Un settembre brillante per i mercati azionari

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 16/09/2025 16:28

La vitalità dei listini USA non è fenomeno esclusivo: nuovi record sono conseguiti dal MSCI All Country e persino dal MSCI World ex USA: a conferma di un rialzo corale delle quotazioni. Gli investitori istituzionali restano clamorosamente scarichi di azioni.

Nonostante la reazione vistosa dei prezzi delle auto, dei generi alimentari e dell’abbigliamento (beni sensibili ai dazi doganali), l’inflazione negli Stati Uniti ad agosto risulta sostanzialmente allineata alle aspettative della vigilia. L’accaparramento delle scorte, la variabilità delle tariffe ed i timori che i consumatori possano maldigerire gli aumenti di prezzo, hanno persuaso i rivenditori ad interventi graduali, non incisivi; e questo induce la Federal Reserve a concentrare le attenzioni sul mercato del lavoro: con il divario fra occupazioni disponibili e disoccupati, negativo per la prima volta da aprile di quattro anni fa. Questo mitiga le pressioni su salari e stipendi, favorisce il lavoro della Fed e irrobustisce i margini di guadagno delle società quotate. 

Malgrado i timori della vigilia, con un progresso di quasi il 2% questo è il miglior mese di settembre finora dal 2019. Dow Jones e S&P500 nella versione equiponderata a loro volta raggiungono un nuovo massimo storico, ma la vitalità dei listini americani non è fenomeno esclusivo: nuovi record sono conseguiti dal MSCI All Country e persino dal MSCI World ex USA. Per restare negli Stati Uniti, da fine luglio la performance delle small cap sfiora il +10% e risulta duplice rispetto alla prestazione del benchmark generale: a conferma di un rialzo corale delle quotazioni.

Gli investitori istituzionali restano clamorosamente scarichi di azioni, con il pubblico retail tuttora terrorizzato dal manifestarsi sostanzialmente di ben tre bear market nel corso di questo decennio, considerando l’esperienza negativa (-21.3% da massimo a minimo) di febbraio-aprile. Questo non ha impedito a Wall Street di raggiungere un saldo del +12% da inizio anno, pur mantenendosi nella parte centrale del ranking per performance del 2025 delle borse del G30: una classifica dominata da Corea del Sud (+41.5%), Spagna (+32.0%), Hong Kong (+31.5%) ed Israele (+30.3%). 

Con uno S&P500 sui massimi a tre sedute dalla riunione del FOMC, non è azzardato aspettarsi un consolidamento. Nulla per cui perdere il sonno. Sarà interessante verificare se anche questo cruciale mese si chiuderà con un saldo positivo; farebbe la differenza: il quarto trimestre negli Stati Uniti vanta una performance media storica di poco superiore al +1.5% quando settembre è risultato – non di rado – negativo, ma di quasi il triplo (+4.3%) nei casi in cui questo mese ha sorpreso favorevolmente gli investitori.

Sarebbe un ottimo viatico per celebrare l’ingresso del bull market nel quarto anno di anzianità.

Gaetano Evangelista - https://www.ageitalia.net

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