Gli ultimi dati dell'ISTAT dipingono un quadro allarmante, non solo per il settore delle costruzioni. Le prospettive di breve termine sono in peggioramento a causa di tassi di interesse elevati e incertezza. Questo si traduce in un aumento dei mancati pagamenti nel settore e in una riduzione della liquidità disponibile.
Nell'ultimo mese, le statistiche dell'ISTAT sul settore delle costruzioni hanno evidenziato un indebolimento congiunturale del settore, all'interno di un'economia italiana che sta rallentando. Questo è ciò che dichiara Giovanni Pelazzi, Presidente di Argenta SOA, una delle principali società di certificazione per la partecipazione alle gare pubbliche, presentando l'analisi effettuata dal Centro Studi di Argenta SOA sui dati ISTAT di oggi sulla produzione nelle costruzioni a luglio.
Il volume di attività nel settore delle costruzioni è diminuito dell'1,6% rispetto a giugno, dando inizio a un trend negativo anche per il terzo trimestre (circa l'1%), a seguito della già avvenuta diminuzione della produzione nel secondo trimestre (-3,4%). Pelazzi aggiunge che agosto e settembre sono mesi in cui si verifica normalmente una forte variabilità, ma l'aspetto più importante da considerare sono le tendenze di medio termine.
Su tale fronte, le notizie non sono incoraggianti: i dati della Contabilità Nazionale per il secondo trimestre hanno mostrato che il settore delle costruzioni sta dimostrando segni di forte arretramento. Senza interventi, questo settore, che è stato un motore chiave della crescita del PIL italiano negli ultimi due anni, rischia di perdere terreno.
Gli investimenti nel settore delle costruzioni sono diminuiti nel secondo trimestre. Se si utilizza come proxy per il terzo trimestre i dati di produzione, non è da prevedere un'inversione di tendenza a breve termine. Questa previsione viene rafforzata dall'incertezza legata al Superbonus, che sta scoraggiando le imprese e i privati ad aderirvi.
Ulteriori dati ISTAT mostrano che nonostante l'aumento del costo del denaro (la BCE ha recentemente portato i tassi al 4,5%), i prezzi delle case continuano a crescere, a causa degli effetti ritardati dell'aumento dei costi delle materie prime e dei materiali da costruzione avvenuti durante il 2022. Il prezzo delle abitazioni è aumentato in media del 2,0% nel secondo trimestre, accelerando rispetto al +1,0% del primo trimestre.
Un aumento del costo dei finanziamenti, con un tasso medio di un mutuo fisso ora intorno al 5%, e l'aumento dei prezzi di vendita, in un contesto recessivo come l'attuale e con aspettative di calo dei prezzi nel prossimo anno, stanno spingendo le famiglie a rimandare l'acquisto di abitazioni. Nel secondo trimestre, le vendite di abitazioni sono diminuite del 16% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
"Siamo di fronte a un rischio reale", afferma Pelazzi. L'insieme di questi fattori potrebbe avere gravi ripercussioni sulle imprese del settore edile, che potrebbero essere costrette a tagliare i prezzi delle nuove costruzioni e a sacrificare i propri margini e profitti, in un contesto in cui la liquidità è in progressiva diminuzione. Secondo un'analisi di ABI-Cerved, il settore delle costruzioni sta mostrando il più alto tasso di crescita dei mancati pagamenti, il che potrebbe portare a un aumento delle imprese con crediti deteriorati, con possibili ricadute anche sul settore bancario. Senza l'implementazione completa del PNRR e il supporto del governo, le prospettive per il settore, che dà lavoro a milioni di persone, sono seriamente a rischio.