Quotazione oro in tempo reale: 4 fattori che influenzano nel breve

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 08/04/2022 13:11

L'oro è stato sicuramente uno dei grandi assenti lo scorso anno, visto che ha archiviato il 2021 con un bilancio negativo. 

Il metallo giallo ha perso circa tre punti e mezzo percentuali, con un movimento in controtendenza rispetto ad altri asset. 
 

Oro: l’andamento delle quotazioni nel primo trimestre del 2022

Il 2022 sembra essere partito con un ritmo diverso per il gold che in questo primo trimestre ha visto una certa volatilità, mantenendo comunque un saldo positivo al momento. 

Rispetto alla fine del 2021, le quotazioni dell'oro viaggiano su valori più alti e sul finire di marzo 2022 si presentano a ridosso di ara 1.920 dollari, con un rialzo nell'ordine di circa cinque punti percentuali. 

C'è da dire che l'oro lo scorso 8 marzo ha toccato un massimo in area 2.072 dollari, riportandosi così sui record storici raggiunti ad agosto 2020. 

Da questo top si è avuto un rapido ripiegamento che ha visto le quotazioni scendere nell'arco di poche sedute a mettere sotto pressione l'area dei 1.920 dollari, violata solo parzialmente per poi essere subito riconquistata.     

Diversi sono i fattori che hanno condizionato l'andamento del gold in questo primo trimestre dell'anno e che di fatto continuano a dominare la scena almeno per il momento. 
 

Oro: il peso delle tensioni geopolitiche 

Uno degli elementi chiave che influenza nel breve la quotazione dell'oro è senza dubbio la quesitone geopolitica, con particolare riferimento al conflitto in atto tra Russia e Ucraina. 

Non stupisce, infatti, che l'ultima impennata del gold è partita proprio in coincidenza con lo scoppio della guerra. 

In poche sedute le quotazioni sono balzate di oltre 150 dollari fino al massimo storico in area 2.070/2.075 dollari. 

Da questo top si è avuto un ripiegamento altrettanto rapido, favorito proprio da una progressiva fiducia dei mercati in un'evoluzione positiva dei negoziati tra Russia e Ucraina. 

La questione geopolitica resta quindi uno dei fattori chiave per i movimenti dell'oro nel breve. 

Un peggioramento dello scontro in atto tra Russia e Ucraina, con un eventuale coinvolgimento di altri Paesi nel conflitto, farà balzare le quotazioni dell'oro, con possibili rialzi anche oltre i massimi storici. 

Viceversa, una distensione sul fronte geopolitico favorirà gli asset rischiosi e penalizzerà il gold che potrebbe riportarsi velocemente anche ben sotto i 1.900 dollari l'oncia. 
 

Oro condizionato dai movimenti del dollaro

Un altro fattore chiave che condiziona i movimenti dell'oro è rappresentato dal dollaro. 

I due asset sono entrambi beni rifugio e sono legati da una correlazione diretta, storicamente inversa. 

Tendenzialmente, quando il dollaro sale, l'oro, che è quotato nella valuta statunitense, si deprezza, al contrario il gold acquisisce forza quando il biglietto verde si indebolisce. 

Può anche accadere che oro e dollaro si muovano nella stessa direzione in determinate occasioni e ciò si verifica quando entrambi gli asset sono richiesti dagli investitori come beni rifugio. 

Questo è quanto accaduto ad esempio proprio nelle scorse settimane, quando l'oro ha toccato nuovamente i massimi storici in presenza di un dollaro forte. 

Mentre però il biglietto si è mantenuto robusto, basti pensare ai nuovi massimi di periodo toccati contro lo yen nei giorni scorsi, l'oro ha ritracciato con decisione dei top. 

Ciò è accaduto, come spiegato prima, anche perchè il dollaro è solo uno dei fattori che influenza l'andamento dell'oro. 
 

Oro sofferente con tassi di interesse in rialzo 

A condizionare i movimenti del gold è anche la traiettoria dei tassi di interesse. 

Quanto questi ultimi aumentano, cala il prezzo dell'oro, perchè un costo del denaro più alto spinge gli investitori a cercare nelle azioni e nei bond dei ritorni più interessanti. 

Nel momento in cui, invece, i tassi di interesse scendono, allora si risveglia l'appetito per l'oro, riscoperto per la sua caratteristica di bene rifugio che permette di preservare meglio la propria ricchezza.   

Non stupisce, dunque, che già nei mesi scorsi le quotazioni dell'oro siano state zavorrate dall'aspettativa di un rialzo dei tassi da parte della Fed che di fatto si è materializzato proprio nel mese di marzo. 

L'investimento in bond diventa così più appetibile, basti pensare che il decennale americano si è spinto oltre la soglia del 2,3%, evento che non si verificava da maggio 2019. 

Dal momento che l'oro si caratterizza per la sua alternatività ai bond, un incremento di tassi lo penalizza, visto che il gold è privo di rendimento. 
 

Oro e inflazione: una relazione non sempre veritiera

L'oro risente anche dell'andamento dell'inflazione, ma la correlazione con quest'ultima non è così matematica e lineare. 

Tendenzialmente il gold aumenta in presenza di una dinamica inflattiva che si intensifica, quindi se i prezzi al consumo salgono, parallelamente si assiste ad un incremento delle quotazioni dell'oro. 

Questo perchè tale bene rifugio ha la capacità di conservare valore nel tempo, rappresentando quindi un'ottima arma per difendersi dall'aumento dei prezzi. 

Non sempre però oro e inflazione si muovono lungo questi binari e una dimostrazione di ciò si è avuta nel 2021, quando la previsione di un'inflazione in salita non si è tradotta in un rialzo del gold, frenato a sua volta dalla prospettiva di un aumento dei tassi di interesse da parte delle Banche Centrali. 

 

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