Furia francese e ritirata spagnola oggi a Piazza Affari che al pari delle altre Borse europee, rispetto alle quali è riuscita però a difendersi meglio, ha vissuto una seduta a due facce.
Ftse Mib: brusca inversione ad un passo dai top 2019
Il Ftse Mib ha avviato gli scambi in gap in area 21.180, per poi allungare il passo fino ad un top a 22.293 punti, poco sopra il massimo del 20 settembre scorso a 22.282 punti.
Da questo livello si è avuto un ripiegamento che ha visto l'indice riportarsi in area 22.200, a ridosso della quale ha stazionato fino ad un'ora e mezza prima della chiusura delle contrattazioni.
Alle ore 16 si è innescata una brusca accelerazione al ribasso, che ha interessato anche le Borse UE e Usa, con una chiusura del Ftse Mib sui minimi intraday a 21.927 punti, in flessione dello 0,81%
Ftse Mib: pioggia di sell dopo l'indice ISM manifatturiero
A scatenare l'improvviso cambio di rotta del mercato è stata la diffusione dell'indice ISM manifatturiero negli Stati Uniti.
Il dato a settembre si è attestato a 47,8 punti, in calo rispetto ai 49,1 punti di agosto, scendendo sui minimi dal 2009 e deludendo le attese degli analisti che si erano preparati ad un rimbalzo a 50,4 punti.
Per il secondo mese consecutivo, come non accadeva da inizio 2016, l'indice relativo all'attività manifatturiera negli Stati Uniti si è mantenuto al di sotto di quota 50 punti, soglia di demarcazione tra espansione e contrazione dell'attività economica.
Immediata la reazione dei mercati azionari che hanno registrato una rapida flessione, complici i timori crescenti sulle prospettive della congiuntura a stelle e strisce.
USA: indice ISM, più vicina una recessione?
Preoccupazione è stata espressa da Torsten Slok, economista di Deutsche Bank, il quale commentando il dato sull'ISM diffuso oggi ha dichiarato che sembra non esserci fine al rallentamento dell'economia Usa, aggiungendo che diventa più reale ora il rischio di una recessione.
Meno allarmati gli economisti di Commerzbank i quali richiamano l'attenzione sul fatto che i dettagli del rapporto relativo all'ISM manifatturiero non sono così negativi, visto che la metà del calo dell'indice è attribuibile alla componente di inventario.
Christoph Balz avverte che una contrazione nel settore manifatturiero Usa non deve essere confusa con una recessione nell'economia generale, visto che quest'ultima è segnalata solo con un valore inferiore ai 43,2 punti, secondo quanto evidenziato dallo stesso istituto ISM.
USA: gli analisti vedono nuovi tagli dei tassi dopo indice ISM
Se da una parte gli analisti non sono tutti concordi sulla minaccia reale o meno di una fase recessiva, dall'altra è unanime invece la view sulle prossime mosse della Fed.
Secondo l'economista di Commerzbank è probabile che il Board guidato da Powell vedrà ulteriori rischi al ribasso per l'economia americana e di conseguenza nuovi tagli dei tassi di interesse sono probabilmente solo una questione di questo.
Gli esperti si aspettano una sforbiciata di 25 punti base sia in occasione del meeting di fine mese che in quello in agenda a dicembre.
Per gli analisti di BPN Paribas il dato odierno sul'ISM manifatturiero va a sostenere la loro view secondo cui la Fed taglierà nuovamente i tassi, ma a differenza di Commerzbank il gruppo francese vede solo un intervento di 25 basis points a dicembre.
A scommettere su nuove riduzione del costo del denaro negli Stati Uniti è anche ING, secondo cui la Fed taglierà ancora i tassi per cercare di limitare il rallentamento della crescita a stelle e strisce.
La casa olandese non si aspetta a breve un rimbalzo del settore manifatturiero e se da una parte riconosce che il settore dei consumi sta continuando a funzionare bene in America, dall'altra avverte che ciò potrebbe non durare a lungo se dal report sul lavoro in agenda venerdì dovessero arrivare segnali di frenata nella crescita dell'occupazione.
Fonte: News
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