Analisi Settimanale Mercati Finanziari - 26 Luglio 2025

Michele Clementi Michele Clementi - 26/07/2025 08:02

Decisione di politica monetaria della BCE – 24 luglio 2025

  • La Banca Centrale Europea ha deciso di lasciare invariati i tre tassi di riferimento:
    • tasso sui depositi: 2,00 %,
    • tasso di rifinanziamento principale: 2,15 %,
    • tasso marginale sui prestiti: 2,40 %.
  • La decisione è giunta all’unanimità del Consiglio direttivo, segnando la prima pausa dopo otto tagli consecutivi iniziati nel giugno 2024.

Motivazioni Ufficiali

  • L’inflazione ha raggiunto l’obiettivo medio del 2 %, con pressioni sui prezzi interni in diminuzione e salari che crescono più lentamente.
  • L’economia europea ha dimostrato una notevole resilienza, con una crescita leggermente superiore alle attese (+0,6 % nel primo trimestre), sostenuta da consumi e investimenti moderati.
  • L’attuale contesto rimane però "eccezionalmente incerto" a causa delle controversie commerciali, in particolare quelle tra UE e Stati Uniti sui dazi, che rendono imprevedibili le prospettive economiche.

Prospettive e approccio futuro

  • La BCE adotta un orientamento guidato dai dati, decidendo caso per caso ogni mese e senza preimpostare un percorso dei tassi.
  • In caso di peggioramento dei rischi—come un’escalation dei dazi o una crescita economica debole—l’istituto è pronto ad aggiustare tutti suoi strumenti, incluso il meccanismo di protezione della trasmissione monetaria (Transmission Protection Instrument).

Reazioni dei mercati e analisi degli esperti

  • La decisione era ampiamente attesa, ma ha ridotto le probabilità di un taglio già a settembre: dopo essere state vicine al 90 %, ora si attestano intorno al 60–80 % per fine anno.
  • Il tono dovish di Lagarde è stato interpretato come più "hawkish", abbassando la probabilità di ulteriori riduzioni nei prossimi mesi.
  • Alcuni economisti suggeriscono che il ciclo dei tagli potrebbe essere terminato, o addirittura che in futuro si possa considerare una rinviata stretta monetaria, se l’inflazione tornasse sopra i livelli obiettivo.

Riepilogo decisioni BCE

Tagli precedenti: 8 dal giugno 2024 al giugno 2025

Inflazione attuale: 2,0 % (giugno 2025)

Crescita economica (Q1 2025): +0,6 %

Stato attuale della politica: Pausa, approccio meeting-by-meeting

Elementi di vigilanza: Trade disputes, euro forte, investimenti cauti

Conclusioni

La BCE ha messo in pausa il ciclo di allentamento monetario, proprio nel momento in cui l’inflazione ha raggiunto l’obiettivo e l’economia mostra segnali di tenuta. Tuttavia, l’incertezza globale—specialmente legata ai dazi USA‑UE—spinge l’Istituto a mantenere un approccio prudente e dati‑dipendente.

Il mercato resta in attesa: un eventuale taglio a settembre è ancora possibile, ma serve un'evidenza convincente di debolezza dell’inflazione o della crescita. Altrimenti, il tasso sul deposito al 2 % potrebbe restare il limite “sicuro” di questo ciclo monetario.

Nuovo standard tariffario USA: 15 % come tetto minimo

  • Il Presidente Trump intende fissare una soglia tariffaria minima del 15 %, estendibile fino al 50 %, sui prodotti importati da paesi che non concludono accordi bilaterali entro il 1º agosto 2025.

Accordi già siglati

Giappone

  • Riduzione dei dazi auto e industriali dal 25 % al 15 %, in cambio di un investimento di 550 miliardi USD in infrastrutture, semiconduttori, energia e acquisti militari. Potenziale modello per altri partner.

Filippine e Indonesia

  • Filippine: dazio fissato al 19 %, in diminuzione rispetto ai livelli precedenti.
  • Indonesia: dazio simile (19 %), con impegno ad acquistare beni statunitensi e ad abbattere barriere all’importazione (es. minerali critici).

Vietnam

  • Accordi firmati nelle scorse settimane con dazi ridotti, anche se senza il dettaglio finanziario dell’accordo giapponese.

