La Federal Reserve non ama fare le sorprese

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 01/08/2024 14:19

Vivace rimbalzo del mercato azionario in una settimana che nelle prossime 48 ore proporrà ancora innumerevoli appuntamenti macroeconomici. Il modello di asset allocation è stato esemplare nel suggerire, a novembre, in splendida solitudine un overweight in azioni.

La Federal Reserve non delude le aspettative. Smentendo una rumorosa minoranza di osservatori, che esortava Powell a tagliare subito i tassi di interesse onde scongiurare una improbabile recessione imminente; il FOMC ha lasciato ieri sera invariato il costo del denaro, rimandando a settembre l’inaugurazione di un easing atteso dalla fine dello scorso anno.
Alla luce della strategia della forward guidance adottata da tempo, sarebbe stato sensazionale il contrario. La banca centrale americana comunica con anticipo le sue mosse: lasciando che sia il mercato a compiere il lavoro sporco, e sopraggiungendo a posteriori con un ruolo meramente notarile. Negli ultimi trent’anni si contano solo due eccezioni a questa regola: nel 2008, dopo il fallimento di Lehman Brothers, e più di recente, con il dissesto di Silicon Valley Bank. In assenza di eventi straordinari del genere, era irrealistico porre in essere scommesse dissonanti rispetto al FOMC Watch.

Quello di ieri è risultato il FOMC Day più brillante degli ultimi due anni. Dopo un consolidamento del 4% in due settimane, lo S&P500 è ripartito di slancio: capitalizzando la scadenza ciclica del Delta System di una settimana fa, nonché la sollecitazione del supporto a 5400 punti. Trova conferma un principio avanzato nei primi mesi di quest’anno: il 2024 sarebbe stato un anno da consolidamenti non superiori al 5%. Verosimilmente la fiammata di ieri sarà seguita da alcune prese di beneficio nei prossimi giorni. Ma il quadro di fondo rimane assolutamente favorevole, con le borse ben messe per procedere verso i target di fine anno enunciati nell'aggiornamento recente del 2024 Yearly Outlook.

E mentre l’indice azionario più rappresentativo al mondo realizza un nuovo massimo storico in termini di chiusura mensile, il resto dei listini globali non resta certo a guardare: il MSCI World ex USA torna a ridosso della barriera contenitiva fra 2400 e 2450 punti, già fatale in un paio di altre occasioni quest’anno. Basterebbero un paio di punti percentuali di ulteriore progresso per entrare in territori inesplorati, favorendo quel passaggio di testimone da tempo atteso.
Da segnalare, sotto questa prospettiva, l'imponente revisione proposta ieri sera dal nostro modello di asset allocation: esemplare per aver raccomandato a novembre una generosa sovraesposizione in azioni.

(Redazione)

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