Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ufficializzato la nuova asta di BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro, che si terrà il 10 ottobre 2025. Un appuntamento atteso dagli investitori italiani, sempre più attratti dai titoli di Stato a breve termine, capaci di coniugare sicurezza e rendimenti interessanti in un periodo di forte instabilità economica.
L’emissione riguarderà BOT con durata annuale, collocati a sconto rispetto al valore nominale e rimborsati alla pari alla scadenza. Si tratta di strumenti semplici, trasparenti e adatti anche ai piccoli risparmiatori, poiché il rendimento deriva unicamente dalla differenza tra prezzo d’acquisto e valore di rimborso.
Secondo il calendario diffuso dal Tesoro, il 14 ottobre 2025 giungeranno a scadenza BOT per 9 miliardi di euro, tutti relativi alla tranche annuale. Alla fine di settembre 2025, i BOT in circolazione ammontavano complessivamente a 129,46 miliardi di euro, di cui oltre 104 miliardi riferiti a titoli annuali e circa 25 miliardi a quelli semestrali.
Il MEF ha inoltre chiarito che, in assenza di particolari esigenze di cassa, non sarà collocato alcun BOT trimestrale. Ma quali caratteristiche presenta la nuova emissione di ottobre? Scopriamolo insieme.
Prima però vi lasciamo al video YouTube di The New Finance - Federico Munari su come investire in Bot.
BOT 10 ottobre 2025: caratteristiche della nuova emissione
L’asta del 10 ottobre sarà dedicata al BOT annuale, con scadenza il 14 ottobre 2026, per un importo complessivo di 9 miliardi di euro. Il collocamento avverrà tramite il consueto sistema d’asta competitiva gestito da Banca d’Italia, nel quale gli operatori presenteranno le proprie offerte espresse in termini di rendimento. Sarà poi il Tesoro, in base alla domanda complessiva, a stabilire il tasso medio ponderato di assegnazione.
La tranche in emissione rappresenta la prima del nuovo ciclo annuale e, come di consueto, verrà regolata alla pari. Ciò significa che chi sottoscrive il titolo paga un prezzo inferiore al valore nominale (generalmente 100 euro per ciascun BOT), ricevendo alla scadenza il rimborso integrale. Il guadagno effettivo coincide quindi con lo sconto di emissione.
Il codice ISIN sarà comunicato poco prima dell’asta, mentre la data di regolamento è fissata al 14 ottobre 2025, giorno in cui inizierà la decorrenza ufficiale del titolo. La durata effettiva sarà di 365 giorni, con rimborso integrale previsto per il 14 ottobre 2026.
Calendario completo e scadenze dell’asta del MEF
Il MEF ha pubblicato il calendario ufficiale dell’asta dei BOT del 10 ottobre 2025, scandendo con precisione ogni fase del collocamento. Le banche e gli intermediari autorizzati potranno ricevere le prenotazioni dal pubblico fino al 9 ottobre 2025, termine ultimo per i piccoli risparmiatori che desiderano partecipare all’offerta.
Le domande di partecipazione all’asta dovranno essere presentate entro le ore 11:00 del 10 ottobre, mentre la chiusura del collocamento supplementare è prevista per il 13 ottobre alle ore 15:30. Il regolamento dell’asta, cioè il momento in cui avviene l’effettivo pagamento e la consegna dei titoli, avverrà infine il 14 ottobre 2025.
Da quella data i BOT entreranno in circolazione e potranno essere negoziati sul mercato secondario, offrendo agli investitori la possibilità di venderli prima della scadenza qualora avessero bisogno di liquidità. Questo aspetto rappresenta una delle peculiarità più apprezzate di questi titoli: pur essendo strumenti a breve termine, consentono una gestione flessibile del portafoglio anche in orizzonti temporali più brevi.
Perché i BOT continuano ad attrarre i risparmiatori
Nonostante l’evoluzione dei mercati e la presenza di strumenti finanziari sempre più sofisticati, i BOT continuano a godere di una popolarità costante tra i risparmiatori italiani. La ragione è semplice: offrono sicurezza, rendimento e liquidità, tre elementi che in tempi di incertezza economica fanno la differenza.
Essendo titoli zero coupon, non prevedono cedole periodiche ma garantiscono un guadagno certo al momento del rimborso. Inoltre, godono della tassazione agevolata al 12,5% sugli interessi, come tutti i titoli di Stato italiani, e non sono soggetti a imposta di successione, un vantaggio non trascurabile per chi pensa anche alla pianificazione patrimoniale.