Anche Wikipedia spara sul Bitcoin: ICO sono "truffa assoluta"

05/10/2017 17:56

Anche Wikipedia spara sul Bitcoin: ICO sono "truffa assoluta"

La tecnologia Blockchain è un fenomeno interessante e che "resterà con noi ancora per un po'", ma il mercato delle critptovalute è pieno di "imbrogli". Dopo le polemiche sul bitcoin suscitate dalle dichiarazioni di alcuni noti banchieri di Wall Street, un nuovo avvertimento sui pericoli connessi alla diffusione incontrollata degli strumenti finanziari digitali arriva questa volta da una voce esterna alla comunità finanziaria.

L'ultima opinione eccellente sul tema è quella di Jimmy Wales, il co-fondatore di Wikipedia, che ha definito  le cosidette Initial Coin Offerings "truffe assolute".

Blockchain interessante, ma attenti alle truffe

Intervistato dalla Cnbc, l'inventore dell'enciclopedia più famosa del web si è detto contrario alla pratica sempre più diffusa con cui le start-up raccolgono denaro emettendo nuove criptovalute, le cosiddette "Offerte Iniziali di Moneta", e dove chi partecipa paga con bitcoin o ethereum, le due più note monete digitali in circolazione: una specie di crowdfunding, ma fatto tutto con denaro digitale, che secondo dati del sito specializzato Coinschedule ha generato quest'anno un mercato da 2,4 miliardi di dollari.

Wales ha messo in guardia gli investitori dal partecipare a queste forme di finanziamento. "Penso che la blockchain sia una tecnologia estremamente interessante", spiega, "ma ci sono un sacco di queste ICO che a mio parere sono delle assolute truffe, e la gente dovrebbe molto diffidente rispetto alle cose che stanno succedendo in questo mercato".

Una prudenza necessaria soprattutto dal momento che le Ico, non sottoposte al momento ad alcuna forma di regolazione, non garantiscono protezione a chi investe in caso di frodi o perdite di denaro.

Tanto che sono già arrivate le prime contromisure in alcuni paesi. L'ultima decisione in materia è arrivata appena la settimana scorsa dalla Commissione per i Servizi Finanziari della Corea del Sud, che sulla falsariga dei provvedimenti già presi in Cina a inizio settembre ha annunciato il prossimo stop all’emissione di nuovi "token" digitali. 

 

Un asset che divide

L'opinione di Wales segnala in ogni caso la sempre maggiore attenzione riservata ormai anche dal grande pubblico alla famiglia al bitcoin, dopo l'esponenziale crescita del mercato dell'ultimo anno: ad agosto, il valore di mercato totale delle criptovalute scambiate ha raggiunto un record di 160 miliardi di dollari, aprendo un vivace dibattito nel mondo degli investimenti e costringendo a prendere posizione sul tema alcuni dei più noti finanzieri di Wall Street. Lo scorso mese, aveva fatto scalpore la dichiarazione di Jamie Dimon, ceo di JPMorgan Chase, che ha definito il bitcoin una "frode" che "non funzionerà" e l'ha paragonato ai "tulipani olandesi", riferendosi a un noto episodio di bolla speculativa nell'Olanda del XVII secolo. 

Sul fronte opposto, il ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ha mostrato proprio nei giorni scorsi di avere un approccio verso il mercato delle criptovalute molto meno prevenuto, affidando a un tweet, in una specie di riflessione a voce alta sul bitcoin, il messaggio che "ci sta ancora riflettendo sopra" e non ha ancora deciso se sostenerlo o rifiutarlo.

Non a caso, il Wall Stret Journal ha tra l'altro riportato all'inizio di questa settimana che proprio Goldman Sachs starebbe pensando di lanciare una piattaforma di trading su bitcoin e altre criptovalute. 

Fonte: News Trend Online

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