CAPITOLO 5

ANALISI TECNICA: I FONDATORI

5.1.2     Difetti della teoria di Dow

     L'accusa più frequente mossa alla teoria di Dow è che essa non fornisce segnali di acquisto e di vendita tempestivi, in quanto tali segnali vengono forniti solo quando la tendenza è già in atto da parecchio tempo (si stima un 20-25% di ritardo rispetto ai punti di massimo o di minimo)1.

     Questa critica non coglie certamente la vera essenza della teoria di Dow, che corrisponde alla volontà di mantenere un atteggiamento prudente nei confronti del mercato. Va precisato infatti che si tratta di un sistema operativo sulla tendenza di lungo periodo, che in quanto tale lavora con movimenti molto ampi; non è necessario dunque comprare ai minimi e vendere ai massimi per ottenere risultati soddisfacenti e quindi può risultare conveniente rinunciare a parte del guadagno per evitare di incorrere in frequenti e pericolose perdite causate da falsi segnali.

     In effetti è possibile dimostrare che, seguendo i dettami della teoria, si perviene a risultati migliori che non seguendola. Ad esempio 2 se un investitore avesse acquistato azioni comprese nell'indice Dow Jones Industrial Average ad ogni segnale di comperare evidenziato dalla teoria, e avesse liquidato la sua posizione ad ogni segnale di vendere reinvestendo successivamente il proprio denaro al successivo segnale di acquisto, un investimento originario di 44 dollari nel 1897, sarebbe ammontato a 51268 dollari nel gennaio 1990. Una strategia di acquisto e immobilizzo per lo stesso periodo avrebbe fatto crescere l'investimento iniziale di 44 dollari a soli 2500 dollari. Allo stesso modo, secondo un altro analista statunitense 3, chi ha operato sulla base dei principi della Dow Theoryi per operare sul mercato statunitense dal 1897 ad oggi, ha ottenuto quaranta segnali corretti e solo cinque falsi segnali (che peraltro hanno comportato perdite inferiori al 7% ciascuna).

     Tra i reali limiti della teoria di Dow vanno certamente considerati altri fattori. Ad esempio alla mancanza di opportune indicazioni per lo sfruttamento speculativo dei movimenti intermedi di mercato, non è sicuramente possibile obiettare.

     Si tratta inoltre di un sistema di analisi interpretativo e quindi soggettivo, che richiede una considerevole pratica di mercato (per evitare di confondere le reazioni secondarie con l'inizio di una nuova tendenza primaria).


1 Pring MJ, Analisi tecnica finanziaria, Mc-Graw Hill (1995).
2 Pring MJ, Analisi tecnica finanziaria, Mc-Graw Hill (1995).
3 Meyers T. The Dow Jones Irwin Guide to on-line investing, Probus Publishing Co. (1986);
Meyers T. The Technical Analysis Course, Probus Pu. Co. (1989).