Wall Street in guadagno per sei mesi di fila!

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 04/11/2025 10:05

Non accenna a rientrare la sequenza positiva inaugurata ad aprile, pochi giorni dopo il famigerato Liberation Day. Eccellente le trimestrali del Q3, confortante la politica monetaria tuttora accomandante; ma si ripete ancora una volta l'Hindenburg Omen.

Abbastanza a sorpresa, anche il mese di ottobre termina in territorio positivo per Wall Street. Disattese le aspettative di ridimensionamento legate ad una volatilità tipicamente impegnativa. E sì che di fattori destabilizzanti di certo non ne sono mancati: fra le sortite anticommerciali dell’amministrazione Trump, una Federal Reserve manifestatasi sorprendentemente hawkish, uno shutdown governativo fra alcuni giorni senza precedenti, e le insidie di una earnings season apparentemente basata esclusivamente sulla salute delle Mag7.
Ed invece, dopo la seduta del 10 ottobre che ha scosso gli animi di molti investitori, lo S&P500 ha inanellato il sesto mese positivo consecutivo: non accadeva da più di quattro anni, con la borsa USA che tre mesi dopo storicamente è salita nell’82% dei casi. La circostanza ha attivamente contribuito al conseguimento di un saldo a doppia cifra percentuale a due mesi dalla fine dell’anno: un setup che farebbe ben sperare per il conseguimento degli obiettivi stilati nell’Outlook per il 2025.

Si vede però che questo sforzo sta cagionando delle lacerazioni nella struttura del mercato. Perché la settimana scorsa un Hindenburg Omen è stato registrato per tre sedute di fila; quattro, se consideriamo l’episodio finora isolato del già citato 10 ottobre. Ne abbiamo già parlato nel rapporto di venerdì scorso, ma oggi doverosamente ci ritorniamo.
Agli investitori va di lusso che la stagione delle trimestrali letteralmente non  potrebbe andare meglio. Quando siamo ormai a due terzi del calendario, l’83% delle società quotate ha battuto le stime di profitto della vigilia; il 64% in misura superiore ad 1 deviazione standard, con il monte utili destinato a lievitare ora a doppia cifra percentuale rispetto ad un anno fa. 

Nota stonata: la reazione di mercato di questi beat non è risultata così memorabile come in circostanze analoghe è stato sperimentato.
Tenderemmo a vedere il bicchiere mezzo pieno. In una settimana che fra gli altri avrebbe dovuto registrare il rilascio di dati sensibili sulla crescita del PIL nel terzo trimestre, su consumi e inflazione; il mercato azionario ha messo a segno una confortante performance, nonostante uno shutdown che fra pochi giorni conseguirà un record assoluto di durata. Un digiuno di dati, che non ha impensierito più di tanto gli investitori, persuasi che si tratti più che altro di “rumore” esterno.
A parte la Germania, tutte le piazze azionarie mondiali conseguono ritorni superiori al 10% dal famigerato Liberation Day. Gli Stati Uniti si collocano su questo podio ristretto, ma è in buona compagnia e c’è chi fa di meglio. Anche molto meglio...

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

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