E non si tratta di una performance elitaria. Tanto lo S&P500 equiponderato quanto la Advance-Decline Line del NYSE, a loro volta hanno raggiunto nuove vette assolute: a testimonianza di un rialzo corale, non ristretto alle note megacap tecnologiche.
Settimana all’insegna del consolidamento per i principali listini azionari. Lo S&P500 ripiega dello 0.6%, l’Eurostoxx50 cede lo 0.05%, Piazza Affari chiude con un saldo del +0.2%. L’All Country si ridimensiona in misura similare, con il 70% delle borse mondiali che fa registrare una variazione in assoluto non superiore al punto percentuale. Il classico comportamento della seconda settimana di dicembre.
Appena 24 ore prima della conclusione dell’ottava, il benchmark USA si è arrampicato ad un nuovo massimo storico, con il bull market inaugurato ad ottobre 2022 che raggiunge pertanto il 38esimo mese di anzianità: un traguardo prestigioso, festeggiato in sordina, che avvicina questa brillante esperienza alla media/mediana storica: 61/55 mesi, rispettivamente.
Soprattutto, quei 6901 punti di S&P500 distano ormai soltanto l’un percento dal target massimo per il 2025 a 6969 punti delineato nell’Outlook di AGE Italia. Possiamo malcelare una certa soddisfazione, tanto più che dall’avvistamento degli scarafaggi ad opera di un noto CEO, Wall Street ha guadagnato 230 punti; quasi il 3.5%.
E non si tratta di una performance elitaria. Tanto lo S&P500 equiponderato quanto la Advance-Decline Line del NYSE, a loro volta hanno raggiunto nuove vette assolute: a testimonianza di un rialzo corale, non ristretto alle note megacap tecnologiche.
Certo infastidisce come è ovvio che sia il ripiegamento di venerdì, maturato subito dopo il conseguimento di un nuovo – il 37esimo, quest’anno – record storico. Ma è una circostanza non così inusuale, e soprattutto non così minacciosa, come commentiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi. Negli ultimi cinquant'anni, fenomeni analoghi accadono in media una volta ogni anno.
Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net