Il business nei servizi cloud per Oracle rimane una montagna difficile da scalare. Il titolo del colosso del software enterprise nel 2020 si era apprezzato di quasi il 50% a Wall Street, proprio per la fiducia sul fatto che Oracle fosse diventata un player rilevante nel comparto.
Come nota Therese Poletti di MarketWatch, però, il gruppo di Santa Clara ha rivisto la classificazione dei suoi ricavi ed è oggi difficile stabilire esattamente quanto fatturi con i servizi cloud.
I ricavi di Cloud Services and License Support sono cresciuti del 6% annuo nel terzo trimestre dell'anno fiscale 2021 (e a valute costanti la crescita è stata di appena il 2%), a 7,25 miliardi di dollari. Il dato è positivo ma rimane in singola cifra, troppo poco per andare a impensierire Amazon Web Services (Aws, il business nel cloud di Amazon.com), realtà consolidata le cui vendite crescono da anni in doppia cifra.
Oracle player di nicchia.
Aws e Microsoft restano lontane sul cloud
"Anche se c'è chi paragona Oracle ai principali operatori di infrastrutture cloud come Amazon, Microsoft e Google, la realtà è che nonostante alcune vittorie di alto profilo lo scorso anno, come Zoom e TikTok (diventate clienti di Oracle, ndr), Oracle rimane un player di nicchia", ha spiegato a MarketWatch Scott Kessler, analista di Third Bridge.
"La posizione di Oracle resta dietro ad Alibaba Cloud e a quella di Ibm, con una quota di mercato di appena il 2%", ha aggiunto Kessler. Oracle ha toccato un crollo superiore al 6% in after market (la seduta di mercoledì al Nyse si era già chiusa in declino dello 0,70%), dopo che la chief executive Safra Catz ha dichiarato di attendersi per il trimestre in corso un eps rettificato compreso tra 1,20 e 1,24 dollari, a fronte di una crescita dei ricavi totali del 5%-7% (1,28 dollari e 4% il consensus di Refinitiv).
Trimestre oltre le stime ma al Nyse sono premiati i buyback
L'ultimo periodo, chiuso lo scorso 28 febbraio, ha visto comunque Oracle registrare profitti netti quasi raddoppiati da 2,57 miliardi, pari a 79 centesimi per azione, a 5,02 miliardi, e 1,68 dollari.
Su base rettificata l'eps è salito da 97 centesimi a 1,16 dollari, a fronte di ricavi in aumento da 9,79 a 10,08 miliardi. Il consensus di FactSet era invece per 1,11 dollari e 10,07 miliardi rispettivamente. Gran parte dell'entusiasmo degli investitori su Oracle (il titolo si era comunque apprezzato di circa il 12% da inizio 2021), come nota ancora Poletti può anche essere attribuito ai buyback, che contribuiscono ad alzare l'eps.
Il board ha approvato un ampliamento da 20 miliardi di dollari per il piano di riacquisto di azioni proprie attualmente in corso (e ha anche aumentato del 33% la cedola trimestrale). E Catz ha spiegato che il terzo trimestre includeva un beneficio fiscale da 2,3 miliardi, "relativo al trasferimento di alcune attività tra le controllate".
(Raffaele Rovati)
Fonte: News
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