Stati Uniti – Unione Europea: accordo in vista

  • L’UE e gli USA si avvicinano a un’intesa che prevede l’imposizione di un dazio del 15 % su molti prodotti europei importati negli Stati Uniti, imitando il schema giapponese. Alcune categorie, come aeromobili e dispositivi medici, potrebbero essere esentate.
  • Tuttavia, non c'è accordo sulla riduzione del dazio del 50 % sull’acciaio, che resta confermato nel progetto negoziale. Ciò rappresenta un problema soprattutto per il settore siderurgico europeo.
  • Nel caso in cui l'accordo non venga finalizzato entro il 1 agosto, l’UE prevede contromisure su €93 miliardi di importazioni statunitensi, incluse auto, bourbon e aerei Boeing, da applicarsi probabilmente a partire dal 7 agosto.

Cosa accadrà la prossima settimana?

  • White House Commerce Secretary Scott Bessent sarà a Stoccolma il 28 e 29 luglio per valutare un’estensione dei termini delle trattative con la Cina (attualmente fissati al 12 agosto).
  • Previsto un voto del Consiglio Europeo sul pacchetto di contromisure da 93 miliardi € giovedì prossimo, se l’accordo UE‑USA non dovesse andare in porto cha scatterebbero dal 7 agosto.

Conclusione

Gli Stati Uniti stanno adottando una strategia tariffaria globale aggressiva, ma flessibile: accordi come quelli con Giappone, Filippine e Indonesia mostrano che il paese è disposto a negoziare dazi più bassi in cambio di investimenti o apertura dei mercati.

Nei prossimi giorni sarà decisivo vedere se l’UE riuscirà a finalizzare l’accordo da 15 % senza perdere terreno sull’acciaio, e se paesi come Canada, Messico, India o Cina raggiungeranno intese che evitino dazi fino al 50 %. Le scadenze del 1 agosto (UE, Canada, Messico, India) e del 12 agosto (Cina) saranno cruciali.

Curiosità:

Dot.com vs Intelligenza Artificiale: Analogie e Differenze tra due Rivoluzioni Tecnologiche

Alla fine degli anni '90, l'euforia per le potenzialità di Internet scatenò una delle più grandi bolle speculative della storia: la bolla del Dot.com. Oggi, un simile fermento si osserva attorno all'intelligenza artificiale, che ha catalizzato l'interesse di investitori, aziende e governi. Ma siamo davvero davanti a una replica della stessa dinamica? O l'AI rappresenta una trasformazione strutturale ben più solida e duratura?

Analogie: Quando l’entusiasmo supera la razionalità

1. Euforia speculativa e aspettative esagerate

Come nel caso delle Dot.com companies, anche oggi molte startup AI ricevono valutazioni astronomiche nonostante bilanci fragili o assenti. La sola promessa di "integrare l'AI" nei propri prodotti è sufficiente, in alcuni casi, a far volare il valore di una società.

2. Basso costo del denaro

All'epoca, tra il 1995 e il 1999, la Fed abbassò i tassi dal 6% al 4,75%, favorendo l’afflusso di capitali. Negli anni recenti, le politiche ultra-espansive post-COVID hanno avuto un effetto simile, rendendo facile raccogliere fondi da parte delle aziende tech, inclusi i player AI.

3. Herding behaviour e FOMO

L’herding behaviour — comportamento imitativo — è evidente anche oggi. Investitori, startup e persino governi temono di "restare indietro" nella corsa all’AI. Il risultato è un’ondata di investimenti dettata spesso più dalla moda che da una valutazione oggettiva del valore.

4. Distanza tra visione e realtà

Negli anni ’90 bastava un piano d’impresa per ottenere milioni. Oggi, molte startup AI mostrano demo brillanti ma faticano a passare dalla sperimentazione all’adozione di massa, ricordando i limiti tecnologici che affossarono tante Dot.com.

Differenze: Lezione imparata o solo nuova facciata?

1. Maturità tecnologica

Internet, al tempo del boom, era ancora immaturo: connessioni lente, poca penetrazione tra gli utenti e modelli di business incerti. L’AI, invece, poggia su una base tecnologica molto più solida: potenza computazionale elevata, dataset abbondanti e modelli già in uso in ambiti concreti (sanità, finanza, industria).

2. Adozione aziendale reale

Mentre molte Dot.com offrivano servizi inutili o non sostenibili, oggi l’AI viene già integrata in prodotti e processi reali. Le aziende la utilizzano per ottimizzare supply chain, migliorare il customer service e creare nuovi servizi. I guadagni sono più tangibili e misurabili.

