L’Arabia Saudita è uno dei mercati sul quale ci concentriamo nel 2015. Il paese conta attualmente per il 20% del nostro fondo Frontier Markets, lanciato di recente e riservato agli investitori istituzionali. Diversi fattori hanno attirato la nostra attenzione, quindi analizziamone alcuni.
La borsa dell’Arabia Saudita conta un gran numero di società quotate nel settore dei beni di consumo, il che è interessante, in quanto il paese ha una popolazione giovane, in rapida crescita e relativamente grande. In aggiunta, ci sono buone aziende nel settore turistico, del fast food, dell’healthcare e dell’istruzione, con valutazioni ragionevoli. Questi sono i settori nei quali vogliamo investire. Il mercato ha perso un bel po’ di terreno lo scorso autunno risentendo del crollo dei prezzi petrolio e della preoccupazione per la salute del Re Abdullah, al cui decesso è seguito il passaggio della corona al fratello, avvenuto senza particolari problemi.
Un fattore che riteniamo darà un notevole impulso al mercato saudita è il fatto che nel secondo trimestre dovrebbero essere rimosse le restrizioni sul possesso estero di azioni locali. Come conseguenza di queste limitazioni, il mercato non è attualmente incluso in alcuno degli indici esistenti: la rimozione di tali vincoli ne permetterà invece l’inclusione. La capitalizzazione del mercato saudita si attesa a ben 530 miliardi di dollari americani, pari a circa il 4% dell’Emerging Markets Index e a una quota ancora maggiore rapportato al Frontier Markets Index.
Abbiamo già visto in passato come l’inclusione negli Indici porti attenzione e flussi sul mercato. Nello specifico il primo effetto è che tutti i fondi passivi che replicano un determinato indice devono acquistare sino al medesimo livello percentuale presente nell’indice che tracciano, con un conseguente aumento dei prezzi azionari. Se questo accadrà, saremo molto ben posizionati.
di Peter Elam Håkansson, Chairman e CIO di East Capital
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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