Prosegue il rilancio da parte del nuovo CEO: da BNP Paribas un Phoenix Memory che offre oltre il 20% annuo.
Pulizie straordinarie in casa Stellantis: a pochi giorni dal suo insediamento ufficiale, il nuovo CEO Antonio Filosa ha sorpreso tutti con la diffusione dei risultati preliminari relativi al primo semestre 2025, anticipando di una settimana il rilascio della trimestrale. Il gruppo riporterà infatti una perdita netta pari a circa 2,3 miliardi di euro, rispetto ad un utile di 5,6 miliardi dello stesso periodo del 2024: se ad un primo giudizio questi numeri sono sembrati impietosi, bisogna però sottolineare come ad essi abbiano contribuito oneri straordinari per 3,3 miliardi, dovuti a una serie di rettifiche contabili, svalutazioni e costi una tantum legati a ristrutturazioni, richiami auto e alla transizione verso l’elettrico. Insomma, nel primo comunicato finanziario dal suo insediamento, Filosa ha voluto innanzitutto “tagliare i rami secchi” dello stato patrimoniale prima di concentrarsi sul rilancio del gruppo, ribadendo l’intenzione di investire sul lungo periodo, puntando su una produzione più efficiente, sul lancio di nuovi modelli elettrici e una maggiore attenzione ai flussi di cassa e all’allocazione del capitale. E così il mercato, dopo una prima accoglienza decisamente fredda, ha premiato il titolo, apprezzando la trasparenza nella comunicazione dei risultati ed il ritorno alla “guidance”: Stellantis, infatti, non forniva più obiettivi finanziari da oltre un anno, segno delle difficoltà del settore e dell’incertezza strategica. Il fatto che ora l’azienda torni a condividere previsioni è stato percepito come un tentativo concreto di rilancio e di recupero della fiducia del mercato. D’altro canto, le incertezze restano: Philippe Houchois (Jefferies) ha definito i risultati “deludenti”, notando che il margine operativo è sceso sotto l’8%, ben al di sotto delle attese e aggiungendo che il management non ha ancora fornito dettagli sufficienti sulla revisione strategica, soprattutto a livello di geografie e prodotti; Martinez de Olcoz (Morgan Stanley) ha affermato che Stellantis sta diventando “sempre meno visibile e comprensibile” per il mercato: la complessità delle rettifiche e degli oneri straordinari rende difficile distinguere tra performance core e fattori una tantum.
Se questo titolo ha lasciato diversi investitori con l’amaro in bocca negli ultimi mesi, è pur vero che resta un sottostante difficilmente prescindibile (almeno restando nei confini italiani) per la strutturazione di prodotti ad alta cedola, come il nuovo Cash Collect Memory Step Down (ISIN: XS3064215497) targato BNP Paribas e scritto su un basket worst of composto da Stellantis, STMicroelectronics, Leonardo e Nexi. Il prodotto prevede premi a memoria pari all’1,85% mensile (22,2% p.a.), condizionati al trigger premio posto al 60% dei rispettivi valori iniziali, durata massima pari a 24 mesi (scadenza luglio 2027) e la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 20 ottobre 2025 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 95% dei rispettivi valori di riferimento iniziali, con il trigger autocall che decresce poi dell’1% ogni mese fino al 75% dell’ultima data di osservazione prima della scadenza.
Qualora si giunga alla data di osservazione finale del 19 luglio 2027 senza che sia stato richiamato anticipatamente, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale qualora tutti i titoli non perdano più del 39% dai rispettivi valori di riferimento iniziali, in virtù della barriera capitale posta al 60% degli stessi, generando un rendimento annualizzato pari al 21% circa, nel caso in cui vengano pagati anche tutti i premi previsti. Al di sotto del livello barriera, il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata a partire dallo strike price.


Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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