Settore Auto Sotto Attacco: La resilienza di Ferrari e le debolezze di Stellantis, Porsche e Volkswagen

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 17/07/2025 12:02

Le grandi case automobilistiche europee stanno affrontando in modo diverso le recenti tensioni commerciali globali, in particolare i dazi imposti dagli Stati Uniti. Ecco come Ferrari, Stellantis, Porsche e Volkswagen stanno rispondendo alle sfide attuali.

Ferrari

Ferrari ha dimostrato forte capacità di crescita, con ricavi e utili in aumento nel Q1 2025 (ricavi +13% rispetto al 2024) e un utile netto di 412 milioni (+17%). L’espansione della gamma personalizzata e la solidità della domanda restano punti di forza chiave.

L’esposizione ai dazi per Ferrari risulta moderata che ha reagito alzando i prezzi di alcuni modelli fino al 10%. Questo permette di tutelare i margini, prevedendo un impatto molto contenuto.

Analisi tecnica 
A fine febbraio 25, il titolo ha registrato un trend rialzista con picchi intorno ai 480–490 euro, seguito da una pressione ribassista che lo ha trascinato verso livelli situati intorno ai 355 euro (fine aprile). Più recentemente, il prezzo si è stabilizzato intorno ai 430 euro, evidenziando una fase di consolidamento dopo periodi di volatilità significativa.   

L’RSI appare intorno a valori moderati (nell’ordine di 55). Questo dimostra la tesi di una tendenza piuttosto bilanciata, con un certo slancio rialzista recente ma senza eccessi che possano preannunciare una correzione immediata.

Si evidenzia un supporto importante intorno ai 410–412 euro, area in cui il titolo ha reagito in diverse occasioni durante il periodo di ribasso; al contempo, una resistenza si è formata intorno ai 424–425 euro, come indicato dall’ultima candela a 428,5, che potrebbe rappresentare un punto critico per eventuali rialzi futuri.

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Stellantis

Stellantis, è molto esposta all’introduzione dei dazi considerando che circa il 45% delle vendite USA sono veicoli importati principalmente dal sud America.

Gli stabilimenti di Stellantis e la rete produttiva si trovano sotto pressione, con impatti significativi sui costi e margini

Il gruppo ha risposto con azioni drastiche sospendendo (temporaneamente) la produzione in Messico e Canada, e ha effettuato licenziamenti negli Stati Uniti. Il gruppo ha anche esteso programmi di sconti per i dipendenti per sostenere le vendite. L’azienda sta valutando di incrementare la produzione interna negli USA per ridurre la dipendenza dalle importazioni soggette a dazi.

Analisi tecnica : Negli ultimi sei mesi – e, più in generale, nell'arco dell'ultimo anno, passando da livelli di prezzo ben alti a oltre 18 € all'estate 2024 fino all'attuale area intorno agli 8 € – il titolo ha mostrato una chiara tendenza ribassista. Il calo dei prezzi è supportato da volumi altalenanti e segnali tipici di un mercato in ipervenduto, inoltre le medie mobili e la regressione lineare confermano il contesto ribassista.   

Riguardo ai livelli chiave, si evidenzia un supporto importante attorno agli 8 €, zona in cui il titolo sembra aver trovato un certo appoggio negli ultimi scambi. Per contro, i livelli di resistenza si sono manifestati attorno ai 9,5–10 €, con ulteriori ostacoli riscontrabili in passato nell’area 12–13 €.

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Porsche AG

Negli ultimi sei mesi, ha evidenziato una fase di debolezza marcata, passando da massimi di oltre 70–75 a chiudere intorno ai 42–44 negli ultimi giorni. Il calo semestrale supera il -30% e quello annuale si avvicina al -45%.

Porsche ha registrato ricavi trimestrali in diminuzione e margini operativi più bassi (L’utile operativo su vendite è sceso all’8,6% accusano maggiormente l'effetto dazi sui modelli a più alto volume. Questa pressione si somma alle difficoltà già emerse nei conti e alle sfide della transizione verso l’elettrico.
La società reagisce alleggerendo alcuni investimenti (come la produzione autonoma di batterie) e puntando su una maggiore diversificazione dei nuovi modelli, ma ha dovuto rivedere al ribasso le stime di profitti per il 2025.

Analisi tecnica: La dinamica ribassista è confermata dalle medie mobili, dal RSI e dalla regressione lineare che risulta vicino a valori intorno a 40, un livello che, pur non essendo nelle condizioni di ipervenduto (sotto il 30), fa comunque capire che l’equilibrio tra forze comprative e forze venditrici è sfavorevole e che il momentum degli acquisti non riesce a contrastare la pressione ribassista.

Livelli di supporto intorno ai 40–42 (per un’eventuale rottura al ribasso).

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Volkswagen AG

Negli ultimi circa sei mesi il titolo ha mostrato un andamento piuttosto altalenante. I prezzi, partiti da livelli mediamente sopra i 110, sono scesi progressivamente zone intorno ai 90. 

I volumi hanno presentato alcune formazioni interessanti con picchi di partecipazione, conferma una fase di mercato incerta. Infine, la leggera inclinazione ribassista della retta di regressione supporta l’idea di un trend, a medio termine, perlopiù laterale con qualche spinta negativa.   

L’esposizione ai dazi è molto elevata per l’azienda infatti l’80% delle auto vendute in USA sono importate dall’Europa. Come strategia aziendale, Volkswgen si impegna ad un monitoraggio intenso con espansione di produzione locale per limitare l’impatto, considerando eventuali impedimenti dovuti al passaggio all’elettrico e scioperi.

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Conclusioni

Questa comparazione evidenzia come ciascuna azienda automotive europea stia adottando adattamenti diversi alle tensioni commerciali globali, influenzati dal proprio posizionamento di mercato, struttura produttiva e strategie industriali.

Ferrari appare la più resiliente grazie alla natura del proprio mercato e alla possibilità di trasferire gli incrementi di costo sui clienti senza perdita significativa di domanda. Stellantis soffre maggiormente per l’alto volume di veicoli importati negli USA ed è costretta a misure operative drastiche per ridurre l’impatto. Volkswagen è in difficoltà e ha intrapreso misure drastiche per contrastare la politiche di Trump. Porsche subisce fortemente la pressione dei dazi e degli investimenti, con margini in calo e alta volatilità del titolo.

L’evoluzione dei titoli dipenderà dall’adattamento alle sfide globali, dalla tenuta della domanda nel lusso e dall’efficacia delle strategie nel contenere gli effetti sfavorevoli delle misure commerciali.

(Redazione)

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