Cosa c’entrano le tormente in Colorado con i ribassi delle Borse?

Roberta Rossi Roberta Rossi - 21/02/2022 12:00

“Le fasi di calo della Borsa fanno parte dell'ordine naturale delle cose quanto una tormenta in Colorado nel mese di gennaio. Se siete preparati, non possono farvi male” amava dire Peter Lynch, uno di più grandi investitori di sempre, gestore dal 1977 al 1990 del fondo Magellano di Fidelity. Personalmente non mi sono mai trovata in una tormenta né ho mai visitato il Colorado, ma in vent’anni ne ho visti di ribassi di Borsa. E ogni volta sembra che alcune persone se ne stupiscono: non se lo aspettavano. 

I ribassi di Borsa li colpiscono come un evento inaspettato e anche un po’ ingiusto. Travolti da un insolito ribasso mentre tutto sembrava andare a gonfie vele. In alcuni subentra il rimpianto:” Potevamo uscire prima”. In altri il rimorso “Se avessi lasciato i soldi sul conto deposito avrei fatto meglio”. 

Bella la Borsa peccato quanto scende

La Borsa piace, tranne quando scende e molti anni fa Salvatore Gaziano aveva scritto un libro (disponibile per i nostri iscritti in formato ebook scaricabile gratuitamente dal titolo Bella la Borsa, peccato quando scende) che è una summa della finanza personale.

Agli operatori del settore, quelli che lo fanno di mestiere, invece la Borsa piace sempre, anche quando scende. Non trovano affatto normale che salga sempre. Gli esperti consigliano di investire in azioni perché offrono un rendimento maggiore, ovvero un premio, rispetto alle attività prive di rischio. 

Per come la vedono gli investitori professionali, investire in Borsa e avere azioni in portafoglio è l’unico modo per avere un ritorno reale positivo del proprio capitale rispetto all’inflazione. Per questo scansano il conto deposito, perché non offre un riparo da quella che secondo il veterano degli investimenti Charlie Munger “è la più grande minaccia a lungo termine che dobbiamo affrontare dietro la guerra nucleare: l’inflazione”.

Le fasi di calo della Borsa: un’eccezione o una regola?

Quando la Borsa scende, gli esperti guardano a indicatori di sostanza e hanno sempre un modo originale per quanto a volte crudo di vedere le cose. Per esempio sull’escalation delle tensioni Russia-Ucraina, Sharmin Mossavar-Rahmani, responsabile del Comitato Investimenti di Goldman Sachs, va giù piatta "Un conflitto militare tra Russia e Ucraina rappresenterebbe un rischio per la crescita globale solo se la Russia bloccasse le esportazioni di energia, ma non lo farà: l'economia russa soffrirebbe per le minori entrate di petrolio e gas e a lungo termine il Paese sarebbe visto come un partner commerciale inaffidabile."

Insomma tutti guardano al fronte militare mentre è quello energetico secondo l’esperta a cui bisogna prestare attenzione. E su questo fronte la Russia avrebbe tutto da perdere. Per questo lei minimizza e guarda alla big picture. "E' difficile immaginare che una guerra locale possa portare a una recessione globale" chiosa la responsabile del Comitato Investimenti di Goldman Sachs. E consiglia di rimanere investiti in azioni. 

Quando i mercati azionari iniziano ad andare in altalena, gli investitori comuni vedono questo film: la Borsa scende, io perdo, andrà sempre peggio. 

Per gli esperti la discesa dei mercati è una non notizia. Prima di iniziare a preoccuparsi i professionisti cercano di capire se la perdita è “normale” in senso matematico-statistico ovvero in termini di scostamento rispetto alla media. La perdita è una deviazione rispetto a una media. Quindi sanno già che rispetto alla media i mercati vanno un po’ sopra e un po’ sotto. La perdita in sé non li turba mai. 

La volatilità fa parte del mercato azionario

Quando la volatilità del mercato azionario aumenta, gli investitori comuni si preoccupano, le loro convinzioni vacillano ma avverte Sharmin Mossavar-Rahmani “la volatilità fa parte del mercato azionario”. Come la tempesta in Colorado insomma.

Per un risparmiatore comune invece la discesa può essere intollerabile. Perché l’investitore proietta il momento presente della perdita e da lì non riesce a schiodarsi. Di fronte al rialzo dei tassi, il risparmiatore timoroso ha un’unica certezza: le azioni crolleranno. 

Il professionista invece non guarda il presente, guarda al futuro. A cose concrete. Come stanno andando gli utili delle aziende? Sono sopra o sotto le attese? E la crescita mondiale, 3 o 4 per cento? La Fed alzerà i tassi ma di quanto e con che velocità? Che impatto avrà sulle aziende e sui consumi?

Il professionista va a ritroso, cerca di capire le cause per stimare gli effetti. L’esperto ragiona così: i tassi aumenteranno, tanto più salirà l’inflazione. Quindi la vera domanda è: l’inflazione è temporanea o duratura? Se pensa che sarà temporanea, il rialzo dei tassi non ammazzerà la ripresa, quindi perché uscire dal mercato azionario che è l’unico che mi può proteggere dall’inflazione visto che se i prezzi salgono per i consumatori, ci sarà pur qualche azienda che sta aumentando i propri prezzi e quindi aumentando gli utili? E come posso anestetizzare l’inflazione se non comprando le azioni di queste aziende che vedranno i loro utili aumentare perché sono così forti che possono ribaltare sul consumatore l’aumento dei prezzi? 

Non è un ragionamento insensato in fondo no? Eppure guardare al futuro è la cosa più difficile. Lo sa bene Brian Feroldi, formatore finanziario, redattore del sito Motley Fool e divulgatore:

“Il prezzo di rendimenti superiori a lungo termine è l’incertezza e la volatilità a breve termine.

Pagare questo prezzo è sempre molto facile con il senno di poi.

Pagare il prezzo in tempo reale è estremamente difficile.”

Per questo avere un consulente finanziario indipendente al proprio fianco può essere utilie sia per chiedere un check up del proprio portafoglio sia per seguire strategie di investimento meno di pancia e più di testa come diceva Peter Lynch.

Iniziare è semplice basta iscriversi a LetteraSettimanale.it per iniziare a conoscere un mondo differente di guardare ai mercati e alle Borse.

Articolo a cura di Roberta Rossi
soldiexpert.com

 

 

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