Aumenti pensioni, nuove stime per la rivalutazione 2026: ecco chi ci guadagna (e chi ci perde)

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 12/11/2025 10:15

Aumenti pensioni, nuove stime per la rivalutazione 2026: ecco chi ci guadagna (e chi ci perde)

Molti pensionati rimarranno delusi dalle ultime stime sulla rivalutazione delle pensioni. Le più recenti proiezioni indicano che la percentuale alla base della perequazione per il 2026 potrebbe essere un po? più contenuta rispetto a quanto stimato ad agosto.

Tutto ciò si tradurrebbe in aumenti meno consistenti a partire da gennaio, anche se tutto dipende dalla fascia di reddito a cui si appartiene.

Vediamo meglio a quanto ammonta la percentuale in questione, e chi beneficerà maggiormente (e chi meno) nella rivalutazione delle pensioni in arrivo nel 2026.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mr LUL lepaghediale.

Aumenti sotto le attese per le pensioni 2026: la nuova stima

Secondo le ultime proiezioni dell?Inps, citate dal Sole 24 Ore, l'aumento delle pensioni per il 2026 è previsto dell'1,4%, al massimo 1,5%. Decisamente meno rispetto all'1,7% diffuso ad agosto 2025.

Ma comunque in linea con l'indice Foi (Famiglie di operai e impiegati), ossia l'indice dei prezzi al consumo che misura la variazione nel tempo dei prezzi per le famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente. E che è alla base del calcolo della rivalutazione delle pensioni.

Pertanto, data la percentuale al 1,4%, massimo 1,5%, e dato il trattamento minimo dell?Inps pari a 603,40 euro, la rivalutazione dovrebbe essere di circa 8,44 euro in più, il che porta l'assegno a 611,44 euro.

Ma questo per quanto riguarda l'assegno base, mentre la situazione cambia nel caso di assegni un po' più corposi.

Aumenti delle pensioni 2026: ecco chi ci guadagna

Come molti sapranno, la rivalutazione delle pensioni non è uguale per tutti. La normativa vigente impone infatti che gli assegni che superano determinate soglie di reddito ricevano una perequazione "parziale".

Per farla breve, la rivalutazione è al 100% per le pensioni fino a 2.413 euro, pari a quattro volte il trattamento minimo, mentre per quelle comprese tra 2.413 e 3.017 euro è del 90%. Per gli assegni superiori a 3.017 euro, oltre cinque volte il minimo, l?aumento applicato è invece del 75%.

Facendo due calcoli, con una perequazione dell?1,4%, una pensione di 603 euro passerà a 611,44 euro, mentre un assegno di 1.000 euro salirà a 1.014 euro e uno di 1.500 euro a 1.521 euro.

Per pensioni di importo maggiore, l?incremento sarà comunque più consistente, nonostante la limitazione: un assegno di 2.000 euro diventerà 2.028 euro, uno da 2.500 euro salirà a 2.531,55 euro, quello da 3.000 euro raggiungerà 3.037,8 euro, mentre le pensioni da 3.500 e 4.000 euro passeranno rispettivamente a 3.536,75 e 4.042 euro.

Come si può vedere dai dati, gli aumenti più consistenti, in termini assoluti, riguarderanno le pensioni di fascia medio-alta, ossia quelle oltre cinque volte il trattamento minimo.

Infatti, rispetto ai pochi euro di aumento per chi ha la minima, i titolari di pensioni da 3.500 e 4.000 euro otterranno dai 36 ai 42 euro lordi in più al mese.

Aumenti pensioni 2026: ecco chi ci perde

Teoricamente non c'è una perdita effettiva quando scatta un aumento delle pensioni: anche con una pensione con importo pari o inferiore alla minima, si potrà ottenere qualche euro in più al mese.

Semmai si può parlare di mancato guadagno, visto che la perequazione, stando alle stime, si attesterà intorno all'1,4%, e non all'1,7%.

Anche se si parla dello 0,3% in meno, in rapporto all'assegno non sono pochi soldi. Con una rivalutazione dell?1,7%, una pensione di 603 euro sarebbe passata a 613,25 euro, mentre un assegno di 1.000 euro sarebbe salito a 1.017 euro e uno di 1.500 euro a 1.525,50 euro.

A sua volta, un assegno di 2.000 euro sarebbe diventato di 2.034 euro, uno da 2.500 euro sarebbe aumentato a 2.538,25 euro. A sua volta, una pensione da 3.000 euro sarebbe salita a 3.045,9 euro, mentre le pensioni da 3.500 e 4.000 euro sarebbero passate rispettivamente a 3.544,63 euro e 4.051 euro.

A conti fatti, rispetto alle stime di agosto, con la percentuale all'1,4% chi percepisce una pensione vicina al minimo vedrà un aumento leggermente ridotto, mentre chi ha un assegno di fascia medio-alta, subirà un mancato guadagno addirittura di 10 euro al mese.

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