Azioni Juventus: farsi male investendo

Team  Myfinanceclub Team Myfinanceclub - 03/03/2023 15:02

Questo articolo è tratto da My Finance Club il primo portale italiano di ricerche e studi sui mercati finanziari rivolto a investitori retail.
 

Dopo due aumenti di capitale da €700mln complessivi, lo scoppio della pandemia, l’appesantimento della struttura costi in seguito all’acquisto di Cristiano Ronaldo, il cambio di CdA, la penalizzazione di punti in campionato e l’allargamento dell’inchiesta Prisma ad altre Procure per il falso in bilancio, le azioni Juventus hanno perso oggi oltre l’80% dai massimi del 2019.
 

Il titolo sconta certamente il rischio che la società non riesca a qualificarsi alla Champions League quest’anno, cosa che ingenererebbe una perdita di fatturato nell’ordine di almeno €70-80mln (tra bonus partecipazione, ranking storico, market pool, bonus risultati e introiti da stadio). E per una società che già normalmente ha una struttura dei costi (prevalentemente legata agli esosi stipendi dei calciatori) poco equilibrata e che la costringe a bruciare ca. €150mln di Free Cash Flow annuo, questo potrebbe essere un catalizzatore negativo molto pesante per le azioni Juventus (anche per il fatto che ciò costringerebbe a cedere numerosi calciatori desiderosi di partecipare alla massima competizione europea).
 

D’altro canto, se il Collegio di Garanzia del CONI dovesse sovvertire la decisione della Corte d’Appello sui 15 punti di penalizzazione, certamente il titolo ne andrebbe a beneficiare, con rialzi potenziali nell’ordine del 10-20%.

Ma ciò che non cambia è la tesi di lungo periodo sul titolo: i ricavi della società (al netto delle plusvalenze sui calciatori), complice anche la pandemia, negli ultimi 4 anni sono rimasti stabili, mentre gli stipendi dei calciatori (voce principale di costo) sono aumentati ad un tasso del 7% all’anno, come da grafico.
 

Questo di fatto rende insostenibile il modello di business attuale della società e rende necessaria una revisione della struttura costi (meno investimenti in giocatori blasonati e con stipendi elevati) onde evitare un nuovo aumento di capitale nel giro di un paio d’anni.

A onor del vero, i problemi del titolo e delle azioni Juventus non attengono solo alla società, ma anche alle caratteristiche del mercato in cui opera: innanzitutto, va detto che la Serie A, a differenza di altri campionati (come la Bundesliga dove le solite 2-3 squadre competono per le posizioni di vertice, ottenendo quasi per certo la qualificazione alla Champions League e i conseguenti lauti introiti finanziari), è molto più competitiva in questi anni, cosa che rende molto più rischioso per Juventus mantenere certi livelli di fatturato, come potrebbe essere evidente dai numeri del bilancio 2023-24, in caso di mancata qualificazione alla Champions quest’anno.

A questo si aggiunge lo scarso appeal del nostro campionato, che nella stagione 2022-23 è rimasto ancora il quarto principale campionato per introiti televisivi raccolti (alle spalle di Premier League, Liga e Bundesliga) e che quindi sistematicamente non riesce ad allocare ricavi importanti per le sue società calcistiche, aumentando di anno in anno il gap qualitativo e competitivo rispetto soprattutto alle squadre inglesi.

 

Alla luce di questi elementi, in virtù di una struttura costi poco prudente (che rischia di portare tra qualche tempo i propri azionisti di minoranza a diluirsi nuovamente) e della struttura sfavorevole del calcio italiano, l’investimento in azioni Juventus risulta estremamente poco interessante per il lungo periodo e foriero di nuove perdite in Borsa.

Articolo a cura di Team My Finance Club

www.myfinance.club 

 

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