Una previsione che nessun investitore può ignorare

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 21/10/2019 17:59

Quest'anno lo S&P500 è salito in ciascuno dei primi quattro mesi dell'anno. Un "barometro" attivatosi altre 15 volte dal 1950 ad oggi. Con quali effetti? vista l'efficacia della previsione fino ad ora, gli investitori sono ben allertati.

La denuncia proviene da una fonte autorevole e indiscussa come il Financial Times: si sono invertiti i ruoli, con le azioni che fungono da bond, e i bond che fanno le azioni. In passato gli investitori si rivolgevano ai titoli di Stato quando esigevano sicurezza e flussi periodici, mentre propendevano per l’Equity quando puntavano sul capital gain a discapito dei ritorni periodici.  

Oggi le posizioni si sono rovesciate, con i titoli di Stato che non forniscono più cedole visibili ad occhio nudo, ma garantiscono ritorni spettacolari: il Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond Index esprime un rendimento medio dell’1.37%, ma quest’anno si è apprezzato di oltre il 6%. Lo US Long Treasury Total Return, che replica la parte lunga della curva dei rendimenti americana, si è apprezzato del 17% nel 2019 e contende a Wall Street la palma di migliore investimento; sebbene lo S&P500, tenuto conto dei generosi dividendi intascati – il dividend yield supera il rendimento del T-Note decennale; prima dei massimi del 2007 era inferiore di 330 punti base! – svetti quest’anno con un apprezzamento del 21.5%.

Tenuto conto del contestuale apprezzamento dell’oro, dello yen, del franco svizzero – classici investimenti rifugio per gli investitori ad alta sensibilità ai fattori esogeni – si può ben dire che il 2019 sarà ricordato come l’anno dei guadagni copiosi e oltretutto facili.
Soprattutto, prevedibili: si ricorderà come, dopo il primo trimestre, segnalammo sul Rapporto Giornaliero una curiosa anomalia. Lo S&P500, difatti, si era apprezzato in ciascuno dei primi tre mesi dell’anno. Una prova di vitalità sperimentata in tutto 20 volte dal 1950 ad oggi: abbastanza per profilarne l’andamento prospettico. Il rapporto di oggi riporta quanto originariamente proposto il 17 aprile scorso: giusto sei mesi fa. Ad evidenza, il confronto fra proiezione e consuntivo non poteva risultare più gratificante.

Rispolveriamo questo setup stagionale non tanto per deplorevoli finalità auto-celebrative, ma perché quella configurazione temporale si arricchì, come il lettore ricorderà, di un ulteriore tassello: un saldo positivo anche nel successivo mese di aprile. Un barometro “JFMA” (indice positivo in ciascuno dei primi quattro mesi dell’anno) è stato registrato 15 volte, dal 1950. Eloquente l'andamento di Wall Street nel quarto trimestre dell'anno. Una proiezione che nessun investitore può ignorare.

Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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