienamente considerate. Un improvviso shock non previsto potrebbe quindi trovare alcune banche meno preparate del previsto.
- Effetto su liquidità e volatilità: I buyback possono ridurre la volatilità e aumentare la liquidità del titolo, ma in caso di sospensione (ad esempio durante i periodi di blackout o crisi), il mercato potrebbe diventare più vulnerabile a shock esterni.
(Redazione)
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