Gli svantaggi di un conto corrente a zero spese: li conosci tutti?

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 21/03/2022 13:39

Conto corrente a zero spese, super conveniente, tutto compreso, il migliore che tu possa trovare, quello pensato esattamente per le tue esigenze… insomma, nelle pubblicità le banche tendono ad esagerare un po’, come spesso accade anche con tantissime altre tipologie di prodotti.

Ma quando si parla di conto corrente a zero spese, è davvero così? Ovviamente ci sarebbe un capitolo da aprire sulla correttezza delle banche che non comunicano ciò che fanno e non fanno ciò che comunicano, ma non è questo il tema centrale.

Ci sono infatti tanti altri modi per comunicare che un conto è a zero spese, anche se in realtà non è proprio così e, purtroppo, è perfettamente legale. Senza andare oltre la legalità, infatti, gli enti bancari “giocano” su alcuni costi che non sono fissi per il cliente, ma dipendono dalle operazioni che effettua.

Questo è solo un esempio di cosa è necessario tener presente quando si sceglie a quale banca affidare il proprio denaro. Vediamoli tutti in questo articolo.

Conto corrente a zero spese: per quanto tempo?

La prima domanda da farsi quando ci si imbatte in un conto corrente pubblicizzato come a zero spese è chiedersi per quanto tempo questa offerta possa essere vera ed affidabile. Non è infatti un mistero che in certi casi sia veramente a zero spese ma solo fino ad una certa scadenza (per esempio, uno o due anni dalla sottoscrizione).

Questo è uno di quei “trucchi” di cui si parlava in precedenza ed è purtroppo molto praticato in tutti gli ambiti commerciali. Si parla di prezzi bloccati ad una certa soglia e poi, nei fatti, la compagnia blocca solo il prezzo base, ma mantiene il diritto di poter aggiungere dei costi accessori, per esempio.

In questo senso, una tendenza italiana (più che negli altri paesi, in media) è quella di mantenere il proprio denaro presso una banca per moltissimo tempo, talvolta anche per sempre. Aprire il primo conto corrente magari in giovane età e poi mantenere il denaro in quella banca ha i suoi vantaggi, anche solo pratici e logistici, ma non è detto che sia la soluzione migliore.

In questo modo si va certamente incontro a questo problema, con i costi legati alla gestione del conto che aumentano di anno in anno ed i clienti che, per pigrizia o semplicemente disattenzione, pagano tali cifre senza porsi grandi domande.

Rimane quindi necessario continuare a chiedersi se quella sia la soluzione migliore, anche se magari una risposta negativa porterebbe ad alcune scelte scomode, come dover cambiare banca e perdere le proprie abitudini in tal senso.

Conto corrente a zero spese: attenzione agli altri costi

Ci sono numerosissimi casi in cui le banche comunicano, attraverso vari canali, di offrire l’uso del conto corrente a zero spese. Un modo di comunicare che ha largamente preso piede e spesso è stato fuorviante per i clienti o potenziali tali. Infatti, in alcuni casi il conto è davvero a zero spese… ma per quali aspetti?

A zero spese per quanto riguarda i costi di gestione del conto corrente, ma ci sono poi una serie di operazioni bancarie che tipicamente si svolgono con i propri soldi e presso la banca e che, ovviamente, hanno un costo.

Le banche che applicano le famose zero spese sulla gestione del conto sono poi proprio quelle che gonfiano gli altri costi per rientrare e parliamo di quelle operazioni che vengono svolte più spesso: invio di bonifici tramite home banking, costi di prelievo presso il bancomat, certe tipologie di pagamenti con bancomat e/o carta di credito e così via.

Operazioni che, possiamo dirlo apertamente, sono necessarie per tutti e che vanno a cambiare in maniera sostanziale la convenienza del conto stesso e della banca in generale.

Al netto di ciò, proviamo a capire ulteriormente quali sono gli svantaggi (potenziali) di un conto a zero spese.

Conto corrente a zero spese: occhio alle esigenze

Abbiamo parlato di conti corrente a zero spese che purtroppo non lo sono, ma anche di veri conti a zero spese in cui il vero difetto sono gli altri costi, escluso quello di gestione del conto… ma potremmo aver adottato il focus sbagliato.

Quando si tratta di scegliere un conto corrente presso una certa banca, la prima analisi da fare è relativa alle esigenze del singolo cliente. È questo il vero nodo con cui bisognerebbe decidere quale conto fa per me, in base anche alla propria condizione.

C’è chi effettua sistematicamente bonifici ed ha bisogno di mantenere basso questo costo, c’è invece chi ha esigenza di prelevare spesso contante e, per questo motivo, sceglierà un conto che permette di farlo a costo zero, oppure ancora chi deve movimentare spesso il denaro sul conto e per questo motivo controllerà i costi dei movimenti di suo interesse.

Si tratta di un’analisi davvero banale a pensarci bene, ma può certamente essere un indicatore per comprendere meglio quale conto fa al caso specifico di un certo tipo di cliente.

In questo senso, farsi “ingolosire” da un conto a zero spese potrebbe essere un grosso errore, se poi ci sono costi molto rilevanti per effettuare le movimentazioni che ci interessano.

Conto corrente a zero spese: il nodo dell’età

Un ultimo svantaggio puramente pratico dei conti che vengono pubblicizzati come a zero spese è legato all’età del soggetto titolare del conto stesso. Ci sono infatti spesso vantaggi piuttosto considerevoli legati ai giovani, per esempio under-25, under-30 o unedr-35.

Vantaggi effettivamente interessanti che spingono i soggetti a scegliere una banca piuttosto che un’altra, spesso però senza controllare quali sono le condizioni una volta superate quell’età. Anche in questo caso leggere tutte le condizioni diventa fondamentale, anche per non illudersi di avere un conto conveniente quando poi i costi alla fine dell’anno aumentano di anno in anno.

Ultimo aspetto sui costi dei conti corrente è relativo alla digitalizzazione ed alla presenza delle ormai tantissime banche interamente o parzialmente online. Ciò permette infatti di abbattere in maniera considerevole i costi del conto corrente (in quanto le banche non devono sostenere i costi legati alle sedi fisiche) ed avere una gestione più smart, più semplice da controllare. 

Secondo i dati di Banca d’Italia i costi sono infatti passati da una media annuale pari a 105 euro nel 2011 ad una media nel 2019 pari a 88 euro circa, cifra che nel 2022 sarà ulteriormente calata con ogni probabilità.

 

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