I record storici del mercato Usa e la situazione attuale, non hanno reso le cose facili per gli investitori che guardano a Wall Street. Molti titoli, infatti, si trovano in ipercomprato e non è escluso che possano riservare brutte sorprese. Bret Kenvell ha individuato 10 titoli che, secondo lui, sono i più pericolosi da comprare.
Apple Inc.
(NASDAQ: AAPL)
Il titolo di Cupertino ha toccato nuovi massimi storici nelle ultime sedute con la benedizione degli analisti di JPMorgan che hanno dato 165 dollari di target mentre UBS ha fatto una chiamata per i 200 entro i prossimi tre anni. Purtroppo per Kenvell il titolo è andato troppo lontano e troppo velocemente con un rally che è arrivato a +24% da inizio anno.
Apple è una macchina che genera flussi di cassa stabili e che potrebbe anche migliorare la sua situazione grazie al rilancio dell'iPhone 8 ad eventuali sgravi fiscali e alle possibili conseguenze delle strategie politiche dell'amministrazione Trump con gli incentivi per chi torna a produrre in patria.
Nonostante tutti i lati positivi, però, queste azioni restano in ipercomprato.
Corporation Kohl (NYSE: KSS)
Le azioni sono in calo del 20% negli ultimi tre mesi e molti già guardano a un rimbalzo ma allargando il focus delle valutazioni, la situazione cambia.
Dopo circa tre anni di crescita del fatturato Kohl ha dovuto accusare un calo delle vendite l'anno scorso, un trend che, proseguendo per il prossimo futuro, dovrebbe portare a un calo dei ricavi anche in virtù di un utile netto sceso per almeno quattro anni di fila e che gli analisti si aspettano in diminuzione anche per il 2017.A confermarlo, anche le stime dell'utile per azione per il 2017 arrivate a 3.61 dollari contro i 3.76 dello scorso anno.
I lati positivi? Nel corso degli ultimi quattro anni il dividendo di Kohl è salito da 1.40 dollari per azione a 2 con un rendimento del 5,5% per un rapporto prezzo-utili di solo 12,7. Tuttavia l'erosione alla base del suo business potrebbe vanificare tutti i vantaggi derivanti da un eventuale rimbalzo a breve termine perché, sul lungo periodo, le prospettive sono ancora incerte anche sul quadro tecnico.
Mobileye NV (NYSE: MBLY)
Troppo valutato (come dicono i ribassisti) oppure sulla soglia di un mercato che nel futuro sarà driver nel campo delle vetture autoguidate? Il dibattito è acceso soprattutto per chi vede nell'acquisizione di Intel Corporation (NASDAQ: INTC ) per 15.3 miliardi di dollari, un motivo per credere nel titolo.
Ma per molti versi l'acquisizione rappresenta un rischio: qualora qualcosa andasse male, le azioni potrebbero precipitare a 48 dollari (-20%), ovvero la quotazione registrata prima dell'annuncio del deal.
Sears Holdings Corp (NASDAQ: SHLD ).
Le azioni sono in calo del 24% negli ultimi 12 mesi e dell'85% negli ultimi cinque anni ma questo non ha fermato l'ottimismo di chi guarda a quel +23% da inizio anno come un risultato che migliorerà in futuro, una conferma che arriva, indirettamente, dai diversi acquisti fatti da Insider.
Ma il rivenditore sta effettivamente lottando contro il calo delle vendite, peggiorato con lo strapotere di Amazon e per quanto il CEO potrebbe investire nell'azienda anche in maniera massiccia, salvandola, questa è solo un'opzione. Finora, infatti, per restare a galla, ha adottato una strategia fondata sulla vendita sistematica di asset,, spesso i migliori, il che lascia poco vantaggio competitivo per l'azienda.
Valeant Pharmaceuticals Intl Inc (NYSE: VRX )
Come Sears, anche Valeant ha visto un calo costante solo che invece dell'85% in 5 anni, la sua è stata dell'87% in 14 mesi.
Sicuramente Valeant ha alcune buone aziende nel suo portafoglio marchi, ma intanto il castello continua a cadere a pezzi e quwi marchi risulteranno nel tempo troppo deboli per ripianare le perdite. Il problema per la ditta, è il debito di 29,85 miliardi di dollari per una capitalizzazione che non va oltre i 3,9 miliardi di dollari.
Valeant ha speso i suoi capitali di investimento in acquisizioni senza avere una sua pipeline di farmaci. Cosa significa questo? Che per quanto possano vendere i marchi migliori, di base, alle fondamenta, di proprio, hanno ben poco su cui lavorare. Di sicuro esiste una via d'uscita dalla crisi, ma al momento non è chiara e non è a breve termine.
Whole Foods Market, Inc.
(NASDAQ: WFM)
Nel tempo il marchio potrà ornare forte. Ma non adesso. Soprattutto se si pensa che, come fa notare Kenvell, ogni passo in avanti che l'azienda tenta di fare, in realtà si traduce in due passi indietro.
