Pensioni anticipate: quanto ci perdi sull'assegno?

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 15/03/2022 13:36

Il sistema previdenziale italiano offre diverse possibilità di pensionamento anticipato. Discutibili o meno che siano, stringenti nei requisiti di accesso, pensionarsi anticipatamente è possibile per alcune categorie di lavoratori - naturalmente, nel rispetto di condizioni e requisiti specifici.

Ovviamente, i requisiti richiesti permettono solo ad una parte di lavoratori di poter uscire più flessibilmente dal mondo del lavoro. Negli anni, questi trattamenti pensionistici hanno subito proroghe e modifiche, eliminazioni e sostituzioni, fino alla recente Manovra di bilancio.

La Legge di Bilancio del 2022 ha, infatti, prorogato Opzione Donna e Ape Sociale e, per quest’ultima, ha allargato considerevolmente la platea dei beneficiari a cui si rivolge. Inoltre, ha introdotto Quota 102, misura provvisoria solo per il 2022.

Ma al di là di ciò, è bene comunque tenere in considerazione che, se da una parte questi trattamenti consentono l’uscita anticipata dal lavoro, dall’altra non sono esenti da conseguenze. Su cosa? Sugli assegni pensionistici, naturalmente.

L’obiettivo di questo articolo è, quindi, quello di analizzare quali sono i pro e quali i contro, in termini economici, delle pensioni anticipate, facendo un focus su quali sono i vantaggi e gli svantaggi, andando a spiegare prima cosa sono e come funzionano e, poi, quanto si perde sull’assegno pensionistico.
 

Come funziona la pensione anticipata?

Una volta raggiunta una certa età e dopo aver versato diversi anni di contributi, lo spettro della pensione diventa sempre più vicino ai sogni e alle aspettative dei cittadini. 

Quando per andare in pensione sono necessari ancora molti anni di lavoro, oppure si è ancora anagraficamente troppo giovani, il sistema previdenziale italiano prevede anche uscite anticipate e precoci, ambite da molti cittadini che, magari, hanno iniziato a lavorare presto.

Chi può decidere di intraprendere queste strade e iniziare a godersi gli anni di riposo post-lavoro? Ovviamente, non si tratta di vie percorribili da tutti, in quanto per poter uscire dal lavoro in anticipo è necessario essere in possesso di alcuni requisiti che non si fermano, unicamente, all’età anagrafica e ai contributi versati, ma è necessario far parte di alcune determinate categorie.

Proprio per questi motivi, spesso, le pensioni anticipate vengono percepite come molto stringenti. A chi si rivolgono, quindi? A tutti quei lavoratori che ancora non hanno compiuto l’età per poter accedere alla pensione di vecchiaia.

Ma ci sono diversi modi per andare in pensione in anticipo. Analizziamo quali sono.
 

Pensione anticipata: ecco quali sono le varie opzioni!

Ci sono diverse strade che è possibile imboccare per andare in pensione in anticipo e, quindi, uscire più flessibilmente dal lavoro.

La prima è quella canonica - per così dire. Per poter andare in pensione è necessario il rispetto di alcuni specifici requisiti, che sono i seguenti:

  • Il lavoratore deve essere iscritto alle gestioni, alle assicurazioni oppure ai fondi dell’Inps;
  • Per gli uomini, è necessario aver maturato quarantadue anni e dieci mesi di contributi versati;
  • Per le donne, è necessario aver maturato quarantuno anni e dieci mesi di contributi versati.

In questo caso è irrilevante l’età anagrafica posseduta, ma solo la contribuzione. Dobbiamo, però, fare una considerazione sui contributi. In entrambi i casi, sia per gli uomini che per le donne, che hanno iniziato a versare contributi prima del 1° gennaio 1996, almeno trentacinque anni di contribuzione devono essere privi di periodi di malattia oppure di disoccupazione.

Tuttavia, così come si legge sul sito quifinanza.it:

“Un requisito, questo, attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2026”.

Oltre alla pensione anticipata ordinaria, vi sono altri modi per andare in pensione in anticipo. Quali sono? La nuova Quota 102, in vigore solo per quest’anno, l’Ape Sociale e Opzione Donna.

Naturalmente, in tutti i casi è necessario il rispetto di alcuni requisiti e condizioni, variabili, in base al trattamento pensionistico anticipato scelto.

Come abbiamo detto in precedenza, ovviamente, andare in pensione in anticipo comporta qualche taglio sullo stipendio. Andiamo a vedere perché e come si effettua il calcolo.
 

Pensione anticipata: quanto ci perdi sull’assegno?

Come per tutte le cose, anche la pensione anticipata comporta pro e contro. I pro sono, ovviamente, tanti, tra cui il potersi godere finalmente il periodo di riposo dopo molti anni passati a lavorare. 

Tra i contro, però, si rintraccia uno svantaggio in termini economici. Infatti, l’assegno verrà penalizzato, facendo perdere al neo pensionato somme, in alcuni casi, anche ragguardevoli.

Ma perché gli assegni delle pensioni anticipate vengono penalizzati? In base al calcolo della pensione. Si pensi al meccanismo di calcolo contributivo. In questo caso, prima si esce dal mondo del lavoro, meno si percepisce sull’assegno.

Quindi, in un certo senso la giovane età influisce sull’importo pensionistico. Cosa che non avviene se si rispetta il requisito anagrafico dei sessantasette anni e si accede alla pensione di vecchiaia. 

Infatti, uscendo dalla carriera lavorativa compiuti i sessantasette anni di età si ottiene una pensione molto più alta - naturalmente, a parità di contributi - rispetto a chi esce dal lavoro con un’età anagrafica minore.

Per capire meglio cosa accade nel calcolo della pensione contributiva, citiamo quanto è stato scritto su un articolo pubblicato sul sito orizzontescuola.it:

“[…] il montante dei contributi diventa pensione dopo essere trattato con dei coefficienti di trasformazione”.

Per chi non lo sapesse, per montante contributivo si intendono tutti i contributi maturati durante gli anni lavorativi.

Pertanto, alla luce di quanto abbiamo appena visto, la pensione anticipata comporta vantaggi, ma anche svantaggi. Il consiglio migliore, quindi, è quello di fare qualche calcolo, chiedere il consiglio di esperti e valutare bene quanto si perde sull’assegno pensionistico, prima di decidere di andare in pensione accedendo a questi canali anticipati.

 

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