EPS in crescita e tassi in calo: un mix ideale

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 21/10/2025 17:37

Gli investitori si coprono comprando opzioni ma escludendo le vendite. Questo fa impennare il VIX mantenendo stabile il mercato azionario: che resta prossimo ai massimi. In attesa che si concluda la finestra stagionale sfavorevole.

A Wall Street il tonfo di venerdì 10 si rivela episodico e per nulla produttivo di effetti trascinamento, come sovente è occorso a tutte le latitudini in questo decennio. Lo S&P500 non recupera tutte le perdite, ma si mantiene per l’intera passata settimana all’interno del range di quella seduta: mantenendo vive le speranze dei ribassisti, ma al contempo non concedendo loro nulla.
L’indice difatti galleggia ancora sulla media mobile che ha ben contenuto tutti i (modesti) ripiegamenti sperimentati da aprile in avanti, con il sentiment degli investitori precipitato: a giudicare da un Fear&Greed adesso in modalità panico a 23 punti, e da una netta prevalenza di Orsi nell’ambito del sondaggio di AAII.

Prova evidente di questo sentiment, il comportamento del VIX: che prima schizza fino a 29 punti, poi crolla nel corso dell’ultima seduta. Davvero un comportamento eccezionale: venerdì mattina il misuratore della volatilità implicita segnava un progresso dell’80% rispetto al minimo di cinque giorni prima, con lo S&P500 che ha chiuso in distacco di appena l’1.5% rispetto al massimo di cinque giorni prima. Tutto qui.
Si registrano appena cinque precedenti analoghi nella storia; tutti nei passati otto anni, l’ultimo a dicembre 2024, il precedente setup il fatale 2 agosto, culmine del pessimismo per una crescita economica americana che da allora ha fatto passi da gigante. 
Basti pensare che l’ultimo GDPNow della Fed di Atlanta segna +3.9% per il trimestre appena terminato, dopo una espansione reale del +3.3% nel Q2. Altro che recessione imminente. Non dovesse bastare, nei passati sei mesi le entrate da dazi doganali hanno raggiunto negli USA i 151 miliardi di dollari. Casse piene, portafogli vuoti.

È una prospettiva differente da quella usualmente proposta dai media finanziari a caccia di facile visibilità. Nonostante la “guerra commerciale” in atto, le entrate non fiscali garantiscono la tenuta dei conti federali, scongiurando l'attivazione dei bond vigilantes, con il ridimensionamento della volatilità su questo fronte (MOVE) che favorisce direttamente il mercato azionario. E con la Federal Reserve pronta a rilanciare il ciclo monetario distensivo: la probabilità di un quarto taglio consecutivo, a gennaio, essendo ora salita al 56%.

Questo, mentre uno strategist, interpellato da Bloomberg, ammette quasi sconsolato: «i profitti societari probabilmente cresceranno a doppia cifra percentuale nei prossimi trimestri, fornendo un sostegno fondamentale a questo mercato» (https://tinyurl.com/AGEit253). Società quotate che producono utili consistenti, e tassi di interesse in ridimensionamento: difficile biasimare gli investitori che tuttora vantano una allocazione che privilegi il mercato azionario.

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

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