Scandalo su Banca Popolare di Bari: azionisti truffati ancora?

04/11/2016 13:12

Scandalo su Banca Popolare di Bari: azionisti truffati ancora?

Da tempo l’attenzione sul sistema bancario è puntata sui grandi nomi in difficoltà: Mps in fase di ristrutturazione, Unicredit che taglia i rami secchi, Bpm e Banco Popolare ormai uniti nella prima fusione tra le Popolari come volontà di legge impone. Ma la realtà del risparmio italiano si fonda sulle piccole realtà che non arrivano sotto i riflettori.
E’ il caso della Banca popolare di Bari il  più grande istituto di credito del Sud Italia con 70 mila soci. Al centro di uno scandalo. 

Cosa sta succedendo?

Secondo quanto ricostruito da L’Espresso, da mesi, da una quindicina per l’esattezza, i risparmiatori della banca in questione si trovano nell’impossibilità di gestire il proprio capitale in titoli.

Nel 2013 l’istituto era sto oggetto di un richiamo da parte di Bankitalia la quale, però, poche settimane dopo aveva incaricato la stessa banca da lei ripresa, di acquisizire, salvandola, Tercas, la vecchia Cassa di Teramo anch’essa soggetta a un pesante fardello, quello di crediti incagliati che, ocme a Bari, non trovavano soluzione di risanamento.
I 300 milioni necessari per l’acquisizione in questione si sono evidenziati nel bilancio 2015, chiuso con 297 milioni di perdite. Una situazione che ha portato la banca meridionale nuovamente ad essere oggetto di controllo da parte delle sentinelle di Ignazio Visco, lo stesso che, a suo tempo, avallò e caldeggiò l’operazione di fusione tra Bari e Teramo. Il tutto in vista di quella metamorfosi che, come accennato sopra, per volontà di legge del governo Renzi, dovrà trasformare le Popolari in Spa. 

Bankitalia sapeva ma... 

Le accuse di Bankitalia, spaziavano dalla sospetta velocità con cui in alcuni casi venivano erogati i prestiti a clienti che, nonostante tutto, continuavano a non essere solventi o a non far rientrare il credito ricevuto.

Strana la coincidenza che vorrebbe i beneficiari di questi prestiti facili, anche esponenti della politica locale. In particolare da L’Espresso viene evidenziata, tra le altre, anche la partecipazione di questi esponenti all’interno dei vertici de “La Gazzetta del Mezzogiorno” per una quota che poi sembra essere stata ceduta alla stessa Banca Popolare di Bari.
Gli ispettori di Via nazionale avevano già evidenziato strani intrecci di prestiti e finanziamenti a persone inaffidabili quando è arrivata la richiesta di intervento per il salvataggio di Tercas che costa 600 milioni e la cui metà è stata anticipata dal Fondo Interbancario.

E l’altra? Evidentemente il fatto che i soci non possano accedere ai propri capitali può essere una prima, ovvia risposta. Ma come? Collocando a più risprese titoli e azioni della banca per la raccolta di capitale, strategia che da i suoi frutti visto che i 60mila soci del 2013 diventano 70mila nel 2015.
Ma il problema è dietro l’angolo: i conti del 205 si chiudono in perdita a causa del salvataggio Tercas. A ruota arriva anche la perdita del 21% di valore degli asset emessi decisa dall'Assemblea dei soci/azionisti con conseguente rperdita e richiesta di vendita da parte dei clienti.

E la storia si ripete. 

Fonte: News Trend Online

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