La riunione della BCE di questo giovedì è particolarmente attesa dai mercati. In effetti, la Banca Centrale Europea dovrebbe finalmente scendere in campo e non, come fatto in passato, limitandosi ad annunciare il lancio di una misura rilevante senza effettivo cash a sostegno, come avvenuto per l’OMT. In particolare, secondo i nostri Economisti, sono i 3 motivi che supportano la view di un intervento della BCE:
1. non raggiungere l’obiettivo di espansione di bilancio già annunciato (3 tn EUR) per una somma elevata potrebbe mettere la reputazione della BCE a rischio;
2. l’obietto della misura è incidere sull’inflazione attesa per rilanciare l’economia (e non sanare il mercato sovrano);
3. alcune banche centrali nazionali potrebbero mantenere il riserbo sulle somme impiegate e rivedere gli acquisti in funzione dell’andamento del Bund.
In particolare, ci aspettiamo che la BCE annunci un QE sovrano di un ammontare superiore a 500 bn EUR su un orizzonte di due anni dando mandato alle banche centrali nazionali di acquistare il proprio debito sopportandone il rischio per un ammontare massimo pari al 20% dell’outstanding obbligazionario nazionale mentre l’Istituto di Francoforte potrebbe compare direttamente debito sovra-nazionale (o una minore quota di debito pubblico) condividendone il rischio con i governi dell’Eurozona.
Sebbene il lancio di un QE che prevede un ruolo di primo piano per le banche centrali nazionali sembri ai nostri Economisti l’unica opzione accettabile a livello politico e riduca il moral hazard di un’operazione di tal tipo, tale approccio è totalmente contrario ad una mutualizzazione del debito, dato che le perdite realizzate sul possesso del debito pubblico di un paese sarebbero a carico dei contribuenti domestici, mettendo, dunque, in discussione l’idea di un’unione monetaria con un’unica politica monetaria.
Va evidenziato che, qualora venga effettivamente introdotto un limite superiore agli acquisti possibili, giovedì potrebbe non essere chiaro l’ammontare del debito che comprerà ogni banca. E’, infatti, legittimo ipotizzare che la Bundesbank non farà pieno uso dell’ammontare a disposizione e che l’Italia e la Spagna dovrebbero essere i paesi più attivi. Al di là dell’ammontare totale, ciò che conta, secondo i nostri economisti, è la coordinazione tra le varie banche coinvolte, in assenza della quale sarebbero vanificati gli effetti sugli spread periferici.
Ritieniamo che gli acquisti in capo alle banche centrali nazionali nonché quelli fatti dall’Eurotower dovrebbero permettere un’espansione del bilancio della BCE a 2,7 tn EUR entro fine anno.
Le principali conseguenze derivanti dal lancio di un QE da parte della Bce
1) Gli effetti sull’economia e sullo spread
Si stima che il lancio del QE della BCE dovrebbe fornire, in un contesto in cui i rendimenti e la valuta sono in calo, un supporto ciclico. Ciò, ovviamente, non implica che tutti i nodi in seno all’Eurozona verranno al pettine: all’aumentare dell’orizzonte temporale, sono, infatti, i fattori più strutturali, come produttività, crescita demografica e flessibilità economica, ad incidere sul ritmo di crescita.
I nostri economisti si aspettano, inoltre, che, a prescindere dall’approccio tecnico che verrà implementato (ricorso in funzione delle outstanding del debito di ogni nazione o al capital key della BCE), si assisterà ad un’ulteriore riduzione degli spread sovrani periferici di 50bp nel Q2 2015.
2) Gli effetti sui mercati
Sebbene il mercato, a seguito dell’acceso dibattito di questi mesi, dei rumours circolati e delle interviste rilasciate dai componenti del consiglio direttivo della BCE, integri già il lancio di un QE giovedì, ciò non preclude, secondo il team Equity Strategy di Exane BNP Paribas, che i mercati azionari europei possano rispondere positivamente qualora vi sia un commitment credibile in termini di size degli acquisti e di azioni future. In particolare, secondo i nostri Strategist, i titoli che potrebbero sovra-performare nei prossimi mesi, supportati da un QE europeo, sono i player beta ciclici, in particolare quelli esposti all’andamento valutario come i settori Construction, Auto e Media.
A cura di Astrid Schilo (European Economist) e Ian Richards (Head of Equity Strategy) di Exane Bnp Paribas
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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