Gli ottimisti rileveranno come il mercato sia talmente robusto e solido da assorbire facilmente le vendite che intervengono, in anticipazione anche degli scenari più raccapriccianti; mentre i pessimisti argomenteranno che il peggio deve ancora arrivare.
L’atteso confronto militare diretto fra Israele e la teocrazia iraniana, viene preceduto venerdì da un ripiegamento che porta il deficit dai massimi a poco meno del 2.5% per quanto concerne lo S&P500. Al solito, ci sono due modi per interpretare questo infimo dato: gli ottimisti rileveranno come il mercato sia talmente robusto e solido da assorbire facilmente le vendite che intervengono, in anticipazione anche degli scenari più raccapriccianti; mentre i pessimisti argomenteranno che il peggio deve ancora arrivare.
La verità probabilmente sta nel mezzo, anche se i Tori beneficiano di un indubbio vantaggio. Mediamente durante l’anno il mercato azionario fa registrare da massimo a minimo un ripiegamento a doppia cifra, sicché la siccità ribassista del 2024 risulta storicamente una aberrazione. Ma, come il pollo di Trilussa, non è affatto garantito che la media sia conseguita, e non ci sorprenderebbe un drawdown non superiore al 5%.
Certo il diavolo – anzi, l’Orso – si nasconde nei dettagli. Per una Wall Street che assorbe agevolmente le vendite, ci sono i listini di Francia, Germania, Italia e Spagna che cedono più del 4% dai massimi. Finanziari, Health Care e Real Estate negli Stati Uniti perdono da inizio mese più del 5%, assieme alle small cap, mentre si difendono meglio i temi Value: energetici, risorse di base ed industriali in particolare.
Il contesto di fondo però rimane assolutamente confortante, con il nostro modello di asset allocation che mantiene invariata l’esposizione in Equity, dopo la riduzione provvidenziale di una settimana fa, come si ricorderà. Lo S&P500 viene da una performance superiore al 30% in dodici mesi: un progresso sperimentato altre 27 volte nella storia, con la borsa americana che deve gestire le denunce di eccessi insostenibili.
La stagionalità supporta. Negli ultimi cinquant’anni quando lo S&P500 ha conseguito un saldo positivo nel primo trimestre, cedendo però terreno nella prima metà di aprile; nella seconda metà è salito in tutti i casi tranne uno, conseguendo un rispettabile saldo del +1.62%. Rimbalzo in vista?
Si direbbe di sì, osservando il setup maturato venerdì sera a Piazza Affari all vigilia di un drammatico fine settimana. Le quotazioni del FTSE MIB hanno formalizzato un Buy Sequential setup: confortante, visto l’esito degli episodi precedenti; l’ultimo dei quali meno di tre mesi fa.
D’altro canto, però, la borsa italiana è ancora alle prese con l’indicazione meno incoraggiante proveniente dal modello previsionale basato sul mercato delle opzioni, come rivedremo nel rapporto di domani.
Gaetano Evangelista