Piazza Affari ha raggiunto una posizione estremamente cruciale. La sensazione è che da questi livelli, o si possa rimbalzare con vigore; o si possa sfondare senza alcun riguardo per gli investitori. La massiccia sproporzione fra Up Volume e Down Volume, e fra società in rialzo e società in rialzo, hanno prodotto negli ultimi giorni letture estremamente elevate di TRIN; con la conseguenza che ieri sera registriamo clamorosamente un segnale di esaurimento del ribasso: ci sarà da fidarsi?
Il dubbio è lecito. Possiamo concedere una chance ai Tori, ma deve essere chiaro che stiamo sollecitando l'argine strutturale che fino ad ora ha contenuto il mercato preservando formalmente l'uptrend degli ultimi due anni. Sotto questi livelli, non sappiamo cosa salverebbe la borsa italiana. Con uno spread sui titoli governativi a 10 anni di Grecia e Italia sceso a 122 punti base - il minimo, da dicembre 2009 - non è che ci sia molto da sorridere: tenuto conto oltretutto che Piazza Affari sta vistosamente sottoperformando le altre borse mediterranee.
Gli indici americani nel frattempo abbozzano una reazione, dopo il tonfo di lunedì. Provvidenzialmente, vista la rilevanza dei supporti strutturali anche qui interessati di recente. Al solito, l'esclusa General Electric fa faville, mentre la Walgreen che ne ha preso il posto nel paniere del Dow, fatica a spiccare il volo. Il ragionamento lineare in borsa è raramente premiante, ma gli investitori possono consolarsi con il fatto che la sovraperformance di GE - nove punti percentuali, fino ad ora - avrebbe inciso molto poco sulla performance del Dow Jones.
Casomai, ci sarebbe da commentare il divario venutosi ormai a creare fra la performance del mercato azionario, e quella dei titoli di Stato. Lo spread di performance a tre mesi fra lo S&P500 "total return" e il World Domestic Bonds TR Index, ha raggiunto i 6 punti percentuali. Un dato che premia chi ha assunto rischio, ma che risulta incompatibile con l'attuale condizione della congiuntura economica internazionale: il CESI G10 attestandosi tuttora sui livelli di inizio 2016. Non sarebbe sensazionale se la citata performance ripiegasse verso il basso, colmando questo insostenibile divario venutosi a creare.
Gaetano Evangelista
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