Il 2026 sarà un anno spartiacque per la Legge 104, perché entreranno in vigore una serie di interventi pensati per aggiornare un sistema di tutele ormai datato rispetto ai bisogni reali delle famiglie. Le nuove regole sono state definite dalla Legge 106 del 2025 e si aggiungono a quelle già introdotte dalle ultime manovre economiche, che hanno rivisto detrazioni fiscali e istituito un fondo stabile dedicato ai caregiver. Il governo punta a rafforzare il sostegno verso chi convive con una disabilità o svolge quotidianamente un ruolo di assistenza spesso complesso e poco riconosciuto, in un Paese in cui oltre sette milioni di persone si occupano di un familiare non autosufficiente e dove la percentuale di lavoratori con disabilità resta ancora bassa.
Ma come cambieranno i permessi per le visite mediche nel 2026? Chi potrà sfruttare il congedo fino a due anni e con quali condizioni? Quali nuove possibilità avranno le partite Iva? Scopriamolo insieme.
Prima però vi lasciamo al video YouTube di Mondo Pensioni sulle novità della Legge 104 dal 2026.
Permessi aggiuntivi e nuovo congedo: come cambia la Legge 104 nel 2026
Dal 1° gennaio 2026 chi lavora e convive con malattie oncologiche, degenerative o croniche potrà contare su un pacchetto di permessi più ampio rispetto al passato. Alla dotazione già prevista di tre giorni al mese si aggiungeranno infatti dieci ore annuali dedicate alle cure, che potranno essere utilizzate per visite specialistiche, esami o trattamenti continuativi. Il diritto riguarda anche i genitori di ragazzi minorenni con invalidità pari o superiore al 74%. La scelta di affiancare ore e non solo giorni permette una maggiore flessibilità, perché facilita chi ha appuntamenti medici brevi ma frequenti, spesso difficili da conciliare con gli orari di ufficio.
Un’altra novità di peso è il nuovo congedo straordinario fino a ventiquattro mesi. Sarà rivolto a dipendenti con disabilità grave o affetti da patologie che richiedono periodi di cura prolungati. Il posto di lavoro resterà garantito, mentre l’assenza non prevede retribuzione. Il congedo potrà essere preso in un’unica soluzione o suddiviso nel tempo, una opzione utile per chi vive fasi alterne di peggioramento e stabilità. Al rientro, il dipendente avrà una corsia preferenziale per il lavoro agile così da reinserirsi gradualmente. Resta però un nodo non secondario: l’assenza di un’indennità potrebbe rendere la misura poco utilizzabile da chi ha redditi modesti.
Disabili e caregiver autonomi: cosa prevede l’estensione delle tutele della Legge 104
Uno dei passaggi più attesi della riforma Legge 104 riguarda i lavoratori autonomi. Fino a oggi, chi aveva una partita Iva ed era colpito da una malattia grave si trovava spesso costretto a sospendere la propria attività in modo informale, con il rischio di perdere clienti, entrate e continuità contributiva.
Con le nuove regole, invece, sarà possibile sospendere l'attività fino a trecento giorni mantenendo la posizione previdenziale. Una tutela che si avvicina per la prima volta a quella dei dipendenti, pur con meccanismi diversi, e che riconosce il peso crescente del lavoro indipendente in Italia. Per molte famiglie questa estensione rappresenta un cambio culturale oltre che normativo, perché permette di affrontare un percorso di cura senza dover rinunciare definitivamente alla propria professione.
Novità fiscali e nuovo fondo statale per il sostegno ai caregiver
Le modifiche alla Legge 104 si intrecciano con le regole fiscali riviste nel 2025. La detrazione da 950 euro per i figli con disabilità potrà essere richiesta senza limiti di età, superando una distinzione che rendeva meno efficace il sostegno economico. L’Agenzia delle Entrate ha anche chiarito che il beneficio si applica ai figli affiliati e ai figli del coniuge defunto conviventi, ampliando ulteriormente la platea.
Dal 2027 entrerà a regime anche un fondo dedicato ai caregiver con una dotazione superiore a duecento milioni l’anno. L’obiettivo è costruire finalmente un quadro organico che riconosca il ruolo di chi presta assistenza quotidiana in famiglia, spesso rinunciando a opportunità lavorative o educative.