3. Attori consolidati in campo

Nel 2000 molte delle aziende protagoniste erano startup senza esperienza. Oggi, giganti come Microsoft, Google, Amazon e Nvidia guidano la corsa all’AI con capitali, infrastrutture e strategie a lungo termine, riducendo il rischio di implosioni improvvise.

4. Regolamentazione e consapevolezza

Se negli anni ‘90 regnava il far west normativo, oggi il dibattito sull’etica dell’AI, la privacy e la trasparenza è attivo e centrale. Governi e istituzioni cercano di regolamentare l’innovazione, tentando di evitare gli errori del passato.

Conclusione: siamo in una bolla?

L’intelligenza artificiale, come ogni tecnologia rivoluzionaria, è soggetta a cicli di entusiasmo e disillusione. È plausibile che una parte del mercato — soprattutto quello delle startup più fragili — subisca una correzione nei prossimi anni, simile allo scoppio della bolla Dot.com.

Tuttavia, la differenza fondamentale è che oggi l’AI è già utile e usata, e le aziende leader nel settore stanno costruendo infrastrutture e modelli di business sostenibili. Non tutte le scommesse vinceranno, ma questa volta la tecnologia non sparirà con la bolla: l’intelligenza artificiale è destinata a restare.

LA SETTIMANA IN BORSA

In attesa di definire i dazi che saranno imposti ai prodotti europei, le borse continuano a superare le cattive notizie e fare tesoro delle buone notizie a dimostrazione che è più il denaro che entra di quello che esce, nonostante il continuo bombardamento dei media con notizie negative.

Trimestrali area Euro

Oltre l'incertezza della percentuale dei dazi che graveranno sui prodotti europei, gli investitori sono stati chiamati a valutare delle trimestrali in chiaro scuro con diversi profit warning come quello di Renault con un crollo del 15% in una sola seduta la scorsa settimana o Puma nella giornata di venerdì che ha lasciato fino a un meno 16%, anche STM - 16% nella seduta di giovedì.

Performance settimanali degli indici europei

I principali listini europei hanno chiuso contrastati seguendo i dati trimestrali dei singoli listini. Piuttosto ampia la forbice tra il migliore il Regno Unito e la peggiore la Germania trainata al ribasso dal settore auto:

  • DAX (Germania): -0,26%
  • CAC 40 (Francia): +0,15%
  • FTSE MIB (Italia): +1,03%
  • FTSE 100 (Regno Unito): +1,43%
  • EURO STOXX 50: -0,08%
  • MSCI Europe: +0,54%

Utili trimestrali oltre le aspettative

La prossima settimana si entra nel vivo, ma già un terzo delle società dello S&P500 ha comunicato gli utili e oltre l'80% dei comunicati sono stati superiori alle aspettative che come scrivevo la scorsa settimana erano sostanzialmente bassi, ma è anche vero che sono stati superati abbondantemente.

Wall Street continua a correre

Lo S&P ha chiuso la settimana portando a 14 i record storici da inizio anno. Lo scorso anno ne registrò ben 57, ma bisogna ammettere che forse c'è ancora più scetticismo quest'anno rispetto i record del 2024.

  • S&P 500: +1,46%
  • Nasdaq: +1,02%
  • Russell 2000: +0,94%
  • MSCI World: +1,52%

Indicatori macro: in attesa della Fed e dei dati dell'occupazione

Il dato relativo ai sussidi di disoccupazione rimane forte e anticipa il comunicato del prossimo venerdì che dovrebbe confermare un mercato del lavoro solido, mentre la Fed di Atlanta ha stimato una crescita del Pil Usa al 2,4%. In Europa invece le aspettative dei direttori degli acquisti sono risultate piuttosto caute ma non particolarmente negative, ovviamente le attese sui dazi pesano sull'indagine.

Tecnica e valutazioni: forza chiama forza

Tecnicamente gli indici americani seppure sui massimi sembrano meglio impostati di quelli europei, ma in entrambi i casi bisogna considerare che la prossima settimana entriamo nel mese di agosto che insieme a settembre sono in genere poco direzionali e con bassi volumi, ed è questo che ci dobbiamo aspettare per il periodo estivo in attesa dell'autunno.

Prospettive per la prossima settimana

La prossima settimana sono in programma le decisioni sui tassi di interesse della Federal Reserve statunitense, della Banca del Giappone e della Banca del Canada, oltre ai dati sull'occupazione non agricola negli Stati Uniti e agli utili di Amazon, Apple, Meta e Microsoft. Sarà sicuramente una settimana in cui non ci sarà tempo per annoiarsi.

 

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