IRPEF 2026, il taglio non basterà per aumentare le buste paga: ecco perché

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 10/12/2025 10:15

IRPEF 2026, il taglio non basterà per aumentare le buste paga: ecco perché

Sempre meno risparmi fiscali dal taglio dell?IRPEF: è quanto emerge da una recente simulazione, secondo cui molti lavoratori potrebbero ottenere qualche soldo in meno rispetto alle stime ufficiali.

E questo a causa del fiscal drag, il cosiddetto drenaggio fiscale che, appunto, riduce progressivamente gli effetti del taglio.

Vediamo meglio in cosa consiste, e di quanto impatterà il risparmio generato dal prossimo taglio dell'IRPEF.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale del Commercialista Allievi.

IRPEF 2026, il taglio non basterà per aumentare le buste paga: ecco perché

I benefici del taglio dell'IRPEF sui redditi lordi non saranno sufficienti a compensare il drenaggio fiscale maturato tra il 2023 e il 2025.

quanto emerge dall?ultima simulazione elaborata dall?Ufficio economia della CGIL nazionale, che mette a confronto i vantaggi derivanti dalla riduzione della seconda aliquota IRPEF (prevista nel 2026) con gli effetti del fiscal drag.

Per la cronaca, il drenaggio fiscale è quando si verifica "un aumento della pressione fiscale sul reddito a causa di una inflazione in forte crescita", come si legge sul Glossario di Borsa Italiana.

In un periodo di forte inflazione, anche i redditi tendono a salire per adeguarsi alla perdita di valore della moneta. E quindi può capitare che il reddito "sconfini nello scaglione di imposta superiore venendo tassato maggiormente nonostante il potere di acquisto dello stesso resti immutato o addirittura scenda".

Tutto ciò è accaduto nel triennio 2023-2025 ai redditi al centro del nuovo taglio dell'IRPEF, cioè quelli tra i 28 e i 50mila euro.

Secondo i calcoli della CGIL, un reddito lordo di 30 mila euro ha registrato nel triennio un drenaggio di 2.807 euro, a fronte di un beneficio annuo di soli 40 euro legato alla riduzione dell?aliquota.

A sua volta, nel caso di 35 mila lordi euro, il drenaggio sale a 3.340 euro, mentre il vantaggio fiscale si ferma a 140 euro l?anno. Per un reddito di 40 mila euro, infine, la perdita accumulata è di 3.639 euro a fronte di un guadagno fiscale di appena 240 euro annui.

IRPEF 2026, chi (non) ci guadagna con le nuove aliquote

Se si prendono a riferimento i dati della CGIL, praticamente nessuno ci guadagnerà dal nuovo taglio dell'IRPEF.

Al massimo solo da un punto di vista puramente nominale: i contribuenti con redditi più alti risultano in effetti quelli che beneficeranno di un guadagno leggermente maggiore, ma ciononostante sono anche quelli che hanno subìto un drenaggio fiscale più pesante rispetto alle fasce inferiori.

Basta riprendere i numeri: tra il 2023 e il 2025 un reddito lordo di 40mila euro ha perso 3.639 euro per effetto del fiscal drag, mentre chi guadagna 30mila euro ne ha persi 2.807. Eppure, i benefici attesi dal taglio si fermano rispettivamente a 240 euro annui per i primi e 140 euro per i secondi.

In pratica il taglio si preannuncia come una sorta di premio di consolazione, visto che non riesce a colmare il drenaggio fiscale.

La stessa CGIL sottolinea tra l'altro che "senza neutralizzare il fiscal drag, indicizzando l?IRPEF all?inflazione, il governo non aiuta la cosiddetta classe media, ma ne favorisce, anzi ne determina l'impoverimento".

IRPEF 2026, novità sul fronte delle detrazioni: taglio per i redditi sopra i 200mila euro

La novità del taglio della seconda aliquota IRPEF si somma anche a quella (già in vigore) del limite alle spese detraibili, introdotta nella precedente Manovra per i contribuenti con redditi superiori a 50mila euro.

E a seguire, il decalage fino all?azzeramento delle detrazioni del 19% per chi rientra nella fascia tra 120mila e 240mila euro.

Secondo Adnkronos, questa seconda modifica era nata per circoscrivere i benefici del taglio IRPEF, "ma da un lato complica ulteriormente il sistema di calcolo e dall?altro interviene su sconti fiscali che sono già fortemente ridotti dalle regole approvate negli anni scorsi".

Tra l'altro, rileva l?Ufficio Parlamentare di Bilancio, anche chi supera i 200mila euro lordi annui potrà comunque registrare in media un risparmio fiscale di 379 euro.

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