Al di là delle questioni tecniche su cui lo stesso Kenvell preferisce non ragionare, le vendite comparabili dell'ultimo trimestre sono scese del 2,4% anno su anno mentre per il rtrimestre in corso le cose vanno anche peggio: -3,2%. A poco sono serviti, a novembre, un aumento del dividendo e il cambio della strategia adottata dai vertici, l'utile netto è sceso per due anni consecutivi con 507 milioni di dollari realizzati nell'esercizio fiscale 2016, ben al di sotto dei 551 milioni risultanti nel 2013.Sebbene Whole Foods sia stato il simbolo della buona alimentazione, lo è stato, appunto, in passato: Kroger Co (NYSE: KR) nel frattempo, ha rafforzato la propria offerta sullo stesso settore a fronte di una valutazione conveniente, cosa che invece WFM non può vantare.
In altre parole si è creato il paradosso di una società in declino e di una valutazione in aumento. Gli analisti si aspettano un calo dell'EPS quest'anno e una crescita piatta l'anno prossimo.
Gilead Sciences, Inc. (Nasdaq: GILD )
Viene scambiato a solo sette volte 2016 ma per Kenvell è pur sempre da evitare.
Il motivo? Semplice: mentre questo parametro è tale dal 2016 nel frattempo le azioni di Gilead sono scese da 90 a 67 dollari ovvero del 25% a causa di vendite in calo e utile netto diminuito notevolmente. Non solo, ma se si considerano buoni i 13.5 miliardi risultati tra i guadagni dell'anno scorso è bene ricordare che nel 2015 erano stati ben 18,1 miliardi.
Di fronte a questo, il dividend yield del 3,1% non è sostenibile ancora a lungo. Soprattutto se si guardano le previsioni degli analisti che si aspettano vendite in calo del 19% quest'anno e dell'8% l'anno prossimo, così come anche un forte calo degli utili il tutto mentre l'EPS di 11.57 del 2016è visto in calo a 8.24 nel 2017 e a 7.53 nel 2018.
Clovis Oncology Inc (NASDAQ: CLVS)
Per chiunque abbia investito nel biotech, il titolo non è stata una delusione.
Dal 2014 al 2015, le azioni raddoppiato da 50 a 100 dollari anche se, subito dopo, hanno dovuto accusate un crollo verticale che le ha portate a -75% in una settimana prima di toccare il fondo in ultima analisi a circa 12,50 dollari a metà del 2016. Il motivo della disgrazia è da ritrovarsi nell'uscita di scena di due dei tre nuovi farmaci su cui l'azienda aveva scommesso.
A questo vada ad aggiungersi anche una volatilità che per il biotech è congenita ma che, come si è visto, per Clovis è addirittura patologica e di certo troppo grande rispetto alla valutazione.
Ford Motor Company (NYSE: F)
Per ora il titolo vanta una bassa valutazione ma questo non è un uon motivo per comprare.
Infatti Ford, secondo l'analisi di Kenvell ha tutte le caratteristiche di essere una vera e propria trappola. Scambiato a soli 10 volte gli utili e con una cedola intorno al 5% deve anche prendere coscienza di un calo del 12% nel corso dell'ultimo anno che diventa 25% se si guardano gli ultimi 5 anni.
Non bisogna nemmeno dimenticare che all'inizio di questo mese, Ford ha tagliato la sua guidance del primo trimestre nel range di 30-35 centesimi per azione contro attese che gli analisti fissavano a 47 centesimi per azione. Sempre guardando i numeri dell'EPS, nel 2018 gli analisti prevedono 1.68 dollari contro 1.59 previsti per il 2017 a sua volta in calo rispetto a 1.76 del 2016.
A d attirare l'attenzione anche le previsioni di una crescita nulla delle vendite, oltre a una crescita degli utili negativa nel 2017 e nel 2018. Unico salvagente, il dividendo, che potrebbe mantenere a galla il titolo ancora per un po'; se proprio si vuole puntare sulle case automobilistiche sarebbe meglio guardare a General Motors Company (NYSE: GM ).
Snap Inc (NYSE: SNAP)
Per molti sarà l'asso nella manica degli investitori del futuro ma per Bret Kenvell, il problema della valutazione troppo alta riguarda quelli del presente.Per quanto sia una grande piattaforma, è scambiata a 51 volte le vendite mentre i ricavi sono visti raddoppiare nel 2018.
Intanto, come tutte le matricole, ovviamente Snap dovrà investire per stabilizzarsi e rafforzarsi e quindi perdere ancora denaro per almeno un paio d'anni. A questo si aggiunga il fatto che Facebook Inc (NASDAQ: FB ) sta copiando molte delle iniziative e delle caratteristiche di Snap con il vantaggio di avere una platea di utenti più ampia e fidelizzata.
Basta questo per capire come nel futuro i timori di debolezza del titolo abbiano qualche motivo d'essere. Per qua Fonte: News Trend Online