BTP settembre 2025, il Mef lancia nuove emissioni a 7 e 30 anni e cancella un’asta prevista: ecco quale

Benna Cicala Benna Cicala - 03/09/2025 07:30

BTP settembre 2025, il Mef lancia nuove emissioni a 7 e 30 anni e cancella un’asta prevista: ecco quale

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha acceso i riflettori sui mercati obbligazionari con una mossa di rilievo: l’annuncio di una doppia emissione di BTP sindacati a 7 e 30 anni e la contestuale cancellazione dell’asta di medio-lungo termine prevista per settembre 2025. Una decisione che si inserisce in un contesto delicato per i titoli di Stato europei, tra tensioni politiche e attesa per la prossima riunione della BCE.

Cosa comporta questa nuova emissione di BTP per gli investitori? Quali scenari si aprono per i mercati finanziari dopo la cancellazione dell’asta? E come si inserisce questa strategia del Tesoro nella gestione del debito pubblico italiano? Scopriamolo insieme.

Prima però vi lasciamo al video YouTube di Lexplain sulla convenienza dei titoli di stato e come investire.

Emissione dual tranche: i nuovi BTP a 7 e 30 anni

Il Tesoro ha affidato il mandato a un gruppo di primarie banche internazionali – tra cui JP Morgan, Morgan Stanley, Deutsche Bank, Citibank, BBVA e Nomura – per il collocamento tramite sindacato di due nuove tranche di BTP. Si tratta di un titolo a 7 anni con scadenza 15 novembre 2032 e di un titolo a 30 anni con scadenza 1° ottobre 2055.

Il totale emesso non supererà i 5 miliardi di euro, una cifra significativa che conferma la strategia del Tesoro di puntare su un mix equilibrato tra medio e lungo termine, garantendo al contempo flessibilità nella gestione del debito.

Questi titoli rappresentano benchmark importanti per il mercato secondario, in quanto forniscono punti di riferimento per la curva dei rendimenti italiani. Inoltre, la scelta della formula sindacata – al posto della tradizionale asta – permette al Tesoro di avere maggiore controllo sull’allocazione degli ordini e di dialogare direttamente con gli investitori istituzionali.

Perché è stata cancellata l’asta dell’11 settembre 2025

Con l’annuncio della nuova emissione sindacata, il Mef ha confermato che le aste di BTP a 7 anni e di titoli con scadenza superiore ai 10 anni previste per l’11 settembre 2025 non avranno luogo.

La decisione non arriva a sorpresa: da tempo il Tesoro sta modulando il calendario delle aste per rispondere meglio alle esigenze di cassa e alle condizioni di mercato. Solo pochi mesi fa erano state cancellate altre operazioni, a conferma di una strategia più flessibile nella gestione del collocamento dei titoli di Stato.

La scelta della data è particolarmente significativa: proprio l’11 settembre è attesa anche la riunione del Consiglio direttivo della BCE, chiamata a decidere sui tassi di interesse in una fase di forte incertezza economica. Il Tesoro, dunque, ha preferito evitare un potenziale conflitto di mercato che avrebbe potuto compromettere la buona riuscita dell’asta.

Implicazioni per investitori e mercati

Per gli investitori, l’arrivo dei nuovi BTP a 7 e 30 anni apre scenari interessanti. Da un lato, il collocamento tramite sindacato garantisce una maggiore stabilità e trasparenza nelle allocazioni, rafforzando la fiducia nei confronti del debito pubblico italiano. Dall’altro, la cancellazione dell’asta rappresenta un segnale di prudenza che il mercato dovrà valutare attentamente.

Il contesto non è semplice: la volatilità sui titoli di Stato dell’Eurozona è alimentata dalle tensioni politiche in Francia e Olanda, mentre i rendimenti italiani hanno mostrato rialzi nelle ultime aste. Proprio per questo, la scelta del Tesoro di concentrare l’attenzione su un’emissione sindacata appare come una mossa strategica per ridurre i rischi e mantenere sotto controllo i costi di finanziamento.

In prospettiva, il 2025 sarà un anno cruciale per la gestione del debito pubblico, con emissioni lorde stimate tra i 330 e i 350 miliardi di euro, in calo rispetto al 2024. La nuova operazione sui BTP, dunque, si inserisce in un piano più ampio che punta a consolidare la fiducia dei mercati e a garantire stabilità al portafoglio degli investitori.

 

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