Oggi più che mai si fa strada l’assegno unico per figli a carico, giunge a cavallo di rapide trasformazioni. Il governo italiano corre spedito per rafforzare le basi per la crescita del Paese. Salta il debutto ufficiale dell’assegno unico non più per il 1° luglio 2021.
Ma, entrerà ufficialmente a regime a partire dalla data del 1° gennaio 2022 allineandosi perfettamente con il nuovo anno fiscale. La data di luglio resta al centro d'importanti novità, prevista in forma graduale la cancellazione delle detrazioni IRPEF e degli altri aiuti legati alle genitorialità suddivisi tra bonus, indennità e premi.
In merito alla misura, la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti ha fornito maggiori informazioni sulle detrazioni fiscale che saranno totalmente consumate dall’assegno universale.
Nei prossimi mesi, quando si farà strada il cammino dell’assegno universale dovremmo aspettarci i primi passi di un micro intervento ponte. Per poi rendere l’assegno unico definitivamente a regime a partire dal prossimo anno.
Per ora, i tecnici del Mef stanno predisponendo i meccanismi necessari per l’avvio del welfare parentale.
In ogni caso, non sarà il testo definitivo, ma si tratterebbe di un sistema necessario capace di congiungersi agli altri aiuti già attivi per la famiglia. La squadra di governo sta lavorando su un dispositivo che non colga alla sprovvista i contribuenti alle prese con il conguaglio di fine anno.
Insomma, il salto di qualità c’è stato, tuttavia non tutti punti sembrano essere stati chiariti.
Permangono ancora troppe zone d’ombra che minano il decollo dell’assegno unico per i figli. D’altra parte il premier Draghi ha inserito la misura nel pacchetto delle Riforme connesse al Recovery plan. Per la copertura di tale provvedimento è stata prevista una dote finanziaria di circa 20 miliardi di euro, risorse che secondo quanto previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dovranno essere potenziate a sostegno dell’assegno unico universale secondo i principi di universalità e progressività.
Assegno unico figli 2021: addio ai bonus INPS connessi alla maternità
L’assegno universale coinvolgerà il 27,3% delle famiglie in uno momento di sofferenza economica del Paese e maggiormente per la perdita delle condizioni di benessere delle famiglie che ha prodotto un vertiginoso calo delle nascite.
Attraverso l’approvazione della Legge delega n.
46/2021 del 30 marzo, il Parlamento ha predisposto l’avvio di un’unica voce economica di aiuto da destinare alle famiglie, predisponendo l’abolizione di diversi bonus INPS attualmente in vigore. Un passo a metà, in quanto, non ha reso operativa la misura attraverso i decreti attuativi.
Per concludere la fase operativa della misura occorrono almeno 12 mesi per l’approvazione del decreto istitutivo.
La riforma deve allinearsi perfettamente con il riassetto delle detrazioni IRPEF per i figli a carico, nonchè degli assegni familiari ANF.
Mentre, si prevede la cancellazione degli altri aiuti legati alle genitorialità suddivisi tra bonus, indennità e premi, tra cui:
- non sarà riconfermato l’'assegno per le famiglie numerosi con tre 3 figli minori;
- non sarà riconfermato il bonus bebè;
- non sarà riconfermato il bonus mamma domani;
- non sarà riconfermato il Fondo di credito per i nuovi nati;
- non sarà rifonfermato il premio alla nascita.
Misure che dovrebbero essere consumate a partire dall’entrata in vigore dell’assegno unico fissata per il 1° gennaio 2021.
Molto probabilmente, resterebbe attive altri aiuti disponibili per le famiglie racchiusi in diverse misure, tra cui;
- sarà confermato il bonus asilo nido;
- sarà confermata la carta famiglia;
- sarà confermato il congedo parentale e così via.
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Ecco chi paga di più!
Assegno unico figli 2021: a chi spetta e come funziona?
Una delle caratteristiche dell’assegno unico è l’universalità, infatti, la misura andrà a sostenere le famiglie con figli senza distinzione d'inquadramento contrattuale, disoccupati, incapienti, fruitori del Reddito di cittadinanza, professionisti e così via.
L’assegno unico sarà riconosciuto alle famiglie a partire dal 7° mese di gestazione e sino al 21esimo compleanno in presenza di particolari condizioni. Per i figli disabili non è previsto alcun limite di età.
L’importo dell’assegno universale muta in funzione del reddito annuo prodotto dalla famiglia su scala ISEE.
Il valore minimo consentito corrisponde a 50 euro mentre la soglia massima erogabile a figlio equivale all’importo di 250 euro mensili. Prevista una quota variabile in misura del reddito e delle maggiorazioni in base al numero dei figli. Per cui, per i figli successivi al primo viene applicato un incremento sull’importo del 20%, mentre per i figli disabili l’aumento spetta nella misura del 30% al 50%.
D’altra parte i figli maggiorenni con un’età compresa tra i 18 e sino ai 21 anni, possono richiedere l’erogazione personale dell’assegno unico.
L’importo viene riconosciuto in forma ridotta. Occorre, precisare che in presenza di quest’ultima circostanza, dietro formale richiesta il pagamento dell’assegno viene erogato ai figli in presenza di determinate condizioni, tra cui:
- i figli maggiorenni sino a 21 anni devono risultare a carico della famiglia;
- immatricolati o iscritti al corso di studio, o tirocinio e così via.
- ammessi se registrati all’ANPAL;
- ammessi i volontari del servizio civile.
Il riconoscimento dell’assegno universale è subordinato alla presenza dei seguenti requisiti, tra cui la cittadinanza italiana, di uno Stato europeo, extra europeo con permesso di soggiorno o contratto lavorativo di almeno 2 anni, residenza in Italia, convivente con i figli da un periodo minimo di 2 anni anche non continuativi.
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Assegno unico figli 2021: qual è l’importo riconosciuto alle famiglie?
Il Gruppo Arel, Fondazione Gorrieri e Alleanza per l'Infanzia, ha realizzato importanti considerazione tendendo conto della dote finanziaria messa in campo dal Governo italiano e la distribuzione dell’assegno unico a tutte le famiglie con figli.
Come si legge dalla ricostruzione eseguita rapportando il valore del fondo di circa 20 miliardi, viene presunto che l’importo erogabile alle famiglie come assegno universale corrisponda al valore di 145 euro mensili da distribuire per ogni figlio appartenente al nucleo familiare.
Occorre, sottolineare che l’importo dell’assegno universale si compone di una base fissa, mentre la quota variabile si muove in funzione del reddito familiare prodotto attraverso l’Indicatore della situazione economica equivalente ISEE.
Secondo la ricostruzione formulata sempre dal Gruppo Alleanza per l’Infanzia l’importo dell’assegno unico viene erogato in base alle seguenti ripartizioni, tra cui:
- per le famiglie che presentano un indicatore ISEE del valore massimo di 30 mila euro, l’importo dell’assegno unico erogabile per figlio a carico corrisponde al valore massimo di 161 euro al mese, relativo a un importo complessivo annuo pari a 1.930 euro. Mentre, per i figli non minori, ma aventi un’età compresa tra i 18 anni di età e sino al 21esimo compleanno l’importo erogabile per figlio a carico equivale a 97 euro mensili.
- per le famiglie che presentano un indicatore ISEE del valore massimo compreso tra i di 30 mila euro e sino al valore massimo di 52 euro, l’importo dell’assegno unico erogabile per figlio a carico corrisponde a un valore decrescente racchiuso tra una somma di 161 euro sino a calarsi alla soglia di 67 euro mensili.
- per le famiglie che presentano un indicatore ISEE del valore massimo di oltre 52 mila euro, l’importo dell’assegno unico erogabile per figlio a carico corrisponde al valore massimo di 67 euro al mese.
La somma dell’assegno si riduce per ogni figlio di età tra 18 e 21 anni e viene aumentato per i figli disabili.
L’assegno unico per i figli comprende anche l’aggiunta di maggiorazioni secondo le seguenti ripartizioni, tra cui:
- per le famiglie numerose composte da 3 figli e successivi, viene applicato un aumento del valore massimo di + 300 euro ;
- per le famiglie composte da figli disabili viene applicato un aumento del valore del + 50%;
- particolare attenzione viene ri Fonte: News Trend Online